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La politica vista attraverso la lente del 4 luglio

Karl Jauch è direttore dell’Associazione dei cittadini americani all’estero swissinfo.ch

Mentre in tutto il mondo gli americani festeggiano la loro festa nazionale, molti americani residenti in Svizzera celebrano il “giorno dell’indipendenza” tra sentimenti contrastanti.

Nell’intervista swissinfo, Karl Jauch, direttore dell’Associazione dei cittadini americani all’estero (ACA) a Ginevra, parla di Iraq e delle imminenti elezioni negli Stati Uniti.

L’ACA è un’associazione apartitica, non-governativa che opera in difesa dei diritti degli americani che vivono all’estero, specialmente per questioni di tasse e di cittadinanza.

Il suo presidente, Karl Jauch, in quest’intervista, sottolinea come in occasione della festa nazionale del 4 luglio – “l’Indipendence Day” – le tradizioni e la storia degli Stati Uniti vengano rivissute con emozione anche dagli americani all’estero.

Molti però quest’anno provano sentimenti contrastanti nei confronti del proprio paese, a causa della politica estera dell’amministrazione Bush.

swissinfo: Sono passati quasi tre anni dall’11 settembre. Cosa pensano gli americani che vivono a Ginevra della “guerra contro il terrore” guidata dagli Stati Uniti?

Karl Jauch: Proviamo sentimenti contrastanti, perché si è trattato di un evento catastrofico. Ma la reazione del governo statunitense è stata un po’ fuori posto. Vivendo all’estero siamo più in contatto con i paesi in via di sviluppo e con altre mentalità, e a volte sentiamo che la reazione delle autorità americane è stata inappropriata.

swissinfo: Si riferisce all’Afghanistan o all’insistenza di Washington sui legami tra Saddam Hussein e al Qaeda?

K.J: Naturalmente una reazione agli attacchi terroristici era giustificata… Ma con il senno di poi, vediamo che molte informazioni dei servizi segreti erano sbagliate. La reazione degli Stati Uniti, specialmente nei confronti dell’Iraq, è stata considerata incauta anche prima dell’inizio della guerra, ed ora ci rendiamo conto che era proprio così.

swissinfo: Molti americani residenti all’estero avevano espresso la propria opposizione alla guerra in Iraq ed erano preoccupati per un aumento dei sentimenti anti-americani nel mondo. È cambiato qualcosa da un anno a questa parte?

K.J.: Molti in Svizzera e in Europa provano un misto di sentimenti nei confronti degli Stati Uniti. Li considerano un grande paese che dà importanza alla libertà dell’individuo, all’imprenditoria privata e vorrebbero viverci. Ma d’altro canto pensano che la politica estera americana sia mal guidata e che il governo commetta degli errori. Così i sentimenti restano molto contrastanti.

swissinfo: Un recente sondaggio ha mostrato che gli americani hanno perso la riserva di simpatia che avevano raccolto dopo l’11 settembre, e che la maggioranza degli svizzeri è contraria alla politica di Bush. È una sensazione che constata anche Lei?

K.J.: È il sentimento preponderante tra gli svizzeri e anche tra alcuni americani. Nel corso degli anni le relazioni tra Svizzera e Stati Uniti hanno avuto alti e bassi. Le nostre costituzioni sono simili e molti eventi storici legano i due paesi. Ora le relazioni stanno vivendo un momento negativo a causa della politica estera americana.

swissinfo: Siamo in anno di presidenziali. Pensa che un cambiamento a Washington migliorerebbe l’immagine degli Stati Uniti all’estero?

Non penso che un cambio di leadership avrebbe un grande impatto sulla percezione internazionale. È quello che accadrebbe dopo e il modo in cui la nuova amministrazione agirebbe, posizionandosi sullo scacchiere mondiale, che influenzerebbe la reazione degli altri paesi.

swissinfo: Come cittadino dalla doppia nazionalità, svizzero-americano, ha avuto anche Lei sentimenti contrastanti rispetto alla politica estera di Bush?

K.J.: Per me non è difficile prendere posizione, ma provo sentimenti contraddittori. Sono nato negli Stati Uniti, mio padre è svizzero e ho sempre avuto entrambi i passaporti. Non l’ho scelto io…era semplicemente così e l’ho accettato. Ho deciso di vivere in Europa e la questione non è se mi piace o no, le cose stanno semplicemente in questo modo.

swissinfo: A parte le tante critiche che sono state rivolte agli Stati Uniti, ci sono dei buoni motivi per celebrare il 4 di luglio quest’anno?

K.J.: Certo, nel senso che una festa nazionale celebra la storia e le tradizioni di un paese. Sono americano e celebro il 4 di luglio, ma festeggio anche la festa nazionale svizzera del 1° agosto. E dato che vivo alla frontiera francese, celebro anche il 14 luglio. Queste sono occasioni per segnare la storia nazionale, ma non le sento legate ad un nesso politico.

Intervista swissinfo: Anna Nelson, Ginevra
Traduzione, Raffaella Rossello

Si calcola che gli americani residenti all’estero siano circa 6 milioni.
In Svizzera sono alcune migliaia.
Anche dall’estero possono votare per le elezioni negli USA.
Ma l’ACA afferma che il peso del loro voto è diminuito dal fatto che sono divisi in 435 distretti.
La Svizzera ha concesso il diritto di voto dall’estero nel 1992.
I residenti svizzeri all’estero possono anche candidarsi per il parlamento.

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