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La campagna elettorale in rete

Sempre più candidati hanno un sito personale swissinfo.ch

Per le elezioni anche internet fa il suo servizio agli oltre 2'800 candidati in lista. Centinaia di siti aspettano i naviganti dicendo: www.votami.ch.

Un profilo personale in rete fa ormai parte dello standard di una campagna elettorale, ma richiede un gran lavoro e il ritorno in immagine non è quantificabile.

Oltre la metà delle economie domestiche svizzere sono collegate ad internet e praticamente tutti gli uffici. E chiaramente i naviganti sono anche elettori che vanno accalappiati.

Dunque non è il caso di lasciarsi scappare l’opportunità. Fra i 2’800 candidati che vogliono conquistarsi uno dei 200 seggi in Consiglio nazionale o uno dei seggi aperti al Consiglio degli Stati, sono in molti ad aver scelto l’opzione internet per la campagna elettorale.

Collettività efficace

La soluzione più gettonata è il sito collettivo. Praticamente tutte le liste (e sono 262 nei 26 cantoni) hanno un loro sito. I candidati si presentano, sorridono, elencano le loro gesta e spiegano perché è buona cosa votarli.

Un esempio elegante è offerto dalle donne radicali del canton Berna. Numerosi indirizzi fantasiosi (pubblicati nei piccoli annunci dei giornali regionali) conducono alla pagina. Da «bertarella.ch», «prodonna.ch», «26xbesser.ch» (26 volte meglio), «sloggy.ch» si arriva alla lista delle candidate.

Ma anche i giovani, presenti spesso con liste autonome collegate a quelle del partito nazionale, si impegnano. E le opinioni che dicono di voler difendere sembrano rispecchiarsi nella grafica. I giovani radicali svizzero-tedeschi si presentano seri ed eleganti («jungfreisinnige.ch»).

I socialisti si presentano in un design-tendenza, simile a migliaia di siti ‘antiglobal’(«juso.ch»); i giovani dell’Unione democratica di centro dimostrano anche nella grafica un certo conservatorismo («jsvp.ch»); colorato, ma discreto nella funzionalità il sito popolare democratico («jcvp.ch»).

Come tanta parte della politica svizzera, praticamente tutti i siti sono in tedesco e francese, la pagina in italiano è spesso limitata nei contenuti. Nei cantoni, dove si svolge la campagna vera e propria, domina la lingua ufficiale del territorio.

Combattenti solitari

Ma alle elezioni si eleggono soprattutto le personalità e dunque molti sfruttano internet come piattaforma di informazione accessoria. Praticamente tutti manifesti elettorali, sparpagliati sul territorio, rimandano all’indirizzo online. La soluzione classica: www.nome-e-cognome.ch.

Curiosa è la scelta del deputato del Partito del lavoro del canton Vaud Joseph Zisyadis. Lui si presenta con due siti diversi sotto «zisyadis.ch» e «zisyadis.com». Più che al commercio, la scelta del «.com» lascia pensare ad un gioco di parole con il «comunismo».

Ma il sito che da anni ha un ruolo consolidato (con 5’000 clic alla settimana) è quello di Christoph Blocher. Con un pronunciato accento zurighese, il politico più conosciuto e discusso della terra elvetica saluta i visitatori della sua pagina internet: «Buongiorno, mi fa piacere che visitiate la mia homepage». E c’è anche lo shop, dove si posso ordinare le sue pubblicazioni e anche le videocassette dei suoi discorsi.

Questioni generazionali

Ma non tutti hanno fatto il salto verso l’informazione globale. «Bisogna valutare le proprie risorse, e un sito internet richiede tempo e capacità tecniche e poi bisogna gestirlo, rinnovare le informazioni e rispondere alle domande dei naviganti che fanno uso degli indirizzi indicati», spiega Michela Trisconi, collaboratrice scientifica presso Partito popolare democratico e candidata al Consiglio nazionale.

Anche fra chi fa politica, la valutazione dell’importanza di un sito internet per la campagna elettorale è variabile. Chi è più anziano, o semplicemente non ha un contatto diretto con il nuovo canale d’informazione, non sente il bisogno di presentarsi in rete, si afferma negli ambienti di Palazzo federale.

Un sito serve però a chi è già eletto. «Chi cura la sua pagina inserisce in rete gli interventi parlamentari, i suoi articoli, le sue posizioni. Questo permette di diffondere le proprie posizioni e di renderle accessibili», commenta Michela Trisconi.

Ma l’effetto positivo di un proprio sito non è ancora dimostrato. Non esistono panoramiche e statistiche sul numero di visite o sul comportamento degli elettori. Nessuno, al momento sa se il mezzo internet serva davvero ai candidati. I primi studi arrivati dagli Stati Uniti sembrano sostenere l’importanza del mezzo, ma in Europa si punta ancora sulle campagne tradizionali e sulla stampa e la televisione.

swissinfo, Daniele Papacella

Nella Svizzera italiana, solo cinque candidati hanno un proprio indirizzo internet. Praticamente tutti gli altri hanno delle semplici schede sui siti dei partiti o delle organizzazioni che li sostengono.

Nel tradizionale blu dei popolari democratici ticinesi, si presenta il sito del candidato al Consiglio degli Stati Filippo Lombardi. Il sito si apre anche acusticamente: il motivo e quello dei film di James Bond.

Senza effetti speciali, ma ricco di informazioni è il sito di Chiara Simoneschi-Cortesi che si ripresenta per il Nazionale. La Simoneschi tiene al contatto con il pubblico e ha incaricato la sua collaboratrice di seguire il sito.

Alla ricerca «di una campagna elettorale con mezzi di comunicazione relativamente nuovi» è anche il leventinese Fabio Pedrina. Il socialista ha scelto a sua volta un moderato blu e non il rosso del suo partito per un allestimento grafico.

Più rudimentale, ma evidentemente costruito con grande impegno personale è il sito del giovane candidato della Lega dei ticinesi Norman Gobbi.

Anche un candidato del Grigioni italiano ha un suo sito personale. Patrick Lardi, candidato sulla lista giovani del Partito popolare democratico, è di Poschiavo. Le informazioni non superano i dati personali e alcune informazioni di base.

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