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L’Italia sequestra il latte per bimbi Nestlé

La tossicità del latte Nestlé ritirato dal mercato non è ancora stata appurata Keystone

Trenta milioni di litri di latte per bambini della multinazionale svizzera, contaminati da un prodotto usato per l'imballaggio, sono stati sequestrati in Italia.

La Nestlé, che contesta le cifre italiane parlando di un massimo di due milioni di litri, ha ritirato dal commercio lo stesso tipo di latte in Portogallo, Spagna e Francia.

Gli uomini del Corpo forestale hanno sequestrato martedì in tutta Italia milioni di litri di latte per bambini prodotto dalla multinazionale elvetica Nestlé. Secondo quanto indicato dal ministro dell’agricoltura Gianni Alemanno, il provvedimento concernerebbe trenta milioni di litri.

L’operazione è scattata dopo i risultati delle analisi effettuati dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche, che avevano rivelato la presenza nel latte di IsopropilThioXantone (ITX), un componente utilizzato nella fabbricazione degli imballaggi Tetra Pak.

Ad esser toccati dall’ordinanza di sequestro sono state le confezioni di Latte Mio e Nidina 2, con scadenza a settembre 2006, e Nidina 1, con scadenza a maggio dell’anno prossimo.

François-Xavier Perroud, portavoce di Nestlé, ha contestato le cifre provenienti dall’Italia: «Non si tratta di 30 milioni di litri di latte, ma al massimo di due milioni».

Latte ritirato anche in altri paesi

Il gruppo Nestlé ha ritirato dalla vendita lotti di latte Nidina non appropriati al consumo anche in Francia, Spagna e Portogallo.

La multinazionale ha inoltre comunicato che i prodotti incriminati non sono commercializzati in Svizzera.

Le analisi non hanno per ora permesso di verificare se la sostanza sia tossica: comunque – ha spiegato la giustizia italiana – «il latte è improprio al consumo».

La filiale italiana di Nestlé ha dal canto suo comunicato di non ritenere «che la presenza di ITX rilevata nei prodotti analizzati costituisca un rischio per la salute» e ha osservato di aver autonomamente deciso di ritirare tutti i latti per l’infanzia liquidi ancora presenti sul mercato.

Un primo sequestro già ad inizio novembre

Quale misura precauzionale, la Nestlé, ha sostituito il contenitore incriminato e i prodotti sugli scaffali con scadenza da ottobre 2006 in poi – come confermato anche dal Corpo della forestale – non presentano alcuna alterazione.

Stando a quanto si è appreso, un primo sequestro era già avvenuto lo scorso 9 novembre. Da analisi effettuate ulteriormente era poi scaturito che tutti i prodotti con data di scadenza settembre 2006 erano contaminati e dovevano quindi essere ritirati dal mercato.

Il ministro dell’agricoltura italiano, Gianni Alemanno, non ha risparmiato le critiche alla multinazionale elvetica: «È incredibile che soggetti particolarmente indifesi, come i bambini, siano sottoposti a rischi tanto grandi su un prodotto così diffuso come il latte».

«Oltre a proseguire i controlli, bisognerà accertare subito quali danni possa causare, se usato per un tempo prolungato, il composto chimico che ha contaminato il latte e intervenire con le cure appropriate», ha aggiunto Alemanno, auspicando l’estensione dell’indagine al resto dell’Europa.

Anche la Confederazione italiana agricoltori ha espresso stupore: «Appare incredibile che un prodotto che dalla stalla al biberon subisce aumenti anche di 12 volte non risponda ai requisiti di qualità e soprattutto di sicurezza alimentare».

«Una tempesta in un bicchier d’acqua»

Dal canto suo, il patron della multinazionale Peter Brabeck ha parlato mercoledì di «una tempesta in un bicchier d’acqua», ribadendo che le tracce dell’inchiostro trovate nel latte sono senza pericolo per la salute.

Brabeck valuta i costi causati dalla vicenda fra i 2 e i 2,5 milioni di euro (tra 3,1 e 3,9 milioni di franchi), nulla se paragonato alla cifra d’affari della multinazionale, che è stata di 3,68 miliardi di franchi nel primo semestre del 2005.

Le dichiarazioni di Brabeck sono state parzialmente confermate dalla Commissione Europea che, citando l’Agenzia europea di sicurezza alimentare, stima «poco probabile», che la contaminazione del latte per bebé presenti un «rischio immediato» per la salute pubblica.

swissinfo e agenzie

Gli imballaggi incriminati sono stati prodotti dalla filiale olandese della ditta svedese Tetra Pak, che si è assunta la responsabilità di quanto accaduto.

Sono stati ritirati dal mercato lotti delle confezioni di Latte Mio e Nidina 1 e 2.

È la seconda volta quest’anno che la Nestlé ha delle difficoltà con le autorità italiane.

In ottobre, le autorità antitrust della penisola avevano inflitto una multa di 9,7 milioni di euro a sette produttori di latte per bebé, tra cui la Nestlé.

Queste società avevano creato un cartello per mantenere prezzi più elevati in Italia rispetto a quelli applicati in altri paesi europei.

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