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La Svizzera più apprezzata all’estero che in patria

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La Confederazione è percepita in modo assai positivo fuori dai confini nazionali: un'immagine basata principalmente sugli stereotipi positivi più diffusi. È quanto risulta da uno studio eseguito tra il 2000 e il 2006.

Negli ultimi tempi, le polemiche legate alle irregolarità commesse da UBS negli Stati Uniti hanno suscitato parecchie critiche a livello internazionale. Anche il caso Tinner [gli ingegneri svizzeri accusati di aver esportato illegalmente materiale nucleare] e i recenti problemi sorti in seguito all’arresto di Hannibal Gheddafi hanno offuscato l’immagine della Confederazione.

L’analisi – realizzata dall’Istituto superiore di studi in amministrazione pubblica di Losanna su incarico di Presenza Svizzera – concernente «L’immagine della Svizzera all’estero», segnatamente Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Giappone, Cina e Stati Uniti, potrebbe quindi essere già superata. La ricerca si è infatti svolta dal 2000 al 2006.

«Lo scopo di questo studio era principalmente quello di analizzare le differenze di percezione della Svizzera in diversi paesi», spiega la coautrice dello studio Mirja Weiss Richard. «L’elemento più sorprendente è il fatto che le notizie critiche sulla Svizzera non hanno necessariamente un impatto negativo a livello d’immagine. Infatti, la reputazione della Confederazione migliora proporzionalmente al grado di conoscenza».

Più si sa, meglio è

Per esempio, gli autori ritengono che la maggiore consapevolezza del segreto bancario elvetico –segnatamente in Francia e Germania – abbia «un notevole effetto positivo sulla percezione complessiva della Svizzera». A loro parere, «un grado di conoscenza elevato in merito a questo aspetto, spesso connotato negativamente, costituisce un vantaggio per la Confederazione».

Sempre in quest’ottica, secondo gli esperti anche il chiaro rifiuto popolare di aderire all’Unione europea (2001) non ha particolarmente danneggiato l’immagine della Svizzera nei paesi in questione. E questo nonostante i media stranieri abbiano spesso messo l’accento sul rischio di isolamento della Confederazione.

Un “grounding” positivo?

Persino il clamoroso “grounding”, nel 2001, della compagnia di bandiera Swissair – uno dei principali simboli dell’orgoglio rossocrociato – è risultato meno dannoso di quanto si potesse pensare per la percezione del paese a livello internazionale.

Anche in questo caso, le reazioni estremamente negative della stampa rossocrociata erano state riprese dagli organi di stampa esteri, i quali avevano parlato di «tragedia nazionale» e «incubo».

«Non è la prima né l’ultima volta che la Svizzera e le sue caratteristiche sono viste più positivamente all’estero che in patria», commenta Georg Farago, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae).

Campagna di pubbliche relazioni

Ma come spiegare questo fenomeno? Stando allo studio, l’immagine positiva non viene sostanzialmente intaccata da occasionali notizie negative. «La reputazione globale di uno Stato si mantiene sul lungo periodo», afferma Georg Farago.

D’altronde, anche dai sondaggi più recenti risulta che la percezione della Svizzera negli Stati Uniti è rimasta positiva. «Ciò conferma i dati del 2000, secondo i quali in America la Confederazione è vista come un paese solidale e impegnato a livello internazionale», rileva.

Nonostante questa constatazione piuttosto rassicurante, la ministra svizzera degli esteri Micheline Calmy-Rey ha recentemente annunciato una campagna di lobbying e pubbliche relazioni – con un budget di 2 milioni di franchi – volta a migliorare l’immagine della piazza finanziaria elvetica negli Stati Uniti.

A proposito di questo tema, fa notare Farago, si nota infatti un’attitudine più critica da parte di alcuni media e leader d’opinione statunitensi. Di conseguenza, il Dfae intende concentrare i suoi sforzi in tale direzione. Secondo il portavoce, anche la capacità d’innovazione e la competitività della Svizzera devono essere maggiormente pubblicizzate.

Democrazia meno nota

Mirja Weiss Richard evidenzia un altro aspetto importante dello studio: l’immagine della Svizzera all’interno del paese non corrisponde a quella fuori dai confini nazionali. Infatti, elementi quali l’impegno umanitario e la democrazia diretta non sono considerati all’estero come tipicamente elvetici.

Secondo gli autori, una possibile spiegazione è legata al fatto che la partecipazione della Confederazione alle operazioni internazionali di pace e il suo impegno umanitario sono ritenuti simili a quelli dei paesi presi in considerazione nello studio. Inoltre, all’estero organizzazioni quali il Comitato internazionale della Croce rossa sono associate poco o nulla alla Svizzera.

La percezione piuttosto distorta della democrazia elvetica all’estero, ritengono gli esperti, è presumibilmente legata alla scarsa visibilità data fuori dalla Confederazione alle decisioni del popolo svizzero.

«Costruire sui clichés»

Complessivamente, ritengono i coautori Mirja Weiss Richard e Martial Pasquier, all’estero «la Svizzera può contare su un’immagine molto buona e nel contempo assai stereotipata»: cioccolata, formaggio, orologi, banche, pulizia e paesaggi splendidi.

Secondo Mirja Weiss Richard, anche se si stratta di clichés, questi ultimi consentono comunque di caratterizzare il paese all’estero: ciò rappresenta un vantaggio per uno Stato piccolo come la Svizzera. La ricercatrice è dell’opinione che gli stereotipi vanno poi completati con un’informazione più completa.

«I concetti tradizionalmente associati alla Svizzera sono in ampia misura positivi», rileva Georg Farago. Si tratta quindi di un eccellente punto di partenza, specialmente se paragonato alla situazione di altri paesi, impegnati a lottare contro una reputazione negativa oppure praticamente sconosciuti a livello internazionale.

«Il nostro lavoro mira a completare l’immagine tradizionale della Svizzera con elementi relativi alla nostra realtà attuale», conclude il portavoce.

Presenza Svizzera è stata istituita nel 2000 dal governo e dal parlamento con il mandato di potenziare e coordinare la presenza della Svizzera all’estero, promuovendo nel contempo l’immagine della Confederazione.

Presenza Svizzera adempie questi compiti realizzando progetti all’estero, invitando in Svizzera giornalisti e leader d’opinione stranieri, sviluppando e distribuendo all’estero strumenti d’informazione sulla Svizzera e curando la partecipazione della Svizzera a importanti manifestazioni internazionali quali le esposizioni universali o le Olimpiadi.

Tutte le attività di Presenza Svizzera poggiano sul «Marchio Svizzera» che definisce i principali messaggi e l’identità visiva con cui la Svizzera si presenta all’estero.

Dal 1° gennaio 2009 Presenza Svizzera è stata integrata nella Segreteria generale del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae).

L’istituto di ricerche demoscopiche Isopublic ha intervistato, nel mese di luglio del 2009, 998 persone in Germania e 1000 negli Stati Uniti per sapere che immagine hanno della Svizzera.

Alle persone interrogate sono stati sottoposti quattro giudizi sulla Svizzera ed è stato chiesto loro in che misura li condividono. Gli intervistati dovevano esprimere il loro parere su una scala da 1 (per nulla d’accordo) a 10 (pienamente d’accordo).

Nel confronto, l’immagine della Svizzera risulta ampiamente positiva, anche se leggermente migliore negli Stati Uniti che in Germania. Non sono però emerse divergenze fra la visione della Svizzera che hanno i tedeschi e quella che hanno gli americani.

traduzione e adattamento: Andrea Clementi

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