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La lobby dei bambini alza il tono

Circa 230 mila bambini vivono in condizioni di povertà in Svizzera Keystone

Le autorità svizzere sono invitate ad accelerare e migliorare l'applicazione delle misure previste dalla Convenzione dell'Onu su diritti dei bambini.

Secondo la Rete svizzera diritti del bambino, che riunisce una quarantina di organizzazioni, diverse lacune legali ostacolano la lotta contro la violenza, la povertà e le discriminazioni.

I fanciulli in Svizzera sono tuttora considerati «senza voce né diritti», ha affermato Jean Zermatten, membro del Comitato delle Nazioni unite per i diritti dei bambini, durante un convegno tenuto lunedì a Berna.

Per l’ex giudice dei minorenni vallesano, come per i rappresentanti delle 40 organizzazioni riunite nella «Rete svizzera diritti del bambino», anche se «le cose per l’infanzia vanno abbastanza bene in Svizzera», rimangono pur sempre diverse lacune da colmare.

Basandosi sulla Convenzione dell’Onu sui diritti dei bambini, che la Svizzera ha ratificato nel 1997, la Rete ha presentato un catalogo comprendente 10 «priorità», in cui chiede tra l’altro alla Confederazione di elaborare entro il 2007 un «Piano nazionale di azione per migliorare l’ambiente e la salute di adolescenti e fanciulli».

230’000 fanciulli poveri

Sostenute dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), le organizzazioni attive in favore dei bambini rivendicano in particolare misure più incisive per lottare contro la discriminazione, la carenza di strutture d’accoglienza per la prima infanzia, l’assenza di una vera politica di sussidi famigliari e la coordinazione tra cantoni.

Nella Confederazione si contano 230 000 fanciulli poveri, hanno sottolineato alcuni oratori, ricordando che giovani e bambini sono la prima categoria di persone dipendenti dall’aiuto sociale.

La Confederazione figura inoltre al secondo posto in Europa, per quanto riguarda i paesi con il tasso di suicidio giovanile più alto.

Ma vi sono altri problemi sensibili: ad esempio, il 25-30 per cento dei bambini soffre di sedentarietà e sovrappeso e 6000-7000 ragazze e giovani donne hanno subito o rischiano una mutilazione sessuale.

Più impegno politico e finanziario

Tra le dieci priorità elencate nell’appello vi è la richiesta di un sussidio famigliare minimo di 200 franchi per bambino e di 250 per giovane in formazione, per tutto il territorio nazionale.

Un progetto di legge in questo senso è stato bocciato dal Consiglio degli Stati nella sessione autunnale.

Vari oratori hanno pure puntato il dito contro la mancanza di strutture d’accoglienza per bambini con genitori attivi professionalmente.

Nel settore della salute la Rete ha chiesto un impegno politico e finanziario più deciso a favore della prevenzione e della protezione dei minorenni.

Le organizzazioni chiedono anche una legge federale sull’infanzia e una maggiore coordinazione tra Confederazione, comuni e cantoni.

I continui tagli nei budget per l’infanzia, come ad esempio quello relativo a gioventù e sport, sono stati criticati da alcuni partecipanti, i quali hanno inoltre sottolineato le grandi differenze in termini di politica dell’infanzia che sussistono tra i cantoni.

Se da un lato per il direttore dell’UFAS Yves Rossier il federalismo non è responsabile di tutti i mali, dall’altro Zermatten ha sottolineato che il trattamento riservato ai fanciulli varia secondo il cantone di residenza, ciò che è contrario alla Convenzione delle Nazioni Unite.

Politica di asilo criticata

Le organizzazioni denunciano pure «palesi lacune» nella politica adottata nei confronti di richiedenti l’asilo minorenni e bambini rifugiati.

Una particolare preoccupazione è stata manifestata durante il convegno per la sorte di richiedenti minorenni non accompagnati, per i quali non esiste una politica unificata.

A questo proposito, Zermatten ha giudicato «molto negativa» la revisione della legge sull’asilo, applicata molto diversamente da un cantone all’altro.

La Rete svizzera diritti del bambino è nata nel 2003. Tra gli artefici figurano in particolare Terre des hommes, il Fondo internazionale d’emergenza delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) Svizzera, Pro Juventute, Pro Familia e il Movimento scaut svizzero (MSS).

Al convegno tenuto lunedì a Berna hanno partecipato anche vari specialisti, rappresentanti dell’amministrazione, delle autorità, della scuola, della ricerca, delle Chiese e della giustizia.

swissinfo e agenzie

Le 10 priorità presentate dalla Rete svizzera diritti del bambino:
1. Il benessere dei bambini deve prevalere rispetto ad altri interessi
2. Elaborare una legge quadro per attuare la politica in favore dei bambini e dei giovani
3. Sorvegliare gli impegni assunti nell’ambito della Convenzione dell’ONU sui diritti dei bambini
4. Promuovere strutture d’accoglienza per i bambini i cui genitori lavorano
5. Migliorare lo stato di salute fisica e psichica dei bambini
6. Prevenire e combattere ogni forma di violenza nei confronti di fanciulli e adolescenti
7. Lottare contro la povertà dell’infanzia
8. Coordinare a livello nazionale le attività nel settore della formazione
9. Tener conto dei bisogni dei bambini nell’ambito della politica di asilo
10. Sensibilizzare gli adulti sui diritti dei bambini in virtù della Convenzione dell’ONU.

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