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La pedopornografia su internet è un crimine

Le autorità intendono rafforzare la legislazione destinata a combattere la pornografia su internet Keystone

Anche su internet la pornografia infantile è vietata dalla legge: per ricordarlo le autorità hanno lanciato una nuova campagna d'informazione in Svizzera.

Intanto, è stata condannata oltre la metà dei 1’550 cittadini svizzeri indagati negli ultimi tre anni per aver trafficato con materiale pornografico riguardante bambini.

La campagna “Stop alla pornografia infantile su internet”, lanciata giovedì a Berna, è l’ultimo tassello di una serie di sforzi compiuti dalla polizia svizzera per contrastare il fenomeno.

“Lo scopo dell’azione è quello di rendere il pubblico cosciente che la pornografia infantile è ….un vero crimine”, dice a swissinfo Martin Boess, direttore del Centro svizzero di prevenzione della criminalità.

“Vogliamo dire a coloro che guardano immagini del genere che possono essere perseguiti, finire in prigione o essere multati”.

L’attenzione è posta anche su coloro che sono a conoscenza di altre persone interessate alla pedopornografia.

“In questi casi non bisogna distogliere lo sguardo ma dire a questa gente che esiste un problema e che occorre agire per eliminarlo”, aggiunge Boess.

Guardare non è proibito

Il Centro svizzero di prevenzione della criminalità ha preparato una campagna che, tramite la polizia, si svilupperà sull’arco di tre anni in diversi cantoni.

Degli opuscoli spiegano come si finisce coinvolti nella pornografia infantile e cosa si può fare per evitare di sviluppare una dipendenza da tali immagini. I testi distribuiti comprendono anche dei consigli per proteggere i giovani mentre navigano su internet o discutono nelle chatrooms.

“Abbiamo cercato di capire perché degli uomini o delle donne s’interessano a questo tipo di pornografia ed abbiamo scoperto che quasi nessuno di loro è a conoscenza delle leggi che regolano la pornografia infantile su internet”, dice Boess.

In Svizzera non è illegale guardare immagini del genere, anche se la polizia vorrebbe cambiare questa norma. È invece proibito scaricarle, possederle o distribuirle.

Il Centro sta pure collaborando con la polizia per sostenere le scuole e fornire materiale ai docenti e per informare i genitori sui filtri di protezione già esistenti per internet.

Operazioni precedenti

In seguito a due recenti azioni nazionali di polizia, più della metà delle 1’550 persone sospettate di aver trafficato con materiale pornografico riguardante dei bambini sono già state condannate.

In settembre 2004, nel quadro di un intervento denominato Falcon erano state investigate quasi 400 persone. Il 68% di loro è stato riconosciuto colpevole.

Falcon era stato preceduto, nel settembre 2002, dall’operazione Genesis, la più grande del genere mai condotta in Svizzera. Nell’occasione erano state interrogate 1’092 persone e requisiti 2’000 computers e 35’000 hard disks.

Delle 893 persone investigate in seguito, il 47% ha dovuto fare i conti con condanne che sono andate da otto mesi di carcere a multe fino a 25’000 franchi.

swissinfo, Thomas Stephens
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

La legge svizzera non proibisce la consultazione d’immagini di pedopornografia online ma punisce il download di materiale di questo tipo con fino ad un anno di prigione oppure delle multe.
Il possesso e la vendita sono invece puniti con una sentenza che può raggiungere anche i tre anni d’incarcerazione.

Il Centro svizzero di prevenzione della criminalità ha lanciato la campagna “Stop alla pornografia infantile su internet”.

Negli ultimi 3 anni, quale risultato di diverse azioni di polizia, 1’550 persone sono state investigate per traffico di materiale pornografico riguardante dei bambini. La metà di loro è stata condannata.

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