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La “felicità” bhutanese illustrata in Svizzera

Ambiente, diritti umani e aiuto allo sviluppo sono stati al centro dell'incontro di lunedì a Berna tra la ministra degli affari esteri Micheline Calmy-Rey e il primo ministro del Bhutan Jigme Thinley.

La consigliera federale si è congratulata con il premier bhutanese per i recenti sviluppi dello Stato himalayano, che nel 2007 ha indetto le prime elezioni democratiche della sua storia.

Micheline Calmy-Rey ha ricordato che l’aiuto allo sviluppo svizzero è presente in Bhutan sin dagli anni 1960, indica un comunicato del Dipartimento federale degli affari esteri. Dal 1983 al 2006 il Bhutan è stato uno dei paesi prioritari della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).

Per aiutare il Bhutan nella sua transizione dalla monarchia alla democrazia, la DSC e l’organizzazione Helvetas sostengono in particolare progetti nell’ambito del “buon governo” (good governance), del sistema giudiziario e della lotta alla corruzione. Per il periodo 2008-2013 è previsto un contributo di circa 8 milioni di franchi.

Nel corso dell’incontro si è pure discusso di diritti umani (il Bhutan è uno dei primi paesi asiatici ad aver rinunciato, nel 2004, alla pena di morte), di ambiente e delle conseguenze dei cambiamenti climatici sulle regioni montane.

Domenica, il primo ministro bhutanese si è intrattenuto con il consigliere federale Moritz Leuenberger, al quale ha illustrato il concetto di “Felicità interna lorda”. Questo particolare indice, che si contrappone al Prodotto interno lordo, presuppone uno sviluppo basato sul rispetto delle tradizioni e sulla protezione dell’ambiente.

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