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La Svizzera dà i numeri

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La popolazione negli ultimi 10 anni è cresciuta, più della media europea e in particolare nell'area zurighese e nella Svizzera centrale. Presentati i primi dati del censimento 2000.

Tra il 1990 e il 2000 la popolazione residente in Svizzera è aumentata del 5,9%, raggiungendo i 7 milioni e 280’000 abitanti. Della crescita demografica hanno beneficiato soprattutto le regioni attorno agli agglomerati urbani e le città prealpine. In termini territoriali, è cresciuta in particolare la popolazione dell’area zurighese e della Svizzera centrale.

Sono questi alcuni dei primi risultati provvisori emersi dal censimento 2000 della popolazione in Svizzera e presentati martedì a Berna dall’Ufficio federale di statistica (UST). Dati definitivi saranno pubblicati in estate, ha indicato Werner Haug, vicedirettore dell’UFS.

Una crescita sopra la media

Tra il 1990 e il 2000 la crescita demografica in Svizzera è stata tra le più sostenute d’Europa. Solo la Turchia (+16,8%), il Lussemburgo (+14,9%) e quattro isole (Cipro +11,8%, Islanda +9,9%, Malta +7,9% e Irlanda +7,7%) hanno registrato tassi di crescita superiori.

L’aumento della popolazione in Svizzera è da ascrivere sia al surplus di nascite rispetto ai decessi (+ 200’000), sia al saldo migratorio positivo (+ 210’000). Rispetto alla composizione della crescita demografica, la Svizzera appare paragonabile a paesi come l’Olanda e la Norvegia.

Demografia e congiuntura economica

Nonostante la fase di stagnazione dell’economia a metà degli anni Novanta, il tasso di crescita del decennio 1990-2000 non è molto lontano da quello degli anni ottanta (+8%). Bisogna tuttavia osservare che la popolazione è cresciuta soprattutto negli anni economicamente più favorevoli, con una punta massima nel 1991 (+1,3%) e una ripresa dopo il 1997.

Evidente il divario demografico rispetto agli anni del boom economico: tra 1950 e 1960 la crescita della popolazione era stata del 15,1% e negli anni sessanta del 15,5%. Altrettanto distanti dalla situazione attuale gli anni settanta, quando il tasso di crescita decennale era stato di solo l’1,6%.

La distribuzione spaziale della crescita

Dal 1850, da quando cioè si fanno censimenti con criteri moderni in Svizzera, la crescita demografica non era mai stata ripartita in modo così omogeneo nello spazio, ci dicono gli esperti. Ci sono tuttavia delle differenze tra cantoni, regioni, agglomerazioni e tipi di comune.

In tutti i cantoni la popolazione è cresciuta nel decennio scorso, tranne a Basilea-Città (meno 5,2%) e Glarona (meno 0,7%). Quindici cantoni superano la media nazionale. Tra i primi cinque, tranne Friburgo, si trovano cantoni della Svizzera centrale: Zugo (+17,2%), Svitto (+15,5%), Nidvaldo (+13,2%) e Obvaldo (+11,9%). La classifica dei cantoni appare assai simile a quella degli anni ottanta, salvo che per Ticino e Grigioni, che sono diventati demograficamente più dinamici.

Grandi regioni crescono

Se si osservano i dati riorganizzati per grandi regioni, invece che per cantone, si constata una crescita in tutte le aree socio-economiche del paese. Anche qui è la Svizzera centrale a guidare la classifica, con una crescita del 10,6%. Sopra la media nazionale anche le regioni di Zurigo, la Svizzera orientale, il Ticino e la zona del Lemano. Meno dinamico il Nord-Ovest e il Mittelland.

Agglomerati urbani e comuni

Rispetto al tipo di insediamento, si può osservare che a crescere maggiormente sono le regioni rurali attorno agli agglomerati urbani e nelle zone urbane delle Prealpi. Gli agglomerati urbani dunque continuano a espandersi verso la campagna, in particolare nell’area attorno a Zurigo e nella valle del Reno. E vedono aumentare la loro popolazione le città nelle principali vallate alpine. “Un fenomeno”, sottolinea il geografo Martin Schuler dell’UST, “che si può osservare anche nei paesi vicini, Italia, Francia e Austria.”

Per gli agglomerati urbani veri è propri, si registra il forte dinamismo di Ginevra (+7%). Crescono anche le aree suburbane di Zurigo e Losanna (+5, risp. + 3%), mentre perdono popolazione Berna (meno 1,5%) e Basilea (meno 1%).

Rallenta l’invecchiamento

Il censimento 2000 indica anche il rallentamento di un fenomeno che preoccupa fortemente le società nei paesi sviluppati: l’invecchiamento. Tra 1990 e 2000 la percentuale dei bambini rispetto al totale della popolazione è rimasto praticamente invariata, e la percentuale di persone sopra i 60 anni è aumentata di poco.

Si tratta però di un fenomeno transitorio, osserva il demografo Philippe Wanner. Nel decennio trascorso sono nati i figli della generazione del baby-boom. Inoltre è la popolazione straniera ad aver contribuito al rallentamento. Dopo il 2005 è presumibile che il fenomeno dell’invecchiamento, riprenda vigore.

Lingua e religione

La Svizzera si trova in una fase di transizione, in cui sta svanendo il tradizionale modello quadrilingue e biconfessionale, fa notare Wanner. Durante gli anni novanta gli immigrati provenivano soprattutto dall’area balcanica e questo ha avuto un forte impatto sia sulla composizione religiosa, sia su quella linguistica della Svizzera.

Quasi il 10% della popolazione indica una lingua non nazionale come lingua principale. Serbo-croato, albanese, portoghese, spagnolo e inglese sono più diffusi della quarta lingua nazionale, il romancio. Un’immagine positiva dell’integrazione degli stranieri è tuttavia data dal fatto che la seconda generazione di stranieri indica come lingua principale una delle lingue nazionali.

Continua invece l’erosione dei due grandi gruppi confessionali, cattolico (44% della popolazione) e protestante (37%). Il numero dei musulmani è raddoppiato fra 1990 e 2000, raggiungendo le 310’000 persone (4,5%). Ancora più ampia l’area delle persone senza confessione, salite dal 7,4 al 12%.

Andrea Tognina

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