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La Svizzera è mobile

Mobilità minoritaria: solo il 5% della popolazione preferisce spostarsi a piedi e il 18% con i mezzi pubblici Keystone

La mobilità in Svizzera cresce e la popolazione ne è soddisfatta. È quanto emerge da uno studio dell'Ufficio federale di statistica.

Gli svizzeri sono sempre più mobili. Dal 1984, il totale degli spostamenti è cresciuto del 30 per cento e la mobilità complessiva del 7,8 per cento. La popolazione mostra soddisfazione per lo standard della rete stradale ed alto consenso per i trasporti pubblici. Sono questi, in sintesi, i principali risultati dell’ultimo studio statistico sulla mobilità.

Dal 1974, l’Ufficio federale di statistica svolge ogni cinque anni un rilevamento (definito “microcensimento”) su mobilità e trasporti. L’ultimo sondaggio, eseguito l’anno scorso, è stato condotto con interviste telefoniche a 30’000 economie domestiche o singole persone su questi temi: possesso di autovetture; licenze di condurre e abbonamenti; numero, durata e distanza degli spostamenti; scopo e mezzi di trasporto utilizzati; viaggi con pernottamenti e voli; giudizio sulla politica svizzera dei trasporti.

I dati raccolti offrono uno specchio dettagliato dell’evoluzione della mobilità, e servono soprattutto da base per le decisioni politiche. Il quadro che ne scaturisce conferma l’incessante crescita della mobilità, con una forte variazione rispetto agli scopi degli spostamenti ed un atteggiamento conservatore rispetto ai mezzi di trasporto impiegati.

Dal 1984, infatti, sono diminuiti gli spostamenti per lavoro e formazione (dal 29,6 al 28,5 per cento), per lo shopping (dal 12,2 al 10,9 per cento) e per affari e viaggi di servizio (dal 17,0 all’8,2 per cento), ma sono aumentati quelli dovuti a tempo libero, assistenza e accompagnamento (dal 40,5 al 47,9 per cento).

Quanto ai mezzi utilizzati per gli spostamenti giornalieri, le quote sono rimaste praticamente stabili dal 1984 ad oggi: il 67 per cento continua a preferire l’automobile, il 18 per cento i mezzi pubblici ed il 5 per cento va in bicicletta o a piedi. Ma rispetto alle distanze giornaliere percorse, l’impiego dell’automobile è leggermente cresciuto (dal 67,4 al 69,4 per cento) e quello dei trasporti pubblici leggermente diminuito (dal 18,7 al 17,9 per cento).

Combinando questo dato con quello di una sempre minore prestazione annuale in chilometri degli autoveicoli, se ne deduce che in realtà la percorrenza in macchina diminuisce ma è compensata dall’aumento delle automobili.

Interessante, rispetto ai comportamenti sociali, è il fatto che negli agglomerati, dove vive la maggioranza della popolazione, un quarto delle economie domestiche non possiede un’auto, mentre quasi la metà dispone di un abbonamento ai mezzi pubblici.

Va inoltre considerato che le distanze percorse sono aumentate dal 1984 del 29,6 per cento ed i tempi di percorrenza del 35,1 per cento (il che comporta un incremento complessivo della mobilità). Tutto questo conferma e giustifica l’elevato apprezzamento espresso nei confronti sia della rete stradale (in pratica, l’89 per cento della popolazione la giudica buona), sia verso i trasporti pubblici (l’81 per cento ritiene che debbano essere privilegiati).

Silvano De Pietro

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