La Svizzera adotta il principio del Cassis de Dijon
La regolamentazione dell'Unione europea, che dovrebbe permettere di ridurre i prezzi di numerosi beni importati, entra in vigore dal 1° luglio anche in Svizzera. Per dei ribassi da parte dei commercianti bisognerà però ancora qualche tempo.
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In base al principio del Cassis de Dijon (un liquore, specialità di Digione) ogni prodotto autorizzato in uno Stato membro dell’Unione europea può essere venduto liberamente in tutti gli altri. Con l’entrata in vigore della Legge sugli ostacoli tecnici al commercio (LOTC), anche la Svizzera adotta tale principio, cui sfuggiranno tuttavia una sessantina di gruppi di prodotti, medicinali in testa.
Da luglio, circa l’80% dei prodotti dell’Unione europea, contro il 50% oggi, potranno essere importati senza dover prima soddisfare le norme elvetiche, spesso più severe. Principalmente interessati sono i tessili, gli elettrodomestici, i mobili, i cosmetici e le derrate alimentari.
“Secondo stime prudenti, si prevedono risparmi annui sulle importazioni dall’UE dell’ordine di diversi miliardi di franchi”, indicava poco più di un mese fa la Segreteria di Stato dell’economia (SECO). La ministra dell’economia Doris Leuthard ha evocato risparmi fino a due miliardi di franchi per i consumatori.
La stessa Federazione romanda delle consumatrici (FRC) prevedeva lo scorso ottobre un ribasso medio del 10% del prezzo dei prodotti indicati a partire da quest’anno. Ora si mostra tuttavia più prudente: le conseguenze sui prezzi costituiscono “la grande incognita”, ammette la sua specialista Aline Clerc. Per illustrare i suoi dubbi rileva che il forte ribasso dell’euro non si è ripercosso sui prezzi di numerosi prodotti. Da cui l’importanza di istituire un osservatorio dei prezzi.
La SECO ci sta lavorando, ha confermato all’ATS la portavoce Antje Bärtschi. Gli specialisti della Segreteria stanno valutando con i colleghi dell’Ufficio federale di statistica (UST) in qual modo sia opportuno completare lo strumento di osservazione dei prezzi di cui l’UST già dispone. Un compito non semplice, osserva la portavoce: “Ci manca l’esperienza”. A suo avviso, si dovrà aspettare un anno per poter dire se l’introduzione del Cassis de Dijon ha avuto o no l’impatto sperato.
Anche i grandi distributori, interpellati dall’ATS, non sono in grado di assicurare che tutti i prodotti interessati dalla norma europea diminuiranno di prezzo. Il cambio e la soppressione degli ostacoli tecnici non sono i soli fattori da considerare: ci sono i contratti conclusi con i fornitori europei, che hanno delle scadenze. Anche il volume degli stock in magazzino ha un ruolo importante: più i depositi sono grandi, più si dovrà aspettare perché i prodotti in vendita rispondano ai nuovi criteri.
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