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La Svizzera non fa meglio che in Inghilterra

L'esplosione di gioia di Vonlanthen e di Kubilay Türkylmaz dopo aver segnato Keystone

Al momento di fare le valigie, i rossocrociati stilano un bilancio agrodolce della partecipazione ai secondi Campionati europei della loro storia.

In Portogallo, l’allenatore della nazionale Köbi Kuhn, non è riuscito a far meglio del suo predecessore Artur Jorge, che guidò la squadra otto anni fa in Inghilterra.

Tre partite, un punto e un gol segnato: il magro bottino della nazionale svizzera all’Euro 2004 assomiglia tristemente a quello portato a casa nel 1996.

Otto anni fa, in Inghilterra, i rossocrociati avevano costretto al pareggio i padroni di casa, prima di inchinarsi di fronte all’Olanda e alla Scozia.

Ancora una volta, dunque, i calciatori svizzeri devono fare le valigie prima dei quarti di finale per lasciare spazio a quelle “grandi nazioni del calcio” che sono la Francia e l’Inghilterra.

Anche se la delusione è palpabile, soprattutto sul volto tirato dell’allenatore che non sorride una sola volta durante la conferenza stampa finale, il clan elvetico cerca di fare buon viso a cattivo gioco e di sottolineare gli aspetti positivi dell’avventura portoghese.

“Abbiamo fatto quello che potevamo”, affermano ad una voce il portiere Jörg Stiel e il difensore Patrick Müller. “Serberemo un buon ricordo di questi Europei. Il fatto di poter giocare in stadi che per metà rivestivano i nostri colori ci ha riscaldato il cuore”.

Tra cartellini rossi e sputi

Anche se gli svizzeri tornano a casa a testa alta, con la sensazione di aver compiuto il loro dovere (“Non si poteva fare di più, non tutti i giocatori erano al massimo della forma”, constata Köbi Kuhn), le due settimane passate in Portogallo hanno comunque un retrogusto amaro.

La sconfitta onorevole rimediata contro la Francia non può far dimenticare una serie di episodi spiacevoli – l’espulsione di Vogel contro la Croazia, di Haas contro l’Inghilterra e lo sputo di Frei – che pesano sul bilancio finale della campagna lusitana.

Costretta per due volte a giocare a 10 il secondo tempo, la squadra allenata da Kuhn non ha potuto preparare al meglio l’incontro decisivo con la Francia, proprio in seguito al caso Frei.

Utilizzare o no le immagini registrate dalla televisione per punire dei gesti non sanzionati durante la partita? Lo sputo di Frei ha riaperto il dibattito, un dibattito teso come i rapporti che intercorrono attualmente tra l’Associazione svizzera di football e la Televisione della Svizzera tedesca.

Non tutto il male viene per nuocere

Paradossalmente, la sospensione preventiva dell’attaccante svizzero da parte dell’Uefa – che giudicherà il caso ad Europei conclusi – ha avuto l’effetto di ricompattare la squadra. I giocatori hanno fatto quadrato intorno a Frei, così come i tifosi presenti in Portogallo, poco influenzati dai media svizzeri, che l’hanno applaudito all’uscita dello stadio di Coimbra e gli hanno chiesto degli autografi.

Frei dovrà rispondere del suo comportamento – sputo e mancata confessione – ma non sarà per questo che verrà radiato dalla nazionale. La bufera che ha sollevato è stata da ostacolo alla squadra, ma l’ha anche stimolata. “È stato molto difficile preparare la partita in queste condizioni”, spiega uno stanco Köbi Kuhn, “ma alla fine i miei giocatori hanno mostrato tutto il loro carattere. Non si sono limitati a contenere la Francia, hanno fatto il gioco”.

Vonlanthen, Mondiali 2006 e Euro 2008

Il carattere però non è stato sufficiente. La sera dell’undici ottobre 2003 a Basilea, quando la Svizzera staccò il suo biglietto per il Portogallo battendo l’Eire (2-0), un paese intero si era messo a sognare. Il sogno si è interrotto lunedì sera a Coimbra di fronte a Zinedine Zidane e compagni.

L’incontro ha segnato l’addio alla nazionale del portiere Jörg Stiel, dell’attaccante Stéphane Chapuisat e del centrocampista Fabio Celestini. Ha dimostrato però anche che le nuove leve ci sono e che bisogna solo dare loro il tempo di crescere.

Johan Vonlanthen, il prodigio del PSV di Eindovhen, è stato schierato per la prima volta da Kuhn già all’inizio della partita. Gli sono bastati 26 minuti per segnare l’unico gol svizzero del torneo e diventare il più giovane marcatore della storia degli Europei. “In futuro ci darà altre belle soddisfazioni”, afferma speranzoso Kuhn.

Con il ritiro di Chapuisat, la gamba rotta di Streller e la probabile sospensione di Frei, Vonlanthen avrà la responsabilità di guidare l’attacco svizzero nel corso della prossima campagna di qualificazione per i Mondiali 2006 che si svolgeranno in Germania.

Sul cammino della nazionale rossocrociata ci saranno la Francia, l’Eire, Israele, Cipro e le isole Färöer. Nel 2008 poi, ci saranno gli Europei organizzati congiuntamente da Austria e Svizzera. Chissà che allora Vonlanthen e i suoi giovani compagni di squadra non diventino gli eroi della nazione. Comunque sia, l’appuntamento è già stato preso.

swissinfo, Mathias Froidevaux e Doris Lucini, Praia d’El Rey

Il bilancio svizzero a Euro 2004: 0-0 con la Croazia, 0-3 contro l’Inghilterra, 1-3 contro la Francia
Classifica finale del gruppo B: Francia 7 punti, Inghilterra 6 punti, Croazia 2 punti, Svizzera 1 punto
Al seguito della nazionale elvetica c’erano 188 rappresentanti dei media, tra cui 4 donne.

Con un punto e un gol in tre partite, la squadra elvetica ha ottenuto in Portogallo lo stesso risultato di otto anni fa in Inghilterra.

Nel 1996, la rete era stata segnata da Türkyilmaz. In Portogallo è stata la volta di Johan Vonlanthen, che con i suoi 18 anni e 142 giorni è il più giovane realizzatore della storia degli Europei.

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