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La stampa si aspetta maggiore collegialità

I neoeletti in governo, Johann Schneider-Ammann e Simonetta Sommaruga. EQ Images

I giornali svizzeri commentano positivamente l’elezione di Sommaruga e Schneider-Ammann nel governo elvetico. Il parlamento ha dimostrato di saper scegliere le personalità più competenti, al di là dei regionalismi e del genere.

«È stato un buon giorno per il nostro paese», titola il suo commento il Blick e continua sottolineando che a quarant’anni dalla concessione del voto alle donne la Svizzera verrà governata da un governo a maggioranza femminile.

«Non si era mai visto un cambiamento simile nella politica svizzera. Anche solo questo aspetto fa del 22 settembre un giorno storico».

Anche per il romando Le Matin, la giornata di ieri è stata storica. «Questo mercoledì entrerà nella storia. La storia che si scrive in rosa. Per un anno, in ogni caso».

L’Aargauer Zeitung ricorda tuttavia che vengono riposte grandi aspettative nella maggioranza femminile in governo. «In Consiglio federale potrebbe spirare un vento innovatore».

Le fa eco la Tribune de Genève, secondo la quale «questa transizione a maggioranza femminile è dotata di una forza formidabile» e che «quaranta anni dopo aver concesso il diritto di voto alle donne, la composizione del governo elvetico corona una lunga battaglia in favore dell’uguaglianza».

Otre i fossati

All’indomani delle elezioni suppletive, i giornali rossocrociati sono quindi concordi nel sottolineare la storicità della giornata di ieri. Non si gioisce soltanto per l’elezione di una quarta donna in governo, bensì per il fatto che il parlamento ha scelto le personalità più capaci, dimostrando quindi di saper andare al di là dei regionalismi.

Ed è la Neue Zürcher Zeitung (NZZ) a mettere l’accento su questo aspetto. Secondo il foglio zurighese, infatti, non sono state le motivazioni di rappresentanza né femminile, né cantonale a far pendere l’ago della bilancia in favore di Sommaruga e Schneider-Ammann. «Sotto i riflettori ci sono due personalità bernesi, che hanno convinto per la loro competenza».

Sulla stessa lunghezza d’onda c’è il romando 24 heures: «La competenza, la capacità collegiale, la preparazione dei dossier: il governo non esce indebolito dall’elezione parziale, è una certezza».

La NZZ, continua poi tessendo le lodi dei due neoeletti e li descrive come «Madame Perfetta e Mister Industria».

«Simonetta Sommaruga è una delle donne più competenti sotto la cupola di Palazzo. L’Assemblea federale l’ha scelta per la sua capacità di cercare e trovare compromessi». Di Johann Schneider-Ammann scrive invece che «la sua figura si è imposta grazie alle sue indubbie capacità imprenditoriali, anche al di fuori dei confini nazionali».

Intanto la Svizzera italiana si consola, dopo aver visto svanire subito la candidatura di Ignazio Cassis, cercando nei due eletti un po’ di italianità. Nel suo commento, il Giornale del Popolo scrive che i due neoeletti hanno rapporti profondi con il Ticino. «Per Sommaruga si tratta di radici, per Schneider-Ammann si tratta della Mikron, di cui è azionista».

Voglia di stabilità

«Con la sua scelta, il parlamento esprime un bisogno di stabilità, la voglia di ricostruire una squadra in governo, scossa recentemente dalla cattiva gestione delle problematiche», scrive Le Temps.

Del medesimo avviso è anche La Regione: «Ieri, l’Assemblea federale ha scelto la soluzione dell’equilibrio. L’entrata in governo di queste due personalità dovrebbe soprattutto permettere, secondo coloro che le hanno votate, di ristabilire quello spirito di collegialità all’interno della compagine governativa che ultimamente era venuto a mancare»

Dal canto suo La Tribune de Genève si chiede poi se la nuova conformazione dell’esecutivo permetterà di ritrovare una vera collegialità, visto che le donne – secondo il giornale – sanno collaborare meglio degli uomini. «Mai nella storia recente – continua il quotidiano romando – le condizioni sono state tanto favorevoli».

Inoltre – aggiunge La Tribune de Genève – se il governo eletto ieri non saprà ristabilire una certa sintonia fra i suoi membri, e con la gente, allora significa che «ci troviamo in questa situazione non solo a causa degli uomini, ma a causa di un sistema che va cambiato».

L’ombra delle elezioni 2011

Nelle loro analisi, gli editorialisti non mancano di ricordare come il voto di mercoledì era oscurato dalle elezioni per il rinnovo del parlamento elvetico nel 2011. A lanciare il guanto di sfida è stata soprattutto l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). «Con la candidatura di Jean-François Rime, l’UDC ha mostrato i muscoli», si legge ancora nella NZZ.

Tuttavia, commenta il Tages Anzeiger, «gli altri partiti non hanno dato seguito alla pretesa dell’UDC nei confronti di un secondo seggio in governo, motivando il loro diniego con l’elezione nel 2007 di Eveline Widmer-Schlumpf, una donna dell’UDC. Questo argomento non sarà più valido, nell’autunno 2011».

«L’UDC è ora sicura di ottenere nel 2011 un secondo seggio in governo», a scapito di Eveline Widmer-Schlumpf, del Partito borghese democratico (PBD). Infatti, continua il Tages Anzeiger, dopo le elezioni dei deputati al parlamento, il PBD e la sua ministra non avranno più diritto a quel seggio in Consiglio federale. «Anche se Widmer-Schlumpf lavorerà seriamente e con competenza».

L’esecutivo elvetico dal 1848 è denominato Consiglio federale.

Composto di sette membri, è eletto ogni quattro anni dalle Camere del parlamento riunite in Assemblea federale.

I sette membri del governo prendono le decisioni in modo collegiale.

In Svizzera non c’è un capo di governo o di Stato. La carica di presidente della Confederazione è ricoperta a turno dai membri del governo. Il mandato presidenziale dura un anno. Non comporta competenze e poteri particolari.

Per la prima volta, il governo svizzero è a maggioranza femminile. Infatti, 4 membri su 7 sono donne.

Invariata rimane invece la composizione partitica: 2 seggi al Partito socialista, 2 al Partito liberale radicale, 1 al Partito popolare democratico, 1 all’Unione democratica di centro e 1 Partito borghese democratico.

1959 – 2003
La lunga era della “formula magica”: 2 seggi al Partito socialista (PS), 2 al Partito liberale radicale (PLR), 2 al Partito popolare democratico (PPD) e 1 all’Unione democratica di centro (UDC).

2004 – 2007
L’UDC, con Christoph Blocher, strappa un seggio al PPD: 2 seggi PS, 2 PLR, 2 UDC e 1 PPD.

Dicembre 2007
Christoph Blocher è estromesso dal governo. Il parlamento elegge la sua collega di partito Eveline Widmer-Schlumpf. È la goccia che fa traboccare il vaso e che porta a una scissione dell’UDC.

2008
I due UDC in governo Eveline Widmer-Schlumpf e Samuel Schimd lasciano il partito ed entrano nel nuovo Partito borghese democratico (PBD): 2 seggi PS, 2 PLR, 2 PBD e 1 PPD.

2009
In gennaio l’UDC ritorna in governo con Ueli Maurer che subentra al dimissionario Samuel Schmid: 2 seggi PS, 2 PLR, 1 PPD, 1 UDC e 1 PBD. In settembre, il radicale Didier Burkhalter subentra in governo al collega dimissionario Pascal Couchepin.

2010
Il PS Moritz Leuenberger e il PLR Hans-Rudolf Merz si sono dimessi per ottobre. L’Assemblea federale il 22 settembre ha eletto alla loro successione la PS Simonetta Sommaruga e il PLR Johann Schneider-Ammann.

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