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L’origine della minaccia spaziale

Un fisico di Berna ha ricostruito con l'aiuto del computer il processo di formazione degli asteroidi che orbitano nei pressi della Terra.

Ne hanno parlato tanti film, dal vecchio Meteor ai più recenti Deep Impact e Armageddon: i Near Earth Asteroids (NEA), corpi rocciosi che orbitano intorno al sole a poca distanza dal nostro pianeta, rappresentano una costante minaccia per l’umanità.

Già in passato alcuni di questi oggetti sono precipitati sulla Terra provocando immani catastrofi e mutando il corso dell’evoluzione. Negli ultimi anni, gli astronomi di tutto il mondo hanno intensificato l’osservazione e lo studio dei NEA, per calcolare con precisione le loro traiettorie e adottare contromisure in caso di effettivo pericolo.

Ma da dove vengono questi oggetti e perché formano degli sciami compatti, le cosiddette famiglie asteroidali? Willy Benz, fisico dell’Università di Berna, ha risposto a queste domande con l’aiuto del computer.

Collaborando con un gruppo di ricerca internazionale, ha ricostruito il processo di formazione di due famiglie di NEA: Eunomia e Koronis. Lo scienziato svizzero e i suoi colleghi italiani, francesi e americani hanno avvalorato l’ipotesi che i corpi rocciosi del diametro di pochi chilometri siano il frutto della collisione di asteroidi più grandi, come quelli che popolano la fascia di spazio compresa tra Marte e Giove.

L’impatto tra due di questi oggetti, simulato dal calcolatore, produce centinaia di migliaia di frammenti che in principio si allontanano tra loro, ma immediatamente dopo tornano ad avvicinarsi per effetto della reciproca attrazione gravitazionale.

Il risultato è uno sciame di rocce, simile a quelli osservati dagli astronomi in prossimità del nostro pianeta, che si muovono insieme e occupano complessivamente un volume paragonabile a quello degli asteroidi originari.

Era noto già da tempo che i membri di ciascuna famiglia asteroidale hanno la stessa composizione chimica. La simulazione, descritta sull’ultimo numero della rivista Science, contribuisce a dare credito all’ipotesi della collisione.

Le interazioni gravitazionali con i pianeti e l’energia termica generata dal sole avrebbero allontanato questi sciami dalla cintura asteroidale tra Marte e Giove, spingendoli verso la Terra.

Maria Cristina Valsecchi

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