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La Svizzera continua a sedurre le multinazionali

L'UPS creerà 100 posti di lavoro a Bienne Keystone Archive

Il leader mondiale della spedizione, l'UPS, è l’ultima multinazionale a farsi attirare dalla Svizzera; a Bienne sorgerà il quartier generale europeo.

Dal 1950, circa 200 importanti compagnie straniere hanno spostato in Svizzera la loro sede centrale o parte delle loro attività.

L’annuncio dell’UPS è coinciso con due distinti avvenimenti che si sono soffermati sulle ragioni di questa capacità della Svizzera a richiamare ditte straniere.

All’Università di San Gallo, mercoledì è andato in scena il primo “Location Management Forum”. Tra i relatori del congresso vi erano Stefan Held, responsabile della succursale tedesca della compagnia di consulenza KPMG, Eric Scheidegger, direttore della promozione economica in seno al Segretariato di Stato dell’economia, e Ueli Forster, presidente dell’associazione mantello del padronato Economiesuisse.

Nel contempo, la società di consulenza Arthur D Little ha pubblicato uno studio, intitolato “Global Headquarters Benchmarking Study”, dal quale scaturisce che la Svizzera rimane la scelta numero uno per le multinazionali che decidono di aprire un quartier generale europeo o internazionale.

L’importanza delle sensazioni

La scorsa settimana, proprio Economiesuisse aveva pubblicato un rapporto che metteva in guardia la Svizzera sui rischi di perdita di competitività in materia di fiscalità per le imprese, il principale fattore che determina le decisioni di localizzazione.

Anche se sono pochi i paesi che riescono a praticare aliquote fiscali paragonabili a quelle del canton Zugo, negli ultimi anni in tutta Europa le imposte sulle persone giuridiche sono calate e la tendenza sembra essersi accelerata con l’entrata di nuovi membri nell’UE.

Rivolgendosi ai congressisti riuniti a San Gallo, Stefan Held relativizza però il fattore imposte, “importante certo, ma non l’unico” a determinare le scelte delle multinazionali su dove stabilire le loro sedi. .

Molti dirigenti, afferma lo stesso Held, prendono le loro decisioni basandosi su delle semplici “buone sensazioni”.

Eric Scheidegger sottolinea dal canto suo l’importanza del sistema federale in Svizzera, sistema che lascia ai cantoni spazi di manovra molto ampi e li mette in concorrenza l’un l’altro per cercare di accaparrarsi simili investimenti.

Una concorrenza che però non deve andare a scapito dell’insieme del paese. Molti cantoni, del resto, stanno unendo le forze per cercare di attirare gli investitori: i cantoni di Giura, Neuchâtel, Vaud e Vallese, ad esempio, hanno riunito i loro settori di promozione economica sotto un unico tetto.

Una qualità di vita propizia

Ma quali sono, oltre alle imposte, gli altri fattori che fanno della Svizzera un luogo così attraente?

“Le ragioni sono molteplici e semplici: la Svizzera ha eccellenti manager ed ha una qualità di vita interessante per i colletti bianchi”, scrive Herbert Wanner, tra gli autori dello studio dell’Arthur D Little e direttore associato dell’ufficio zurighese della compagnia di consulenza.

Da non dimenticare poi la stabilità politica, la solidità del franco, la posizione geografica centrale, il buon sistema di trasporti, la prossimità coi centri di ricerca e la forza della finanza e dei servizi.

Il rapporto solleva però anche alcuni punti dove sono necessari dei miglioramenti: permessi di lavoro, collegamenti aerei internazionali, differenze legislative con l’Unione Europea e penuria di scuole internazionali.

Approccio mirato

La lista delle compagnie statunitensi presenti sul suolo elvetico sembra essere una selezione delle 500 società più importanti: Philipp Morris, Du Pont de Nemours, eBay, Caterpillar, General Motors, Procter & Gamble, Dow Chemical, Oracle and Cisco, solo per citarne alcune. Senza dimenticare poi le società europee, come Kühne & Nagel, Liebherr International, Metro Holding, Eurotax, Dynamit/Nobel e SAP.

Molte aziende hanno però dislocato in Svizzera solo alcuni settori chiave, come il marketing, la finanza o le risorse umane, in modo tale da sfruttare in maniera ottimale alcune caratteristiche elvetiche. Una tendenza -questa della specializzazione- che secondo Herbert Wanner potrebbe accentuarsi.

Questo orientamento non è però solo appannaggio delle multinazionali. Anche gli organismi incaricati di promuovere la piazza economica elvetica stanno adottando strategie più mirate per cercar di attirare specifici settori o addirittura privati cittadini.

Dopotutto non sono solo le grandi compagnie ad essersi rese conto dei vantaggi delle condizioni di vita elvetiche.

Personaggi come David Bowie, Tina Turner, Michael Schumacher e Boris Becker hanno pure loro ceduto alle lusinghe di imposte basse, eccellenti centri finanziari e, non da ultimo, della vicinanza con i paradisi per sciatori.

swissinfo, Chris Lewis
(traduzione Daniele Mariani)

I cinque principali fattori che intervengono nelle decisioni di localizzazione sono:
I vantaggi fiscali (88%)
Manager qualificati (72%)
Qualità della vita (69%)
Centralità geografica (62%)
Sostegno delle autorità (55%)

L’UPS ha indicato che l’insediamento della sua sede a Bienne, nel nord-ovest della Svizzera, si tradurrà nella creazione di 100 nuovi impieghi e genererà un investimento di circa 30 milioni di franchi.

L’Università di San Gallo e la società di consulenza Arthur D Little hanno esaminato le ragioni che rendono il paese così attrattivo.

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