Prospettive svizzere in 10 lingue

La riforma di Bologna avanza lentamente

Uno degli obiettivi della riforma di Bologna è accrescere la mobilità degli studenti Keystone

La via verso uno spazio comune europeo in ambito educativo è ancora lunga. Questa la conclusione alla quale è giunta la quarta conferenza post Bologna tenutasi venerdì a Londra.

La Svizzera intende procedere ad una valutazione dei criticati processi di riforma legati alla Dichiarazione di Bologna e informare dei risultati i paesi partner.

Il segretario di Stato per l’educazione e la ricerca Charles Kleiber, che guidava la delegazione svizzera a Londra, ha esortato la conferenza a prendere sul serio le critiche rivolte al processo di Bologna da parte di diversi esponenti del mondo accademico.

Le critiche non accennano a diminuire nemmeno col passare del tempo e per Kleiber è indispensabile andare alla ricerca di possibilità di miglioramento.

In questo senso, il segretario di Stato ha annunciato che la Svizzera procederà ad una valutazione dei processi di riforma e che a tempo debito informerà gli altri paesi interessati.

Approfittare della diversità

I ministri europei per l’educazione intendono in futuro concentrarsi su due degli elementi fondamentali della riforma di Bologna: accrescere la mobilità di studenti e docenti dentro e fuori l’Europa e potenziare gli interventi per garantire il diritto allo studio.

I delegati dei paesi che aderiscono al processo di Bologna hanno poi approvato l’istituzione di un registro delle agenzie europee di certificazione della qualità dell’istruzione superiore.

Inoltre, accanto all’introduzione completa del modello di studio basato su tre cicli (bachelor, master e dottorato) e al controllo di qualità, intendono impegnarsi per raggiungere il reciproco riconoscimento dei titoli e dei periodi di studio. Solo così studenti e ricercatori potranno davvero approfittare della varietà e ricchezza dello spazio universitario europeo.

No a nuove misure

Proprio perché c’è ancora bisogno di lavorare sui fondamentali, la conferenza ha rinunciato a stabilire nuove misure. Se ne riparlerà alla prossima riunione, prevista per l’aprile del 2009 a Lovanio, in Belgio.

D’altro canto, i responsabili dei diversi Paesi hanno concordato di considerare la scadenza del 2010, anno di conclusione della riforma avviata dal processo di Bologna, non un traguardo ma un nuovo inizio nel cammino d’integrazione europea.

La Svizzera a buon punto

Nella Confederazione – afferma Charles Kleiber – la riforma è già ben avanzata, visto che oltre il 60% degli studenti seguono i corsi con il nuovo sistema fondato su tre cicli: il bachelor che dopo tre anni di studi permette di accedere al mondo del lavoro, il master che dura altri due anni e corrisponde all’attuale licenza o diploma e il dottorato al quale si può accedere dopo aver ottenuto il master.

La Svizzera soddisfa anche quasi completamente le esigenze poste nell’ambito di riferimento europeo per le procedure di qualità. Deve invece ancora elaborare un quadro nazionale di qualifica e di convalida delle competenze acquisite al di fuori dell’insegnamento superiore.

Servono più fondi

I vari ministri presenti a Londra si sono anche impegnati a chiedere ai rispettivi governi di aumentare i fondi destinati a borse di studio e ad abitazioni per studenti, al fine di favorire il diritto allo studio e le pari opportunità di accesso.

Vista la presenza del commissario europeo Jean Figel, i ministri dell’educazione hanno pure chiesto un rifinanziamento dei progetti Erasmus e Erasmus Mundus.

La conferenza londinese è anche stata caratterizzata dall’adesione del Montenegro al «Processo di Bologna» che ha così portato a 46 il numero dei partner.

Fra due anni, la quinta riunione dovrebbe consentire ai ministri europei dell’educazione di fare il punto sugli effetti sociali del processo di Bologna.

swissinfo e agenzie

Nel 1999, i ministri dell’istruzione superiore di 29 paesi europei si sono incontrati a Bologna per sottoscrivere un accordo per la creazione di uno spazio europeo dell’istruzione superiore. Oggi alla Dichiarazione di Bologna aderiscono 46 Stati.

I punti più importanti di questa riforma sono l’introduzione di due cicli principali di studi (bachelor e master, ai quali si aggiunge poi il dottorato) il consolidamento del sistema europeo di crediti didattici (ECTS) e l’adozione di un sistema di titoli di semplice leggibilità e comparabilità.

Il sistema a cicli è di origine anglosassone. Il primo ciclo, di una durata di tre anni, sfocia nell’ottenimento di un bachelor. Seguendo il secondo, che dura in genere due anni, si consegue un master. Bachelor e master uniti corrispondono alla vecchia licenza (laurea) conferita dalle Università svizzere.

Il master dà poi accesso al dottorato. Grazie a questo sistema, dal 2010 le prestazioni scolastiche saranno paragonabili internazionalmente.

Le università svizzere hanno cominciato ad introdurre il sistema di Bologna nel 2001, mentre le Scuole universitarie professionali nel 2005. Dal semestre invernale 2006/2007, il modello “bachelor più master” interessa tutti coloro che iniziano degli studi accademici in Svizzera.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR