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La Svizzera fa pressione sulla Bielorussia

A Minsk gli oppositori di Lukashenko sono stati bloccati con la violenza Keystone

Berna si allinea alla posizione delle altre capitali occidentali e chiede la liberazione degli oppositori arrestati dal regime.

Il ministero degli esteri elvetico minaccia anche possibili sanzioni contro la Bielorussia, come il divieto d’entrata rivolto a personalità del regime dell’ex repubblica sovietica.

«La Svizzera esige dalle autorità della Bielorussia la liberazione immediata delle persone arrestate dopo le manifestazioni pacifiche che hanno seguito l’elezione presidenziale del 19 marzo e, in particolare, quella di Alexander Kazulin», uno dei candidati alla presidenza della repubblica ex-sovietica.

È quanto si legge in un comunicato diramato nella serata di lunedì dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). La Confederazione chiede inoltre la fine delle misure intimidatorie e la garanzia delle libertà democratiche nel paese: in caso contrario potrebbero essere decise sanzioni.

Garanzie di libertà

Il DFAE si dice rammaricato per il fatto che gli standard internazionali riconosciuti per elezioni libere e corrette non siano stati rispettati. Preoccupazione viene espressa anche riguardo al rispetto dei diritti umani e della garanzia delle libertà democratiche.

Berna invita pertanto le autorità bielorusse a rispettare i loro impegni internazionali. «Se la situazione politica non dovesse migliorare rapidamente e durevolmente, la Svizzera esaminerà la possibilità di sanzioni mirate nei confronti della Bielorussia», scrive il dipartimento guidato da Micheline Calmy-Rey.

Berna potrebbe anche applicare divieti d’entrata rivolti a personalità del regime bielorusso. L’Unione Europea ha già parlato di possibili sanzioni economiche, cui anche la Svizzera potrebbe unirsi, nel caso venissero applicate dall’Ue.

Tra 300 e 700 oppositori detenuti

Almeno quaranta manifestanti (ma si parla anche di cento) sono stati fermati quando sabato pomeriggio i reparti speciali della polizia hanno usato la forza per bloccare una marcia pacifica promossa da Alexander Kazulin, uno dei leader dell’opposizione.

Il corteo con alla testa Kozulin era stato intercettato da agenti dei reparti speciali antisommossa, che avevano bloccato i dimostranti, picchiandoli a sangue prima di portarne via numerosi.

Anche Kozulin è finito in carcere ed è indagato per un reato che prevede una condanna fino a 3 anni di reclusione. Stando a fonti giudiziarie bielorusse, sono più di trecento gli oppositori finiti in carcere a Minsk dal 19 al 25 marzo per le proteste non autorizzate contro le «elezioni farsa» ufficialmente stravinte dal presidente Aleksandr Lukashenko.

A Minsk intanto sono incominciati i processi a tappeto contro gli attivisti anti-Lukashenko arrestati in massa nei giorni scorsi. Secondo Viasna, un’Organizzazione non governativa (Ong) vicina agli oppositori, le persone arrestate nel corso dell’ultima settimana potrebbero essere però molte di più, probabilmente circa settecento.

swissinfo e agenzie

La Bielorussia è un’ex repubblica sovietica.
È indipendente dal 1991, in seguito alla caduta dell’URSS.
Il presidente Aleksandr Lukashenko è in carica dal 1994, data delle prime elezioni presidenziali.
Disegnato spesso come “l’ultimo dittatore d’Europa”, Lukashenko è appoggiato da Mosca.
È stato riconfermato nelle elezioni del 19 marzo scorso, con l’83% dei voti. L’opposizione interna e i paesi occidentali ritengono però che vi siano state manipolazioni dei voti.

Le relazioni tra la Svizzera e la Bielorussia sono molto limitate.
I residenti svizzeri sono solo una decina, mentre in Svizzera vivono circa 200 bielorussi.
A livello commerciale, l’anno scorso le esportazioni svizzere verso la Bielorussia sono state dell’ordine di 67 milioni di franchi (quasi la metà dei prodotti erano macchinari).
Le importazioni bielorusse verso la Svizzera ammontavano a 5 milioni di franchi. Il 30% era costituito da prodotti agricoli.
La Svizzera ha investito in Bielorussia 9,1 milioni di franchi in progetti di aiuto diretto (acqua potabile, salute, ecc.)
È impegnata anche nell’aiuto umanitario (ufficio di contatto a Minsk): nel 2004 ha versato 3,1 milioni di franchi.

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