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La fiscalità dei risparmi, pomo della discordia

Una vicenda ingarbugliata: i rapporti fra Svizzera e Unione europea Keystone Archive

I negoziati fra la Svizzera e l'Unione europea sulla fiscalità dei risparmi sono ripresi martedì a Bruxelles.

I disaccordi persistono. Bruxelles chiede uno scambio automatico di informazioni, Berna difende il suo segreto bancario.

Dopo la pausa estiva, riprendono i negoziati bilaterali fra la Svizzera e l’Unione europea (UE). Le trattative sono iniziate martedì con un incontro a Bruxelles sulla fiscalità dei risparmi: uno dei dossiers più difficili di questo nuovo round negoziale.

Nel corsa della prima riunione, lo scorso giugno, i negoziatori delle due parti avevano potuto solo constatare il loro disaccordo. Per evitare l’evasione fiscale, i Quindici vogliono creare un sistema automatico di scambio d’informazioni fra le amministrazioni nazionali.

Ma un tale sistema può funzionare efficacemente solo se Paesi terzi, come gli Stati Uniti e la Svizzera, adottano un sistema analogo.

Netto rifiuto di Berna

La risposta della Svizzera è chiara: no. Non si accetta in nessun caso un sistema che potrebbe minare il segreto bancario. Quale alternativa la Svizzera propone una ritenuta sull’imposta alla fonte.

Venerdì scorso, durante una visita ufficiale a Copenhagen, Kaspar Villiger ha ricordato al premier danese, Anders Fogh Rasmussen, la posizione della Svizzera. Il premier danese ha ribadito che l’Unione europea vuole uno scambio automatico di informazioni.

La Danimarca, presidente di turno dell’UE, non intende dunque sostenere la posizione svizzera presso i suoi partner. “Anche i Paesi terzi devono rispettare le regole”, precisa Rasmussen.

Ognuno resta dunque fermo sulle sue posizioni. Secondo gli osservatori, tutti gli scenari sono possibili.

L’incognita americana

La vera incognita risiede nella posizione americana. Gli Stati Uniti non hanno ancora deciso se accettare o meno il progetto europeo. Se Washington dovesse rifiutare lo scambio automatico di informazioni, per l’Unione europea diventerebbe difficile imporre questo sistema alla Svizzera. Se invece l’America desse luce verde al progetto, la Svizzera verrebbe a trovarsi in una posizione scomoda.

I risultati delle trattative fra l’Unione europea e gli Stati Uniti influenzeranno dunque direttamente i negoziati con la Svizzera. Ancora non ê chiaro quando Washington darà la sua risposta. In questo senso, è poco probabile che martedì si registrino progressi sostanziali.

Per i Quindici, tuttavia, il tempo stringe. L’Unione europea si è infatti impegnata a portare a termine le trattative con i Paesi terzi entro la fine dell’anno.

swissinfo/Barbara Speziali, Bruxelles

Il futuro del segreto bancario svizzero dipenderà indirettamente dagli Stati Uniti, dalla loro decisione di aderire al modello di scambio di informazioni confidenziali sui risparmi bancari, proposto dall’UE.

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