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L’occhio svizzero sui ponti europei

Molti ponti ferroviari europei datano degli anni'50 e non possono sopportare carichi eccessivi. SBB/CFF/FFS

Due istituti svizzeri sono stati selezionati per partecipare ad un progetto internazionale di valutazione e controllo dei ponti ferroviari europei.

In previsione di un’intensificazione del traffico su rotaia, l’obiettivo è di garantire la sicurezza e di ottimizzare le misure di intervento.

Alla fine dell’anno scorso, la Commissione europea ha dato il suo accordo per il progetto „Sustainable bridges“, che prevede di fornire soluzioni tecnologiche in grado di far fronte all’intensificarsi del traffico su rotaia.

Per il futuro, sono previsti treni più rapidi e con una maggiore frequenza. Il numero dei passeggeri dovrebbe raddoppiare ed il traffico dei vagoni merci triplicare.

Accanto ai 30 gruppi di lavoro dell’Unione europea (Ue), anche due istituti svizzeri partecipano al progetto.

Il Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (Empa) assumerà un ruolo di primo piano nella sorveglianza elettronica dei ponti ferroviari.

Il Politecnico federale di Losanna (Epfl) si concentrerà invece sull’aspetto della sicurezza delle strutture in cemento armato.

Ridurre i costi

Lo stato dei ponti europei preoccupa non poche persone. Molte costruzioni risalgono agli anni ’50 e la loro tenuta suscita molti dubbi.

Il progetto prevede di sviluppare dei metodi che permettano di ottimizzare la potenzialità delle infrastrutture esistenti, nonché di migliorare gli interventi nell’ambito della manutenzione.

Queste misure consentiranno di ridurre i costi. Con una stima del valore dei ponti ferroviari europei che si aggira attorno ai 50 miliardi di euro (75 miliardi di franchi), il progetto dell’Ue dovrebbe permettere di risparmiare un miliardo di euro.

La partecipazione svizzera

Il progetto prevede la partecipazione di imprese ferroviarie, di studi d’ingegneria privati, di istituti di ricerca e di università.

Il gruppo di lavoro che si occupa della sorveglianza elettronica è diretto dal dottor Glauco Feltrin dell’Empa.

Il suo compito è di coordinare il lavoro di otto paesi, ponendo l’accento sul perfezionamento della trasmissione elettronica dei dati e sul miglioramento della diagnosi delle strutture.

Si tratta di sviluppare e di testare dei sistemi di sorveglianza in grado di essere efficaci anche in zone a forte esposizione elettromagnetica, come lo sono appunto le linee ferroviarie.

Le informazioni trasmesse alla centrale servono a determinare tutta una serie di parametri, dalla funzionalità, alla durata di vita del ponte ed alla sicurezza strutturale. Sia per i ponti di lunga data che per quelli appena costruiti.

Il team dell’Epfl, condotto dal direttore del Laboratorio di manutenzione, costruzione e sicurezza delle opere Eugen Brühwiler, si concentra invece sulla resistenza dei ponti in cemento armato.

Migliorare gli interventi

Gli altri punti principali del progetto comprendono l’inventario di tutti i ponti europei, il perfezionamento delle misure di sorveglianza e lo sviluppo di interventi di manutenzione più efficaci.

Il quadro che risulterà da questo progetto sarà trasmesso agli addetti ai lavori tramite conferenze e corsi di aggiornamento.

I risultati del progetto saranno raccolti in una speciale guida che sarà distribuita alle imprese che gestiscono la rete ferroviaria europea.

Un finanziamento non ancora sicuro

Gli istituti europei sono finanziati dalla Commissione europea, che ha messo a disposizione 6,9 milioni di euro (circa 10 milioni di franchi).

L’Empa e l’Epfl sono sostenuti dall’Ufficio federale dell’educazione e della scienza. Al momento si ignora l’ammontare della cifra messa a disposizione dei due istituti svizzeri.

Il montate concesso per il finanziamento delle partecipazioni svizzere ai progetti dell’Ue è tuttavia, per il momento, insufficiente. Il progetto è assicurato solamente per i primi 28 mesi.

swissinfo e agenzie

30 istituti dell’Unione europea e 2 della Confederazione prendono parte al progetto “Sustainable bridges”.
10 milioni di euro su quattro anni il budget previsto.
6,9 milioni sono stanziati dalla Commissione europea.

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