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La chiave sta nelle relazioni personali

Iwan Rickenbacher: non tutto il male viene per nuocere. Keystone

La pressione sul segreto bancario elvetico da tempo non lascia dormire sonni tranquilli al governo e alle autorità. È giunta l’ora di Presenza Svizzera? swissinfo.ch ha intervistato Iwan Rickenbacher, esperto in comunicazione.

«The End of Switzerland» era un titolo che campeggiava ultimamente sulla stampa estera e sottolineava ancora una volta le difficoltà alle quali il segreto bancario svizzero è recentemente confrontato.

Secondo l’articolo apparso il cinque febbraio nella rivista americana Newsweek, la crisi economica e l’acutizzarsi della xenofobia stanno infatti minando l’ottima immagine che si ha all’estero della Svizzera.

Per valutare le conseguenze sull’immagine della Confederazione all’estero e quale ruolo dovrebbe svolgere Presenza Svizzera, swissinfo.ch ha intervistato l’esperto in comunicazione Iwan Rickenbacher, professore onorario presso l’Università di Berna ed ex segretario generale del Partito popolare democratico (PPD).

swissinfo.ch: La Svizzera è l’animale ferito sul quale si accanisce la muta di sciacalli?

Iwan Rickenbacher: Questa potrebbe essere un’interpretazione. L’altra rende invece onore alla Svizzera. Nel 2009, anno segnato dalla grave crisi economica, il Paese ha registrato utili nelle finanze pubbliche, ha segnato un tasso di disoccupazione inferiore agli altri Stati e può ancora contare su un mondo finanziario che funziona molto bene. La Svizzera non è quindi l’animale in punto di morte, suscita anzi l’invidia degli altri.

swissinfo.ch: L’immagine della Svizzera si sta dunque riprendendo? Gli ospiti sono tornati a sciare e il commercio estero sta risalendo la china.

I.R.: Le dure critiche rivolte alla Svizzera, alle autorità e alla piazza finanziaria da una parte dei media potrebbero avere duplici conseguenze. Oltre ad attaccare la Svizzera, la stampa estera mette anche l’accento su aspetti positivi quali la stabilità e la ridotta imposizione fiscale di cui si gode nel nostro Paese.

D’altra parte, questi rimproveri nei confronti della Svizzera possono suscitare all’estero reazioni diverse. I politici – per esempio – si sentono in dovere di usare un linguaggio più aspro nei confronti degli evasori fiscali al fine di evitare che i capitali dei loro Stati vengano espatriati negli istituti bancari elvetici.

Fra la popolazione, invece, l’immagine di una Svizzera che personifica il Paese ideale viene invece rafforzata.

swissinfo.ch: Quale effetto potrebbe avere oggi una campagna di Presenza Svizzera?

I.R.: Vanno considerati due aspetti. In un periodo di crisi, come quello attuale, Presenza Svizzera non può fare miracoli. Molto di più possono fare le autorità e i politici grazie alle discussioni con i loro omologhi esteri.

Le situazioni di crisi hanno d’altro canto il pregio di fare emergere in superficie vecchi pregiudizi o malintesi nei confronti di uno Stato. Le organizzazioni come Presenza Svizzera hanno così la possibilità di valutare come l’immagine della Svizzera viene percepita all’estero e di apportare dei correttivi alla propria strategia, così com’è avvenuto negli anni Novanta dopo la questione dei fondi ebraici in giacenza. Si può così dare avvio a campagne mirate.

Presenza Svizzera non può comunque essere vista quale salvatrice a breve termine dell’immagine della Svizzera. La sua opera di sensibilizzazione e di comunicazione ha effetto piuttosto a lungo termine.

swissinfo.ch: Nella questione dell’evasione fiscale sembra quasi si ripeta la situazione vissuta con lo scandalo dei fondi in giacenza…

I.R.: Certo, sarebbe stato più opportuno trovare delle soluzioni prima che la piazza finanziaria svizzera fosse investita dalle critiche.

Non va comunque sottovalutata la particolare situazione nella quale la piccola Svizzera è chiamata ad agire. Se sono in gioco gli interessi di Stati membri dell’Unione europea o degli Stati uniti, la Confederazione deve nolente o volente scendere a compromessi.

È quindi necessario trovare una soluzione che sappia accontentare i nostri potenti vicini. Gli spazi di manovra nel caso specifico sono relativamente esigui.

swissinfo.ch: Presenza Svizzera ha iniziato nel 2009 una campagna negli Stati uniti. Nel frattempo l’ha però interrotta poiché sono mancati i finanziamenti. In una situazione come quella attuale è possibile dare vita a una campagna in difesa dell’immagine della Svizzera all’estero?

I.R.: Alcuni ritengono che l’immagine della Svizzera fra i leader d’opinione in campo economico e sociale negli Stati uniti è ancora ottima. È un quadro che va preso comunque con le pinze.

È fondamentale invece continuare ad adoperarsi affinché questa immagine positiva della Svizzera venga rafforzata. Vanno inoltre allacciati nuovi contatti, specialmente negli Stati uniti, una meta privilegiata per Presenza Svizzera, ma anche negli Stati emergenti quali Cina e India.

swissinfo.ch: Come dovrebbero essere impostate queste campagne?

I.R.: Una strategia adeguata non può essere semplicemente estratta dal cilindro. Una cosa è comunque certa: in un mondo sempre più globalizzato, nel quale ogni informazione è fruibile nel web, il contatto personale ha ancora un ruolo fondamentale. Quale contraltare al mondo virtuale, va dedicata quindi maggiore attenzione alle relazioni, alle conoscenze personali.
Intrecciare una rete fra persone chiave in Svizzera e all’estero è certamente uno dei compiti principali. Questa rete va stabilita e coltivata in occasione di convegni e incontri.

Renat Künzi, swissinfo.ch
(traduzione dal tedesco, Luca Beti)

Aprile 2009: L’OCSE inserisce la Svizzera nella cosiddetta lista grigia dei paesi non cooperativi per quanto riguarda lo scambio d’informazioni e l’assistenza amministrativa in caso d’evasione fiscale

Settembre 2009: La Confederazione viene stralciata dalla lista grigia dopo aver sottoscritto 12 convenzioni di doppia imposizione rinegoziate secondo gli standard OCSE.

Ottobre 2009: lo scudo fiscale italiano crea tensioni fra Berna e Roma.

Dicembre 2009: Contenzioso con la Francia, che vuole utilizzare i dati rubati alla banca ginevrina HSBC per individuare eventuali evasori.

Gennaio 2010: il Tribunale amministrativo federale giudica priva di base legale la procedura di assistenza amministrativa prevista dall’accordo extragiudiziale firmato nell’agosto 2009 con Washington.

Febbraio 2010: la Germania annuncia la sua intenzione di trattare con un informatore in possesso di dati bancari sottratti illegalmente in Svizzera.

È integrata nel Dipartimento federale degli affari esteri DFAE e ha il compito di far conoscere la Svizzera all’estero.

Fra i suoi compiti rientrano la promozione della visibilità della Svizzera all’estero, la presentazione all’opinione pubblica estera delle posizioni e degli interessi politici della Svizzera, la creazione e il mantenimento di una rete di relazioni fra la Svizzera e i centri decisionali e gli organi d’informazione all’estero.

Presenza Svizzera adempie questi compiti realizzando progetti all’estero, invitando in Svizzera operatori dei media e leader d’opinione stranieri, sviluppando e distribuendo all’estero strumenti d’informazione sulla Svizzera e curando la partecipazione della Svizzera a importanti manifestazioni internazionali.

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