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La Colombia critica la Svizzera

Una colonna delle FARC nella zona smilitarizzata proposta dalla Svizzera, dalla Spagna e dalla Francia Keystone Archive

Il vicepresidente colombiano ha accusato Berna di finanziare organizzazioni non governative che simpatizzano con le Forze armate rivoluzionarie.

Il Dipartimento degli affari esteri non commenta. «In nessun caso sosteniamo le FARC», sottolinea dal canto suo Pane per i fratelli, una delle due ONG verosimilmente prese di mira.

Il vicepresidente della Colombia Francisco Santos ha rimproverato alla Svizzera di finanziare organizzazioni non governative che sostengono i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) nella loro lotta contro il governo.

«Vi è una campagna molto aggressiva contro la Colombia attraverso una ONG finanziata dal Ministero svizzero della cooperazione», ha dichiarato venerdì sera Francisco Santos.

Il Dipartimento federale degli affari esteri ha deciso di non commentare, «a questo stadio, tali affermazioni».

Stando a fonti governative di Bogotà, in realtà le ONG prese di mira sarebbero due: Sacrificio quaresimale e Pane per i fratelli, due ONG svizzere che godono dei finanziamenti della Direzione dello sviluppo e della cooperazione, l’ente della Confederazione preposto alla cooperazione allo sviluppo.

Le ONG respingono le accuse

Ogni anno prima di Pasqua, queste due organizzazioni conducono una campagna comune.

«Quest’anno, la campagna di affissioni – condotta a livello svizzero – aveva per tema il rispetto dei diritti umani a livello mondiale. Su uno dei manifesti era rappresentata una scatola di conserva calpestata che simbolizza la repressione in Colombia», precisa a swissinfo Charles Sidoré, segretario generale romando di Sacrificio quaresimale

In Colombia, Sacrificio Quaresimale appoggia alcune organizzazioni attive nella lotta per il rispetto dei diritti umani.

«La popolazione è spesso presa in ostaggio tra la guerriglia, le forze paramilitari e quelle governative. In nessun caso sosteniamo però le FARC», dichiara ancora Sidoré.

«Respingiamo con fermezza le accuse, non è mai stata nostra intenzione attaccare il governo colombiano», aggiunge dal canto suo Antonio Hautle, direttore della stessa ONG.

«Volevamo rendere attenti al fatto che la Colombia ha un problema con i diritti umani. Il governo ha interpretato questa critica unicamente come una critica nei suoi confronti», dichiara ancora Antonio Hautle. «Se dobbiamo muovere una critica alle autorità colombiane, essa concerne la legge di amnistia che riguarda solo i gruppi paramilitari di destra».

Svizzera molto attiva in Colombia

L’attacco delle autorità colombiane avviene dopo che il sette aprile – in un’intervista pubblicata dal giornale romando «Le Temps» – l’ambasciatrice colombiana a Berna, Elena Echavarria, aveva definito molto importante il ruolo di facilitazione svolto dalla Svizzera nei rapporti fra il governo di Bogotà e le FARC.

In dicembre, Bogotà aveva accettato la proposta avanzata da Svizzera, Francia e Spagna di creare una zona smilitarizzata nel nord-ovest della Colombia per avviare negoziati umanitari con i guerriglieri, ma all’inizio di gennaio le FARC avevano rifiutato di trattare col presidente Alvaro Uribe.

L’ambasciatrice aveva affermato di riporre molte speranze nella Svizzera. La Confederazione – aveva affermato al quotidiano romando- «gode di un’autorità morale molto alta e quindi di una legittimità che la rende credibile sia agli occhi del governo colombiano che a quelli di gruppi illegali».

swissinfo e agenzie

Fondata nel 1961, l’organizzazione cattolica Sacrificio Quaresimale sostiene ogni anno circa 230 progetti in 23 paesi.
Nel 2004, ha investito oltre 16 milioni di franchi. Il 38,5% di questa somma va a progetti di sviluppo, altrettanto a progetti pastorali e il 23% a progetti in Svizzera.
Pane per i fratelli è un’organizzazione delle Chiese evangeliche svizzere.
Dal 1961 sostiene progetti di sviluppo in Africa, Asia e America latina.
Nel 2004, Pane per i fratelli ha investito circa 11,8 milioni di franchi.

In dicembre, Svizzera, Francia e Spagna hanno proposto la creazione di una zona smilitarizzata di 280 km2 per facilitare i negoziati tra governo e guerriglia, in particolare per un accordo umanitario sugli ostaggi.

Le FARC, principale gruppo guerrigliero, rifiutano di negoziare con il presidente colombiano Uribe. Chiedono la liberazione di 500 prigionieri da scambiare con 59 ostaggi, tra cui la franco-colombiana Ingrid Betancourt, candidata alla presidenza.

Da parte sua, l’altro gruppo guerrigliero di estrema sinistra, l’Esercito di liberazione nazionale, ha incontrato in dicembre a Cuba il presidente Uribe. Anche in questo caso la Svizzera ha svolto un ruolo di primo piano.

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