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La sinistra sfiora il successo

Nessuno si aspettava un risultato così risicato sulla riforma fiscale Keystone

Per poco ci scappava la sorpresa, in questo fine settimana di voto. La riforma fiscale ha incontrato molti più ostacoli del previsto. Alla fine è stata approvata, ma il risultato indica un certo scetticismo degli svizzeri verso gli sgravi fiscali alle imprese.

Nessuna discussione invece sull’iniziativa contro il rumore degli aerei militari, bocciata da oltre due terzi dei votanti. Il sì nei comuni vicini agli aerodromi militari rappresenta però un monito ai vertici dell’esercito.

I sondaggi della vigilia lasciavano presagire un fine settimana confortevole per i fautori della cosiddetta riforma II dell’imposizione delle imprese. Le previsioni indicavano un sì chiaro, anche se non schiacciante. Dalle urne è invece uscito un segnale diverso.

Sola contro tutti – governo, maggioranza del parlamento e buona parte dei rappresentanti dell’economia – la sinistra è riuscita ad ottenere un risultato di tutto rispetto. Il 49,5% dei votanti ha condiviso la sua opposizione contro la riforma.

Sul risultato hanno forse influito la crisi del mercato immobiliare statunitense e le sue ricadute nel mondo bancario elvetico. Anche i casi eclatanti di evasione fiscale venuti alla luce in Germania negli scorsi giorni, pur non avendo nulla a che fare con la riforma, potrebbero aver contribuito a creare un clima poco favorevole agli sgravi.

Sgravi agli azionisti

Tuttavia, ci sono pochi dubbi che la riforma abbia soprattutto rischiato di inciampare su se stessa o meglio sulla sua parte più controversa, vale a dire sulla riduzione della doppia imposizione per gli azionisti che detengono oltre il 10% delle azioni di un’azienda.

Criticata anche da vari esperti di diritto fiscale perché contraria al principio costituzionale dell’uguaglianza giuridica, questa misura sembra essere stata percepita da una forte minoranza come un regalo fiscale inopportuno ai grandi azionisti.

Ci si può anzi arrischiare ad avanzare l’ipotesi che la riforma fiscale abbia potuto superare lo scoglio del voto solo grazie alle varie altre misure – non contestate – a favore delle piccole e medie imprese.

La forza della sinistra

Per la sinistra, il risultato del voto rappresenta poco meno di una vittoria. Sui temi fiscali il Partito socialista, fiancheggiato dai Verdi, dimostra di avere un sostegno sufficiente nella popolazione per mettere a repentaglio i progetti di riforma fiscale proposti unilateralmente dai partiti borghesi.

Soprattutto nei cantoni con un forte carico fiscale (come molti cantoni della Svizzera francese, Berna e Basilea, dove è prevalso il no alla riforma), esiste una maggioranza che non vede di buon occhio gli sgravi concessi solo ad una parte dei contribuenti.

Interessante in quest’ottica il voto nel canton Berna su due proposte di riforma fiscale, una avallata dal parlamento cantonale, l’altra sostenuta dai socialisti e dai verdi.

Ebbene, l’ha spuntata la proposta della sinistra, che mirava soprattutto a sgravi fiscali per le famiglie, con un carico minore per le casse dello stato rispetto al pacchetto sostenuto dai partiti borghesi.

Un risultato di cui la sinistra dovrebbe far tesoro per proporre una politica fiscale capace di ottenere il sostegno di una maggioranza.

No senza appello

No senza possibilità d’appello invece all’iniziativa “contro il rumore dei velivoli da combattimento nelle regioni turistiche” lanciata dall’ambientalista Franz Weber, che ha raccolto appena il 32% dei consensi.

Il governo e la maggioranza borghese del parlamento, contrari alla proposta, hanno saputo far passare con successo un messaggio semplice e convincente: un sì all’iniziativa avrebbe minato irrimediabilmente l’efficienza dell’aviazione militare.

I fautori dell’iniziativa si sono così trovati nella scomoda situazione di doversi difendere dall’accusa di voler indebolire le forze armate. Molti votanti sensibili al problema dell’inquinamento acustico hanno probabilmente preferito non sostenere una proposta dagli esiti imprevedibili per il dispositivo di sicurezza del paese.

L’iniziativa ha tuttavia avuto il merito di segnalare un problema che non può essere ignorato. Già nei mesi precedenti il voto, l’esercito si è impegnato a ridurre l’impatto acustico dei voli militari.

Il sì all’iniziativa deposto nelle urne dalla maggioranza della popolazione che vive nelle vicinanze degli aerodromi di Sion (Vallese) e di Meiringen (Berna) è un chiaro segnale di malessere, che nulla ha a che vedere con sentimenti antimilitaristi. I vertici dell’esercito farebbero bene a tenerne conto.

swissinfo, Andrea Tognina

Il sì ottenuto di stretta misura dalla riforma sull’imposizione delle imprese potrebbe frenare lo slancio della destra, che auspica varie nuove riforme fiscali. Il risultato dello scrutinio ha sorpreso la classe politica, come pure i commentatori.

Christophe Darbellay, presidente del Partito popolare democratico (PPD), parlando alla Televisione della svizzera francese ha invitato alla moderazione nei progetti di riforma fiscale. Il suo compagno di partito Bruno Frick, consigliere agli stati, ritiene che adesso ci vogliano agevolazioni fiscali per le famiglie.

Dal canto suo, Edi Engelberger (Partito liberale radicale, PLR), presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri ha affermato che nonostante il risultato di stretta misura non si deve rinunciare a nuova agevolazione fiscali. Sottolinea comunque che i temi fiscali sono in genere difficili. Engelberger non è contrario a sgravi per le famiglie, che andrebbero comunque esaminati attentamente.

Gerold Bührer, presidente di economiesuisse si è detto riconoscente per questo sì. Il piccolo margine di differenza è dovuto, secondo lui, al voto negativo di una parte borghese e alle posizioni negative espresse da vari esperti durante la campagna.

Daniel Lampart, economista dell’Unione sindacale svizzera, ha affermato alla televisione, che questo è un buon risultato. È’ la prova della forte opposizione alla politica fiscale del consigliere federale Hans-Rudolf Merz e dei borghesi. Il popolo ha affermato con chiarezza che ci vuole una politica fiscale giusta.

La sinistra in questa campagna ha puntato il dito sull’impatto che avrebbe questa riforma sull’AVS, ottenendo un grosso eco nella popolazione, ha affermato all’agenzia ATS la consigliera nazionale liberale Martine Brunschwig Graf, che faceva parte del comitato interpartitico in favore del sì. La deputata non ritiene che ci siano motivi per frenare le prossime riforme dell’IVA o dell’imposizione delle famiglie.

Per quanto riguarda quella sugli utili delle imprese, si tratterà, secondo lei, di analizzare in dettaglio i risultati di domenica per capire quali sono gli ostacoli.

swissinfo e agenzie

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