Prospettive svizzere in 10 lingue

La Svizzera criticata da Amnesty International

Secondo Amnesty, sono frequenti anche in Svizzera i maltrattamenti e i gli nsulti da parte della polizia Keystone

Il rapporto 2003 di Amnesty International denuncia «l'eccessivo ricorso alla forza esercitato dai poliziotti contro i richiedenti l'asilo e altri stranieri». In particolare, persone di colore e musulmani.

L’organizzazione per la difesa dei diritti umani cita alcuni casi, verificatisi in varie parti del paese.

Dappertutto nel mondo, rileva Amnesty International (AI), i governi spendono somme considerevoli per rafforzare la sicurezza.

Ciononostante, secondo la Segretaria generale di AI, Irene Khan, dalla fine della guerra fredda il grado di sicurezza per gli abitanti del pianeta non è mai stato così basso.

Maltrattamenti in Svizzera

Come ogni anno, anche nel suo rapporto 2003 l’organizzazione critica i paesi che non rispettano i diritti dell’uomo. A volte, come nel caso della Svizzera, proprio nel nome della sicurezza.

Il rapporto, pubblicato mercoledì, condanna in particolare la Svizzera per i maltrattamenti riservati ad alcuni richiedenti l’asilo e altri stranieri, sottoposti a un eccessivo uso della forza da parte delle forze dell’ordine.

Alcuni poliziotti in servizio all’aeroporto di Zurigo-Kloten avrebbero per esempio maltrattato e insultato dei richiedenti l’asilo.

Un comportamento che, secondo il Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT) mirerebbe a dissuadere gli stranieri dal deporre domande d’asilo. O a invogliarli ad accettare il rimpatrio volontario.

Poliziotti impreparati

«In gran parte questi abusi avvengono perché i poliziotti non sono abbastanza formati«, spiega Estelle Rechsteiner, responsabile della sezione della Svizzera italiana di AI. «Non sono sensibilizzati su certi argomenti e a volte agiscono anche in momenti di panico». Per questo Amnesty chiede alle autorità svizzere di provvedere affinché le forze dell’ordine ricevano una formazione adeguata.

Dal canto suo Catherine Morand, portavoce di Amnesty International Svizzera, sottolinea che gli abusi contro i richiedenti l’asilo «sono una costante, che in Svizzera si constata anno dopo anno».

«Questo tipo di comportamento si riscontra in numerosi paesi occidentali. E la Svizzera, in questo contesto, si situa nella media europea.»

Preoccupazioni anche presso l’ONU

Amnesty cita pure il caso di una donna camerunese, arrestata con il suo bambino nell’agosto del 2002 a Ginevra, che afferma di essere stata maltrattata e fatta oggetto di insulti a carattere razzista. Accuse respinte dalla polizia, che ha aperto un’inchiesta giudiziaria.

Intanto, l’Ufficio federale di polizia (UFP), contattato per telefono, si è rifiutato di commentare il rapporto di Amnesty. Secondo la portavoce dell’UFP, Danièle Bersier, le critiche riguardano gli organi di polizia cantonali, che non dipendono dalla polizia federale.

Tuttavia, anche il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale si è pure dichiarato «estremamente preoccupato di fronte alla persistente ostilità manifestata in Svizzera contro i neri, i musulmani e i richiedenti l’asilo».

Un mondo poco sicuro

Presentando il rapporto 2003, Irene Kahn ha precisato che mai, dalla fine della guerra fredda, il mondo è stato così poco sicuro come oggi.

La lotta contro il terrorismo, specifica Amnesty, ha infatti condotto a una limitazione dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale, intensificando d’altro canto i timori della gente.

Sebbene la scena internazionale sia tuttora dominata dalla guerra contro l’Iraq e dalla crisi israelo-palestinese, afferma la segretaria generale di AI, numerose sono le vittime di conflitti «dimenticati», dalla Costa d’Avorio al Nepal, passando per la Colombia, il Burundi o la Cecenia.

swissinfo e agenzie

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR