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La diga di Ilisu al centro di controversie in Svizzera

Keystone Archive

Sostenitori e oppositori della centrale idroelettrica, giunti dalla Turchia, hanno presentato a Berna le loro posizioni in merito al contestato progetto, realizzato anche da ditte svizzere.

Mentre membri delle comunità locali denunciano le conseguenze della costruzione della diga di Ilisu, rappresentanti dell’economia la considerano indispensabile per lottare contro la miseria.

La partecipazione di alcune aziende elvetiche alla realizzazione del mega-progetto ha spinto un comitato di oppositori ed uno di sostenitori a venire appositamente dalla Turchia fino in Svizzera per perorare la loro causa.

Una delegazione di rappresentanti di ambienti politici ed economici turchi è stata accolta in mattinata dal Dipartimento federale degli affari esteri. I sostenitori della diga di Ilisu, che hanno tenuto anche una conferenza stampa a Zurigo, intendono convincere le autorità svizzere dell’importanza della centrale idroelettrica per il futuro della Turchia.

Stando a Mehmet Besir Hamidi, capo della delegazione, la realizzazione dell’opera è indispensabile alla sopravvivenza dell’economia di Ilisu, una regione alquanto povera. L’80% della popolazione locale sarebbe favorevole alla diga che il governo turco intende costruire sul fiume Tigri, alla frontiera tra Iraq e Siria.

Danni umani e ambientali

I sostenitori del progetto sperano che il governo svizzero accordi la garanzia dei rischi all’esportazione (GRE) alle imprese elvetiche intenzionate a costruire la diga.

A fine dicembre 2005 il consorzio svizzero formato da Alstom Suisse, VA Tech Suisse, Officine idroelettriche della Maggia, Stucki e Colenco aveva sollecitato la GRE, che permetterebbe alle ditte interessate di coprire eventuali rischi finanziari legati alla loro partecipazione.

Sull’altro fronte, attivisti turchi in visita a Berna hanno denunciato invece, nel corso di una conferenza stampa, i danni che causerebbe la realizzazione della diga.

Secondo la delegazione, migliaia di persone, costrette ad abbandonare le loro case, finiranno con ingrossare le bidonville delle città circostanti. Ecosistemi e beni culturali andranno inoltre persi per sempre.

Per questi motivi, gli attivisti – tra cui sindaci di villaggi della zona interessata – hanno chiesto l’abbandono puro e semplice del progetto e, al suo posto, la promozione del turismo sostenibile.

Pressioni internazionali

Il comitato di oppositori viene sostenuto dalla Dichiarazione di Berna (DB), che ha chiesto nuovamente lunedì al Consiglio federale di non concedere la GRE alle ditte svizzere coinvolte nel progetto. Non è la prima volta che DB interviene per denunciare i risvolti, a suo dire problematici, legati alla realizzazione di quest’opera.

Nel 2002, pressioni internazionali erano riuscite ad obbligare il governo di Ankara a rivedere il proprio progetto. Lo studio di un’esperta, Ayse Kudat, aveva evidenziato che l’opera avrebbe comportato lo spostamento di un numero ben superiore di persone a quello previsto originariamente.

La ricerca aveva mostrato che tra le 19 000 e le 34 000 persone sarebbero sicuramente state obbligate ad abbandonare le loro terre dell’Anatolia orientale e che la realizzazione della centrale idroelettrica avrebbe avuto effetti negativi per 55 000-78 000 abitanti.

In base a questi risultati, DB aveva denunciato la leggerezza con cui era stata portata avanti la preparazione del progetto. Sulla base delle critiche e dei suggerimenti contenuti nel rapporto per risolvere i problemi causati dallo spostamento di un così gran numero di persone, la Turchia ha rivisto il progetto iniziale.

In seguito alle proteste, il governo svizzero aveva già sospeso nel 2001 la GRE, concessa nel 1998. Nel 2002 UBS si era ritirata dal progetto invocando motivi di carattere ecologico e sociale.

swissinfo e agenzie

La garanzia dei rischi all’esportazione (GRE) rappresenta uno strumento importante per sostenere le aziende svizzere che operano all’estero.

Con la GRE le ditte elvetiche possono in pratica assicurarsi contro dei rischi di esportazione, che non vengono presi a carico dalle compagnie di assicurazione.

La garanzia, introdotta nel 1934, viene attualmente concessa per 150 paesi.

Tra questi in particolare la Turchia, India, Cina, Arabia Saudita, Barhein, Israele, Messico, Venezuela, Iran e Vietnam.

La concessione della GRE ad alcuni progetti con gravi conseguenze sociali e ambientali, come la diga di Ilisu in Turchia o quella delle Tre Gole in Cina, ha sollevato dagli anni ’90 numerose critiche in Svizzera.

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