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L’incognita dell’età giusta

Giovani sui banchi del parlamento per una politica d'avvenire? Keystone

Basilea Città potrebbe diventare il secondo cantone della Svizzera ad abbassare da 18 a 16 anni l'età del diritto di voto. A livello nazionale l'idea suscita reticenze. Il deputato socialista zurighese, Andreas Gross, specialista di democrazia diretta, invece, auspica il diritto di voto su richiesta a 12 anni.

I primi a dare fiducia ai sedicenni sono stati i glaronesi, nel maggio 2007. La Landsgemeinde ha accolto la richiesta in tal senso di Gioventù socialista, appoggiata dal governo. Nel piccolo cantone della Svizzera centrale il diritto di eleggibilità è invece rimasto a 18 anni.

La decisione pionieristica di Glarona ha suscitato entusiasmo e grandi speranze fra i movimenti giovanili socialisti, che hanno promosso iniziative analoghe in diversi cantoni. Sulla stessa scia, la deputata socialista bernese Evi Allemann ha presentato una proposta in parlamento nazionale.

Quel primo passo compiuto con successo non ha però spianato la strada ai fautori del voto a 16 anni. Al contrario, il loro cammino è stato sbarrato da numerosi ostacoli. La maggioranza dei tentativi cantonali e quello federale si sono scontrati con i veti parlamentari.

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Landsgemeinde

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Un fuoco di paglia?

“È finita la grande euforia del 2007”, commenta Sebastian Kölliker, membro del comitato che ha lanciato l’iniziativa a Basilea Città. Nel semicantone renano, comunque il progetto è sostenuto dal governo e dal parlamento. Il verdetto finale spetta ora al popolo.

In attesa di conoscere il responso delle urne a Basilea Città, Andreas Gross analizza la situazione in un’altra ottica. Per il deputato socialista zurighese “è sbagliato parlare di venti contrari. Il fatto che ci siano stati parecchi tentativi è un progresso”, sostiene.

Secondo Gross, si dovrebbe piuttosto parlare di una “disillusione” dopo che la maggioranza dei giovani austriaci, che alle ultime elezioni legislative hanno avuto per la prima volta questo diritto a 16 anni, ha votato a destra. A suo avviso, non c’è però nessun motivo per cui i discorsi semplicistici dovrebbero avere una presa diversa sui sedicenni rispetto a coloro che hanno più di 18 anni.

L’alternativa svittese

Il parlamentare zurighese è sedotto da un progetto originale al vaglio a Svitto. Nel cantone confinante con Glarona, prossimamente, potrebbe essere lanciata “un’iniziativa che proporrebbe il diritto di voto solo su domanda. In tal caso abbasserei l’età a 12 anni”.

Andreas Gross mette l’accento sulla motivazione. Senza di essa “gli elettori non si danno la briga di documentarsi sui dossier. La mancanza di conoscenze può essere pericolosa”, mette in guardia il socialista.

Questa terza via non convince invece il suo giovane compagno di partito Sebastian Kölliker, per il quale prevale l’uguaglianza dei diritti. “In ogni modo la metà della gente non vota. Lo stesso succede per i giovani, che hanno la stessa eterogeneità delle altre fasce di età. E chi non vota, non fa del male…”.

La percezione della maturità

Il professore di diritto dell’università di Friburgo Marco Borghi non si pronuncia sulla pertinenza dell’età. Il giurista rammenta che la Costituzione federale sancisce il principio dell’uguaglianza dei suffragi e pone la capacità di discernimento come condizione al diritto di voto.

“Poiché non si può bussare a tutte le porte per verificare se gli elettori hanno tale capacità, in linea di principio l’età è accettata come criterio di esclusione sufficiente. Sapere se la soglia di 16 anni è un limite corretto, però, è una questione di competenza di psicologi e sociologi”.

Il suo collega dell’università di Neuchâtel Pascal Mahon si schiera invece chiaramente per un abbassamento dell’età. Ciò “allarga la base democratica” e corrisponde a una “evoluzione della percezione dell’età. Oggi, per esempio, si considera che dai 12 anni i figli abbiano voce in capitolo nelle procedure di divorzio”, spiega.

“È tipico che questo tipo di innovazioni sia avviato dai cantoni e dopo prosegua a livello federale”, aggiunge Mahon. D’altra parte, è anche una sorta di tradizione che le proposte di modifiche in materia di diritti politici non siano accettate al primo colpo in Svizzera. Lo stesso abbassamento del diritto di voto e di eleggibilità dai 20 ai 18 anni ha ottenuto il nullaosta dell’elettorato elvetico solo al secondo tentativo.

swissinfo, Ariane Gigon
(Traduzione dal francese e adattamento di Sonia Fenazzi)

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Costituzione federale

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A livello federale, dal 1991, il diritto di voto e di eleggibilità si acquisisce al compimento dei 18 anni.

A livello cantonale, attualmente solo a Glarona l’età minima è di 16 anni. In tutti gli altri cantoni è di 18 anni.

Un cambiamento potrebbe intervenire presto nel semicantone di Basilea Città, se l’elettorato domenica approvasse l’abbassamento a 16 anni.

A Berna il popolo si dovrebbe pronunciare quest’anno sull’abbassamento a 16 anni. Governo e parlamento cantonali hanno già dato il nullaosta.

Iniziative analoghe sono pendenti nei cantoni di Uri e di Neuchâtel.

Progetti in tal senso sono invece stati bocciati dai parlamenti nei cantoni di Argovia, Basilea Campagna, Friburgo, Giura, Grigioni, San Gallo, Turgovia e Zurigo.

I basilesi non sono gli unici chiamati alle urne anche per esprimersi su oggetti di interesse cantonale domenica. In altri 11 cantoni gli elettori, complessivamente, si devono pronunciare su una ventina di temi.

Si va dall’adesione al concordato per l’armonizzazione dei sistemi scolastici svizzeri Harmos a Nidvaldo, alla soppressione dell’imposizione fiscale forfettaria per facoltosi stranieri che risiedono nel cantone ma non svolgono un’attività lucrativa in Svizzera a Zurigo, passando per pacchetti di sgravi fiscali a Sciaffusa, Vaud e Friburgo, fino all’introduzione del voto elettronico a Ginevra.

In calendario a Glarona c’è pure l’elezione di un deputato alla Camera bassa del parlamento federale, ad Argovia il ballottaggio per il quinto membro del governo cantonale e a Zurigo l’elezione suppletiva per la carica di sindaco.

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