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La scomparsa dei Maya

Una civiltà che ha lasciato rovine affascinanti, come queste in Guatemala. www.mayaruins.com

Per molto tempo si è cercata la causa della scomparsa della civiltà maya, antecedente alla conquista spagnola.

Ora, un team di ricercatori, tra cui uno svizzero, suggerisce una spiegazione climatica: un lungo periodo di siccità.

Una civiltà antica e raffinata

I Maya dominarono l’America Centrale, nell’area che oggi corrisponde al Messico Meridionale, al Belize e al Guatemala, per due millenni. Poi, improvvisamente e per ragioni ancora oscure, scomparvero intorno al 900 d.C., quindi ben prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo.

Il periodo che va dal 250 d.C. al 750 d.C. è considerato “classico”, e coincide con il momento di massima espansione demografica, con una popolazione di 13 milioni di persone. Ma qualcosa lo interruppe e provocò un collasso che cancello la civiltà dei Maya nel giro di pochi decenni.

Le loro città, ricche di monumenti come le grandi piramidi, furono progressivamente abbandonate e vennero invase dalla giungla. Che cosa accadde?

Storici e archeologi dibattono da tempo sulle cause della fine di questa civiltà, che aveva raggiunto un elevato grado di raffinatezza culturale. Qualche studioso parla di sovrappopolazione, altri di guerre civili, altri ancora di degrado ambientale per l’eccessivo sfruttamento, o di epidemie, o perfino di migrazione collettiva.

Stesso clima, stessa siccità

Il Bacino Cariaco si trova nell’area meridionale del Mare dei Caraibi, e condivide lo stesso clima della regione anticamente occupata dai Maya.

Una ricerca recentemente pubblicata da “Science”, firmata da Detlef Günther, del Dipartimento di Chimica del Politecnico Federale di Zurigo, insieme ad alcuni colleghi statunitensi e tedeschi, ha ricostruito il clima passato della regione studiando gli strati di titanio depositati fra i sedimenti dai fiumi locali: tanto più spessi gli strati, tanto più intense le piogge, e viceversa.

Ebbene, gli studiosi hanno constatato una sostanziale coincidenza fra un lungo periodo di siccità, durato almeno 150 anni, e il declino e la caduta della civiltà maya.

Tre crisi importanti

L’acqua era per i Maya una risorsa fondamentale, al punto che essi possedevano un sistema complesso di cisterne e una grande rete di canali per il trasporto dell’acqua e l’irrigazione dei campi.

La loro civiltà era quindi assai sensibile alle variazioni stagionali delle piogge, e deve aver sofferto parecchio a causa della siccità. La ricerca sul clima del Bacino Cariaco evidenzia tre momenti di particolare aridità climatica, ognuno lungo alcuni anni, coincidenti con l’810, l’860 e il 910 d.C.

Ebbene, proprio questi anni coincidono con le crisi più importanti della civiltà maya, attestate dai ritrovamenti archeologici. Crisi che hanno colpito soprattutto la componente più urbanizzata della popolazione, mentre sono state meno devastanti per i piccoli villaggi nella foresta.

Le comunità più settentrionali, che avevano un accesso migliore alle risorse idriche del sottosuolo, furono le ultime a crollare. Ma neppure loro poterono resistere all’ultima, grave siccità.

A partire dal 930 d.C. i Maya si erano ridotti ormai al 5 per cento della popolazione rispetto al periodo “classico”. E la loro civiltà era destinata a sparire, inghiottita dalla rigogliosa foresta, per essere riscoperta soltanto nel XIX secolo.

swissinfo, Marco Cagnotti

La civiltà maya dominò l’America Centrale, nelle regioni corrispondenti agli attuali Messico Meridionale, Belize e Guatemala, per circa 2.000 anni.
Il periodo “classico” della civiltà maya va dal 250 d.C. al 750 d.C.
Nel giro di 150 anni la civiltà maya scomparve per ragioni non ancora chiarite completamente.

I Maya furono una delle più importanti e raffinate civiltà precolombiane, e il collasso della loro cultura non ha ancora trovato una spiegazione completamente convincente.

Sono state proposte come giustificazioni la sovrappopolazione, le guerre civili, l’eccessivo sfruttamento ambientale, le epidemie, la migrazione collettiva.

La civiltà maya era molto dipendente dalla disponibilità delle risorse idriche, per sfruttare le quali aveva costruito un vasto sistema di cisterne e di canali.

Una ricerca sulla storia climatica di una regione non lontana da quella occupata dai Maya suggerisce che una grave siccità, durata un secolo e mezzo, potrebbe aver dato un contributo significativo al crollo della civiltà.

In corrispondenza di tre “picchi” di aridità si trovano evidenze archeologiche che corrispondono a tre grandi crisi dei Maya.

Le prime a soccombere furono le comunità più meridionali, ma poi anche quelle settentrionali, pur avendo un accesso migliore alle risorse idriche sotterranee, scomparvero.

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