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La panne generale è servita da lezione alle FFS

Il blackout del 22 giugno ha immobilizzato circa 2'000 treni e 200'000 viaggiatori Keystone

Per evitare una nuova paralisi come quella del 22 giugno, le Ferrovie federali svizzere miglioreranno la sicurezza dell'approvigionamento energetico.

La panne è stata causata da una concatenazione di fattori e di errori, ma il consiglio d’amministrazione non farà cadere nessuna testa.

Delle indicazioni errate, una quantità enorme di allarmi e uno scenario che non era mai stato preso in considerazione.

Sono le tre cause all’origine della panne generale che il 22 giugno scorso ha paralizzato per diverse ore l’intera rete delle Ferrovie federali svizzere.

Un effetto domino

Secondo il rapporto presentato lunedì, due delle tre linee ad alta tensione che collegano la regione del San Gottardo al nord della Svizzera sono state disattivate per procedere a dei lavori in modo sicuro.

A causa di indicazioni sbagliate, sulla sola linea di trasporto elettrico allora in funzione – quella fra Amsteg e Rotkreuz – è stata inviata una quantità di corrente eccessiva. A causa del sovraccarico, questa si è disattivata automaticamente.

L’enorme quantità di allarmi giunti nella centrale di gestione della rete elettrica FFS (circa 18’000 nei primi 60 minuti) ha poi impedito di avere una buona visione di insieme e un apprezzamento corretto della situazione.

Le misure necessarie alla stabilizzazione della parte ancora intatta ma sovraccarica della rete – ossia in Svizzera tedesca e romanda – non sono di conseguenza state prese in tempo. È quindi successo che anche a nord l’alimentazione di corrente è andata in tilt.

Di elettricità ce n’era a sufficienza

Infine, lo scenario di una panne generale non era mai stato preso in considerazione. Le FFS non disponevano quindi di nessun piano d’azione preciso da seguire per ristabilire prontamente la situazione.

«Invece, il rapporto mostra chiaramente che l’elettricità sarebbe sempre stata in quantità sufficiente, anche durante il blackout», ha sottolinato il presidente del consiglio d’amministrazione delle FFS, Thierry Lalive d’Epinay.

«Un simile caso non si verificherà più», ha dal canto suo dichiarato il patron della compagnia ferroviaria Benedikt Weibel.

Perizia esterna

Il consiglio d’amministrazione dell’azienda ha deciso di ordinare un perizia esterna sulle strutture di approvvigionamento energetico.

La perizia dovrà pure determinare perché un simile scenario non era stato previsto e le eventuali responsabilità che hanno portato alla paralisi di circa 2’000 convogli.

Le FFS dal canto loro hanno già provveduto a controllare tutte le installazioni e, in alcuni casi, a modificarle. Inoltre, la riserva energetica dell’insieme del sistema è stata aumentata di 50 megawatts.

Infine, entro la fine dell’anno verrà migliorato il sistema d’allarme e nel corso dei prossimi dieci anni la rete elettrica verrà potenziata.

Qualunque sia il risultato della perizia, né il patron delle FFS Benedikt Weibel né altri dipendenti perderanno il lavoro, ha dichiarato il presidente del consiglio d’amministrazione Thierry Lalive d’Epinay.

swissinfo e agenzie

Circa 2’000 i treni bloccati dalla panne generale dello scorso 22 giugno
200’000 i viaggiatori coinvolti
5 milioni di franchi i costi generati dal blackout
700’000 i passeggeri trasportati ogni giorno dalle FFS con 9’000 treni.
2’200 treni trasportano invece quotidianamente 160’000 tonnellate di merci.
Considerando le compagnie regionali e private, la rete ferroviaria elvetica è una delle più dense al mondo (5’100 km).

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