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La Svizzera, regno del protezionismo

C'è da restare perplessi per le enormi differenze di prezzi tra la Svizzera e i paesi vicini Keystone

Poco invidiabile primato per la Svizzera, che si conferma quale Paese più caro d’Europa.

Secondo il Segretariato di Stato dell’economia (Seco), le ragioni sono legate a un livello insufficiente della concorrenza e una giungla di regolamenti.

Il ministro dell’economia Joseph Deiss ha partecipato martedì ad una conferenza del Seco consacrata alla presentazione di quattro studi sul tema: “la Svizzera: un’isola di prezzi elevati”. Dai rapporti risulta un tasso di concorrenza largamente insufficiente.

Insalata doppiamente cara

La Svizzera resta il paese più caro d’Europa. La differenza rispetto ai paesi dell’Unione europea è addirittura del 30% per quel che riguarda i prezzi al consumo.

Ad esempio, un insalata nei supermercati svizzeri costa mediamente 2.90 franchi, mentre in Germania 1.50 franchi. Praticamente la metà.

“Per anni abbiamo giustificato questa differenza invocando il buon funzionamento dei nostri servizi pubblici, la qualità dei nostri prodotti ed il livello dei salari”, ha dichiarato Joseph Deiss. “Ora questi argomenti non valgono più”.

Tutti questi fattori, che determinano il livello di vita dei cittadini, sono infatti ormai simili a quelli che si ritrovano all’estero, ha aggiunto.

Troppo protezionismo

Il ministro democristiano ha dunque rilevato come, contrariamente alle apparenze, l’alto costo di beni e servizi in Svizzera si spiega soprattutto con una struttura economica fortemente protezionista.

Per raggiungere un livello dei prezzi meno elevato, gli autori degli studi propongono una maggiore integrazione nell’Unione europea, delle liberalizzazioni delle infrastrutture pubbliche e l’intensificazione della concorrenza nei settori protetti.

Un punto di vista condiviso da Joseph Deiss, secondo il quale si dovranno aprire sia settori pubblici che privati, “pur se i cartelli appartengono un po’ al folclore del nostro paese”.

L’esempio delle comunicazioni

La liberalizzazione delle telecomunicazioni ha prodotto gli effetti positivi sperati, ha rilevato il ministro. Egli ritiene che ora toccherà pure ai settori dell’elettricità, dell’agricoltura e della salute.

Sono molte le speranze riposte nella revisione della legge sui cartelli. “Vogliamo ricondurre la Svizzera verso una vera economia di mercato”, ha dichiarato Deiss. Più concorrenza potrebbe restituire un certo vigore alla crescita economica nazionale.

Svizzera sempre in vetta

In febbraio sono stati pubblicati gli ultimi risultati del programma di statistiche europeo Eurostat. Dati del 2001 che confermavano la Svizzera quale paese più caro d’Europa con un indice di 139 punti.

Norvegia (125) e Danimarca (124) seguivano la Confederazione, mentre la media dei paesi dell’Unione europea si situava a 100. Dal 1990, data della creazione di questo confronto internazionale, la Svizzera ha sempre occupato la poco invidiabile prima posizione.

swissinfo e agenzie

La Svizzera guida la classifica Eurostat 2001 con 139 punti;
Seguono Norvegia (125) e Danimarca (124);
La media dei paesi UE è di 100;
Dal 1990, data della prima statistica Eurostat, la Svizzera è sempre risultata il paese più caro d’Europa;
Le cause? Secondo il Seco, una concorrenza insufficiente, troppe regole e un protezionismo eccessivo.

Secondo uno studio del Seco, in Svizzera si potrebbero risparmiare 19 miliardi di franchi all’anno se la concorrenza fra i produttori di beni di consumo non fosse intralciata.

Senza gli attuali freni alla concorrenza, i prezzi diminuirebbero in media dell’8% e le esportazioni svizzere costerebbero fino a dieci miliardi in meno.

Sempre secondo il Seco, il settore alberghiero sarà confrontato con una domanda sempre più bassa, se i prezzi resteranno ai livelli attuali.

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