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La Svizzera nella Corte penale internazionale?

Barbara Ott, candidata alla Corte penale internazionale, ospite di swissinfo swissinfo.ch

La svizzera Barbara Ott è fra i favoriti per l'elezione dei giudici della Corte penale internazionale dell'Aja.

Ma dovrà fare i conti con una forte concorrenza, durante la selezione che si terrà nel corso dei prossimi tre giorni a New York.

43 candidati, tra cui Barbara Ott, si contendono i 18 seggi della Corte penale internazionale (CPI). La complessa procedura di selezione rende difficile ogni previsione.

“I segnali provenienti da diversi paesi europei sembrano favorevoli alla candidatura svizzera”, osserva il politologo Julian Hottinger.

“Ma i giudici saranno scelti in base a criteri di rappresentatività dei sessi, delle varie regioni del mondo e dei diversi sistemi giuridici. Sebbene Ott sia una buona candidata, è difficile prevedere cosa succederà”.

Anche la stessa Barbara Ott rimane cauta sulle reali possibilità della sua candidatura. Ricorda tuttavia il contributo importante dato dalla Svizzera alla nascita della CPI e, nell’eventualità di un’elezione, guarda con ottimismo alla sfida che l’attende.

“Per la prima volta ci sarà una corte internazionale permanente”, dice a swissinfo. “Non sarà un’istituzione semplicemente reattiva, ma potrà evitare sofferenze alla popolazione civile nel mondo.”

Credibilità

In realtà, la CPI non è nata sotto la miglior stella. Molti si chiedono quale potrà essere lo spazio d’azione del tribunale, giacché alcuni paesi – in primis gli Stati Uniti – si sono rifiutati di ratificare il trattato che ne ha sancito la nascita.

Washington ha fatto pressione su vari paesi affinché ai cittadini statunitensi sia garantita l’immunità di fronte alla CPI ed alcuni governi europei hanno espresso una certa accondiscendenza nei confronti della posizione degli USA.

Julian Hottinger non crede però che le attuali difficoltà vadano necessariamente lette come segno di debolezza della CPI. Il tribunale avrebbe semplicemente bisogno di tempo per consolidarsi.

“Molti paesi – tra cui la Svizzera – pensano che gli Stati Uniti debbano far parte del tribunale allo stesso titolo degli altri stati”, dice. “La CPI è solo agli inizi e si può sperare che col tempo gli USA, quando avranno visto come funziona, ne diventeranno membri a tutti gli effetti.”

Cooperazione

Barbara Ott mette in rilievo il fatto che la CPI lavorerà in maniera diversa dai tribunali ad hoc istituiti in relazione ai crimini di guerra commessi nell’ex-Jugoslavia e in Ruanda.

“I due tribunali ad hoc sono nati anni dopo i fatti su cui erano chiamati ad esprimersi”, osserva. “Ciò ha reso particolarmente difficile il compito di portare i responsabili davanti alla corte. Molti di loro erano riusciti nel frattempo a rifugiarsi in altri paesi.”

Per la CPI, che sentenzierà su casi di cui i singoli paesi non vogliono o non possono occuparsi, queste difficoltà non dovrebbero presentarsi: “La nuova corte non dovrebbe incontrare gli stessi problemi. Avrà inoltre un ruolo complementare, spingendo i singoli paesi ad agire autonomamente all’interno del loro territorio.”

Una candidatura forte

Barbara Ott, nata nel 1951, ha iniziato la sua carriera come giudice istruttore nel cantone di Neuchâtel.

Successivamente è stata giudice militare e nel 1995 ha passato sei mesi in Ruanda, per compiere delle indagini su incarico del Tribunale penale internazionale sui crimini di guerra in Ruanda.

Nel 1999 è stata responsabile della logistica e della protezione dei testimoni nel corso del processo a Losanna contro Fulgence Nygonteze, il primo imputato processato al di fuori del continente africano per il genocidio in Ruanda.

In poche parole, come assicura Julian Hottinger, Barbara Ott è una candidata che gode di un’ottima reputazione in Svizzera e all’estero.

Procedura d’elezione

Dei 18 giudici che saranno scelti per la CPI, 9 avranno uno statuto permanente, mentre gli altri saranno chiamati all’Aja solo in caso di necessità. L’appartenenza a una delle due categorie sarà decisa dalla sorte, dopo la prima selezione.

Inoltre, per evitare che tutti i seggi siano vacanti contemporaneamente, un terzo dei giudici sarà eletto per tre anni, un terzo per sei e un terzo per nove. Solo i giudici nominati per tre anni saranno rieleggibili.

swissinfo, Jonathan Summerton (traduzione: Andrea Tognina)

88 paesi hanno ratificato l’accordo che istituisce la Corte penale internazionale
La Svizzera ha presentato la candidatura di Barbara Ott nel settembre del 2002
Sede della corte sarà l’Aja
Il procuratore della corte sarà eletto in aprile, ma per ora non vi sono candidati

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