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La Svizzera crea un pool di esperti per la pace

Uno degli ambiti di intervento del pool sarà la sorveglianza di operazioni di voto; nella foto, impiegati dell'OSCE durante le amministrative in Kosovo lo scorso ottobre Keystone

La Svizzera istituirà un pool di esperti per la promozione civile della pace. In futuro Berna sarà così in grado di impiegare in tempi brevi fino a 100 specialisti in missioni sotto l'egida dell'ONU e dell'OSCE.

Rendere sistematici e più efficaci il reclutamento, la formazione e l’assistenza degli esperti civili, questo lo scopo del pool che lunedì il Consiglio federale ha deciso di istituire. In questo modo la Svizzera intende far fronte al crescente fabbisogno di personale civile per azioni di mantenimento della pace nelle sempre più numerose e problematiche regioni a rischio. “Con questa decisione il Consiglio federale vuole sottolineare il contributo della Svizzera in quest’ambito e concretizza anche i principi enunciati recentemente nel suo rapporto sulla politica estera”, ha osservato il consigliere federale Joseph Deiss.

Il pool costituirà una riserva di esperti civili che, secondo il principio di milizia, potranno essere impiegati tempestivamente in missioni internazionali. La riserva comprenderà, tra l’altro, specialisti negli ambiti della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti dell’uomo, della stampa e dei media, delle elezioni nonché della polizia civile. In caso di necessità il nuovo progetto, che riunisce in un’unica struttura i diversi pool preesistenti, dovrebbe assicurare l’impiego simultaneo in diverse missioni di circa 100 esperti. Normalmente si tratta di missioni della durata di sei mesi che prevedono la possibilità di essere prolungate.

I membri del pool verranno impiegati in primo luogo nel quadro di operazioni multilaterali dell’ONU e dell’OSCE, ragion per cui anche la struttura verrà modellata soprattutto in funzione di queste due organizzazioni. Gli esperti potranno però partecipare anche ad azioni di altre organizzazioni o a missioni internazionali ad hoc e a progetti bilaterali, ha precisato Deiss. Nella fase iniziale il Pool dovrebbe comprendere tra le 500 e le 600 persone, in primo luogo civili che hanno già prestato servizio o che dispongono di una conoscenze specifiche per questo genere di missioni.

L’anno prossimo si terrà per la prima volta un corso speciale di base incentrato sulla formazione e sulla preparazione di nuovi esperti. Il nuovo progetto costerà circa 1 milione di franchi all’anno, al quale si devono aggiungere salari per circa 10-12 milioni. Già dal 1991 il Dipartimento degli esteri finanzia questo tipo di missioni e attualmente 233 esperti civili sono impiegati, la maggior parte dei quali (78) in Kosovo e in Bosnia (45).

Luca Hoderas

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