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La siccità perdura in Africa orientale

In Kenia la siccità è ormai un'emergenza nazionale Keystone

Nel Corno d'Africa non si prevedono piogge e la carestia avanza, mette in guardia la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).

L’allarme è lanciato a due giorni dall’incontro che si terrà a Nairobi tra i paesi colpiti, le organizzazioni di aiuto umanitario, le Nazioni Unite e gli Stati donatori, tra cui la Svizzera.

Secondo il Programma alimentare mondiale (PAM) delle Nazioni Unite, milioni di persone che vivono nella regione del Corno d’Africa hanno bisogno urgente di cibo.

Il PAM ha comunicato martedì che se la comunità internazionale non fornirà aiuti finanziari, da febbraio sarà costretto a sospendere la distribuzione di alimenti in Kenia.

Jacques Bovier, coordinatore a Nairobi delle attività della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), ha indicato a swissinfo che il Governo svizzero non si sta focalizzando su un paese specifico.

«Dal momento in cui si tratta di un problema che colpisce non solo il Kenia, ma anche la Somalia meridionale e parte dell’Etiopia e dello Gibuti, dobbiamo agire su scala regionale».

Una delle sfide principali per le organizzazioni di cooperazione è di far sì che le razioni di cibo vadano veramente alle persone bisognose.

«Lungo le coste della Somalia vi è ad esempio il problema della pirateria. Se si cerca di convogliare aiuti via mare, la nave può essere attaccata e il cibo non raggiungerà mai il paese».

«A causa di tale situazione, le razioni devono essere inviate in Kenya e da qui trasportate via terra in Somalia. Ma anche questa soluzione non è sicura, poiché i convogli rischiano di venir attaccati o derubati in Kenia».

Riunione a Nairobi

Il passaggio del cibo dal Kenia alla Somalia è appunto una delle priorità della DSC.

L’agenzia della Confederazione preposta alla cooperazione internazionale ha accolto positivamente l’inchiesta aperta dal Governo keniano per far luce su come degli aiuti destinati alle vittime della carestia siano recentemente finiti in vendita in un mercato.

«Questo è stato un problema minore, ma le autorità stanno cercando di far chiarezza per assicurarsi che le donazioni raggiungano veramente le persone nel bisogno», ha affermato Bovier.

Le organizzazioni di aiuto umanitario stanno preparando un incontro che si terrà giovedì a Nairobi per fare il punto sull’emergenza siccità.

«La riunione tra gli Stati toccati dal problema, l’ONU, i paesi donatori e le organizzazioni non governative è un’opportunità per esaminare meglio la situazione in Kenia, Etiopia, Gibuti e Somalia», ha sottolineato Bovier, che parteciperà ai colloqui in qualità di rappresentante del Governo svizzero.

Sforzi da intensificare

Bovier spera che l’incontro possa servire per mobilitare la comunità internazionale e si dice convinto che la DSC intensificherà i suoi sforzi nella regione.

L’assistenza verrà fornita in primo luogo cooperando con il PAM. La DSC prevede inoltre di cofinanziare dei progetti coordinati da organizzazioni non governative elvetiche.

«La situazione si sta deteriorando. I meteorologi non prevedono precipitazioni e anche se pioverà – normalmente in aprile o in maggio – ci vorranno mesi prima della prossima raccolta. La mancanza di cibo diventerà sempre più grave».

swissinfo, Ramsey Zarifeh
(traduzione ed adattamento di Daniele Mariani)

Nel Corno d’Africa normalmente la seconda stagione delle piogge va da ottobre a dicembre, ma questa volta non è arrivata e la maggior parte dei raccolti sono andati perduti.
Il PAM stima che tra Somalia, Kenia, Gibuti ed Etiopia siano oltre 11 milioni le persone che avranno bisogno di aiuti umanitari.
La situazione è particolarmente grave nel sud della Somalia: si stima che il prossimo raccolto potrebbe essere il più scarso degli ultimi dieci anni.
In Kenia il Governo ha ha lanciato un appello per raccogliere 150 milioni di dollari, necessari per fornire cibo per i prossimi 6 mesi a circa 2,5 milioni di persone.

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