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La Quinta Svizzera in tempo di elezioni

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L'appuntamento alle urne per il rinnovo delle Camere federale del 21 ottobre prossimo è al centro dei dibattiti anche all'85° Congresso degli svizzeri all'estero a Ginevra.

I partiti svizzeri sembrano essersi resi conto, ancor più che in passato, del potenziale rappresentato dai quasi 650’000 compatrioti che vivono fuori dai confini nazionali.

«Non c’è dubbio, quest’anno c’è un’attenzione molto maggiore per la Quinta Svizzera rispetto alle elezioni di quattro anni fa», osserva il senatore democristiano Filippo Lombardi.

In effetti, più che in altre occasioni, i media e i partiti svizzeri hanno scoperto il variegato mondo degli svizzeri che vivono all’estero, un mondo che rappresenta, almeno potenzialmente, un bacino elettorale per nulla trascurabile.

Da un punto di vista aritmetico, la Quinta Svizzera avrebbe infatti diritto a 17 seggi in Consiglio nazionale (la camera del popolo). Certo, solo un sesto dei 650’000 cittadini svizzeri all’estero è iscritto nei registri elettorali dei loro cantoni di origine. Ma rimangono un bacino elettorale che i partiti non possono facilmente ignorare.

Il problema della rappresentanza

Rimane però il problema di come dare un’effettiva rappresentanza a questa realtà frammentata e sparpagliata sui cinque continenti.

Negli ultimi mesi, si è notato in particolare l’attivismo dell’Unione democratica di centro in questo ambito. L’UDC ha presentato liste distinte con candidati residenti all’estero a Zurigo, Sciaffusa e Ginevra. In tutto sono finora 33 i rappresentanti della Quinta Svizzera sulle liste del partito nazional-conservatore.

Altri sei nomi si trovano sulle liste del Partito liberale radicale (PLR), uno a testa su quelle del Partito popolare democratico (PPD) e dei Verdi. Fra i grandi partiti, solo i socialisti non hanno candidati che risiedono all’estero.

Problema istituzionale o politico?

«Il problema è che i candidati della Quinta Svizzera presentati sulle liste cantonali hanno pochissime possibilità di essere eletti. Sono quasi sconosciuti agli elettori», osserva il consigliere nazionale socialista Carlo Sommaruga, uno dei quattro rappresentanti dei partiti di governo invitati venerdì a parlare di fronte al Consiglio degli svizzeri dell’estero, il «parlamento» della Quinta Svizzera.

Per questo i socialisti hanno optato per un’altra strada. Il Partito socialista (PS) chiede al parlamento di valutare le possibilità di dare un’effettiva rappresentanza agli svizzeri dell’estero, attraverso dei seggi loro riservati, la creazione di un cantone virtuale o altre soluzioni analoghe.

Fra gli altri partiti di governo, la proposta suscita però molti dubbi. «Rischia di essere una soluzione troppo complicata. E il parlamento svizzero è probabilmente troppo piccolo per creare dei seggi riservati agli svizzeri all’estero», afferma Fulvio Pelli, presidente del PLR.

«Un deputato eletto attraverso meccanismi particolari finirebbe per essere isolato anche all’interno del proprio gruppo parlamentare», ritiene dal canto suo Ueli Maurer, presidente dell’UDC. «Noi riteniamo che tocchi ai partiti fare lo sforzo per integrare i candidati della Quinta Svizzera e dar loro l’effettiva possibilità di essere eletti».

Anche Filippo Lombardi, che pure dice di essere stato in passato fautore della creazione di un 27° cantone, pensa che la creazione di seggi distinti possa creare dei problemi per gli equilibri istituzionali elvetici.

«E poi facendo campagna nei vari cantoni, invece che in una circoscrizione composta solo da svizzeri all’estero, i candidati residenti all’esterno possono contribuire a far conoscere meglio in paria i problemi specifici della Quinta Svizzera».

Opportunità per la Quinta Svizzera

La discussione rimane quindi aperta. Di certo la campagna elettorale 2007 sta però già dando un contributo importante alla presa di coscienza sull’enorme potenziale, non solo elettorale, degli svizzeri all’estero.

Temi cruciali per la Quinta Svizzera, quale la questione del finanziamento delle scuole svizzere, il tema della doppia nazionalità, le questioni legate alle assicurazioni sociali, la doppia imposizione, hanno l’opportunità di trovare uno spazio maggiore nel dibattito politico elvetico.

Anche le energie profuse dall’UDC – partito con il maggior numero di voti in Svizzera, ma con relativamente poco seguito fra gli svizzeri dell’estero – dimostrano, al di là delle strategie elettorali, che la Quinta Svizzera non può più essere semplicemente ignorata.

swissinfo, Andrea Tognina, Ginevra

Alla fine del 2006, 645’010 cittadini svizzeri vivevano all’estero. Sono 10’794 in più rispetto all’anno precedente (+1,7%).

112’000 di loro sono iscritti nei registri elettorali del cantone di origine. La loro forza elettorale corrisponde, per fare un paragone, a quella del cantone di Basilea Città.

La maggior parte degli Svizzeri dell’estero vive nell’Unione europea (390’182 persone). Le comunità più grandi si trovano in Francia (171’732), Germania (72’384) e Italia (47’012).

Al di fuori dell’Europa gli espatriati svizzeri risiedono per lo più negli Stati Uniti (71’984), Canada (36’374), Australia (21’291), Argentina (15’061), Brasile (13’956), Israele (12’011) e Sudafrica (8’821).

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