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La lotta contro il cancro è un impegno globale

Tumore ai polmoni: un pericolo in agguato per i fumatori Okapia

Il cancro uccide ogni anno milioni di persone nel mondo. Ciò non è frutto della fatalità. Il congresso dell'UICC in corso in questi giorni a Ginevra richiama alle loro responsabilità governi e politici, affinché si inverta la rotta.

Negli ultimi decenni la scienza ha conseguito enormi progressi. La medicina oggi riesce a sconfiggere molte forme di cancro. Gran parte dei tumori potrebbe essere evitata con semplici comportamenti di vita quotidiana.

Ma paradossalmente la situazione è allarmante: nei paesi poveri e in quelli emergenti il numero delle vittime continua a crescere e per i prossimi anni si prevede uno scenario catastrofico.

In questi paesi, ai tumori legati alla povertà, si sono infatti aggiunti quelli legati ai modi di vita occidentali, che si diffondono a macchia d’olio. Un’evoluzione resa ancor più drammatica dalla mancanza di prevenzione e di strutture sanitarie adeguate.

Attualmente “i tumori maligni uccidono molte più persone che l’Aids, la tubercolosi e la malaria messe insieme”, precisa il presidente dell’Unione internazionale contro il cancro (UICC) Franco Cavalli. Questa malattia costituisce “il problema principale a livello mondiale nel campo sanitario”. L’urgente necessità di interventi è evidente.

Il cancro si combatte anche politicamente

“È quindi ora che le istanze politiche mondiali se ne occupino attivamente”, osserva Cavalli, spiegando a swissinfo che l’UICC si prefigge di “convincere tutte le istanze politiche responsabili, e soprattutto i governi del G8, ad agire di più di quanto abbiano fatto finora”.

Un obiettivo che l’UICC persegue anche tramite il World Cancer Congress (WCC), il simposio che da giovedì a domenica riunisce circa 2500 specialisti provenienti da tutto il pianeta. “Questo non è il ‘solito’ congresso” in cui medici e ricercatori discutono esclusivamente di risultati e progressi scientifici, puntualizza il celebre professore di oncologia che, assieme all’ex alta commissaria dell’ONU per i diritti umani Mary Robinson, presiede il WCC.

Il compito dei congressisti è di fissare gli obiettivi per il 2020 e di definire mezzi e tappe prioritarie per raggiungerli, soprattutto nei paesi poveri. “Lo scopo del congresso è meno quello di presentare l’ultima novità, ma piuttosto quello di dare un impulso concreto a livello mondiale alla lotta contro il cancro”, osserva Franco Cavalli.

Il fumo negli occhi dell’UICC

Al congresso sono affrontate cinque grandi tematiche: prevenzione e controllo, trasferimento delle conoscenze, sostegno ai pazienti, sviluppo delle competenze organizzative e controllo del tabagismo. La prevenzione di quest’ultimo è già da tempo una delle attività prioritarie dell’UICC, che è ora determinata ad intensificare e coordinare gli sforzi.

“Il tabagismo rimane la causa principale dei tumori. Si considera che sia coinvolto grosso modo in un quarto dei casi”, evidenzia Cavalli. Il medico ricorda inoltre che il tabagismo riveste un ruolo di primo piano “anche per una serie di altre malattie, principalmente di tipo cardiaco e respiratorio”.

Il presidente dell’UICC cita l’esempio della Cina, dove si è calcolato che, se il tabagismo non diminuirà, “nel 2020 ci saranno 3 milioni di persone che moriranno ogni anno per tumori al polmone, senza pensare agli infarti o alle insufficienze respiratorie”.

Nonostante le campagne di prevenzione, “una sottile e perfida propaganda a favore della sigaretta continua ad influenzare una buona parte della popolazione mondiale. Bisogna quindi battersi per proibire questo tipo di pubblicità”. Inoltre occorre sviluppare un’informazione “più convincente”.

Prevenire è meglio che guarire

Le campagne anti-fumo hanno comunque già portato frutti: in alcuni paesi occidentali il tabagismo è diminuito. Ma il lavoro che resta da fare è enorme, soprattutto in quei paesi in via di sviluppo e in quelli emergenti, dove si è riscontrata un’evoluzione inversa.

La lotta al tabagismo non è l’unica prevenzione su cui si punta. “Noi sappiamo che perlomeno il 40% dei tumori possono essere prevenuti evitando il fumo, il consumo eccessivo di alcol, l’obesità, le infezioni pericolose e scegliendo dei modi di vita sani”, dice il presidente dell’UICC. Le campagne dei prossimi anni saranno perciò incentrate su questi temi.

A ciò si aggiunge ora la “prevenzione attiva: per esempio con certi farmaci da somministrare alle donne che hanno un alto rischio di sviluppare un tumore al seno o con i vaccini anti-infettivi”. Nei paesi in via di sviluppo le infezioni sono responsabili di oltre un terzo dei tumori, rammenta l’esperto. Cavalli fa poi l’esempio della Mongolia, dove addirittura il 60% dei tumori sono quelli al fegato, dovuti al virus dell’epatite.

In questo contesto è fondamentale “riuscire a definire quali sono le persone ad alto rischio e sviluppare programmi specifici per loro”. I problemi potranno essere risolti solo con una strategia globale e solidale. Al congresso di Ginevra si vogliono mettere le basi per avviare questo progetto di speranza

swissinfo, Sonia Fenazzi

Nel mondo si stima che nel 2007 siano morte 7,6 milioni di persone di cancro e che i nuovi casi abbiano superato i 12 milioni.

Se nulla cambia, si calcola che nel 2030 il numero di decessi annuali salirà a 11,5 milioni e quello dei nuovi casi a 16 milioni.

È l’unica organizzazione internazionale non governativa che si dedica esclusivamente alla lotta mondiale contro il cancro.

Fondata nel 1993, conta circa 330 membri, fra leghe contro il cancro e organizzazioni attive nella ricerca. Rappresenta il più grande ente non lucrativo, indipendente, nel campo della lotta contro il cancro.

Finanzia 300 borse all’anno per la formazione nei campi dell’oncologia, coordina campagne di prevenzione e di diagnosi precoce, specialmente nei paesi in via di sviluppo.

In collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità, vuole attirare l’attenzione di governi e politici sul problema del cancro.

Il congresso è organizzato ogni due anni dall’UICC.

L’edizione 2008 si svolge a Ginevra dal 27 al 31 agosto e riunisce 2500 specialisti del cancro provenienti da tutto il mondo.

Alla cerimonia d’apertura prendono parte in particolare il presidente della Confederazione Pascal Couchepin e quello dell’Uruguay Tabaré Vazsquez, come pure la direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Margaret Chan.

In calendario ci sono le presentazioni di nuovi studi sul cancro del collo dell’utero e dei risultati di un’inchiesta internazionale comparativa sulle conoscenze dell’opinione pubblica sui fattori di rischio e la malattia.

Il programma scientifico è incentrato su cinque temi, fra i quali spicca la lotta al tabagismo.

A margine dei lavori si tiene un festival cinematografico che vede in competizione 33 film di 16 paesi dedicati al tema del cancro. Fra questi figura “Freeheld”, vincitore dell’Oscar per il miglior cortometraggio documentario nel 2008.

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