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La Svizzera riconsidera le relazioni con Israele

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La Svizzera, dopo l'evoluzione della situazione in Medio Oriente, sta riesaminando le relazioni militari e economiche con Israele. Nessuna decisione è tuttavia ancora stata presa.

La portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Muriel Berset Kohen ha indicato all’ats che «la Svizzera valuta le conseguenze di questi avvenimenti sulle relazioni con Israele». Il clima di guerra e il continue violazioni del diritto umanitario hanno creato «una situazione nuova».

La situazione è cambiata

«Abbiano relazioni eccellenti con Israele. Lo Stato ebraico, ancora recentemente, era impegnato nel processo di pace con i palestinesi e aveva firmato accordi con loro. La situazione però è cambiata», ha dichiato Berset Kohen. Lo stesso primo ministro israeliano ha affermato che Israele è in guerra.

Il DFAE ha avviato discussioni con gli altri dipartimenti interessati su due punti: la cooperazione militare e l’importazione di beni israeliani. Nessuna decisione è ancora stata presa in merito.

Violazioni dei diritti umani

«Siamo sempre più allarmati per le violazioni in corso, sempre più gravi e frequenti», ha dichiarato la portavoce. In particolare ha menzionato il fatto che le ambulanze vengono bloccate e non possono più soccorrere i feriti. Il DFAE è preoccupato anche per l’impunità delle persone che commettono violazioni del diritto umanitario.

Arafat interlocutore legittimo

L’ambasciatore svizzero presso l’ONU, François Nordmann, ha incontrato mercoledì a Ginevra il delegato generale della Palestina Nabil Ramlawi, dopo che martedì il DFAE aveva convocato l’ambasciatore israeliano a Berna.

Nordmann ha ricordato a Ramlawi che Yasser Arafat rimane, per la Svizzera, l’interlocutore legittimo di Israele, democraticamente eletto, ha indicato Muriel Berset Kohen. Il delegato della Palestina è stato informato della richiesta elvetica a Israele di porre fine all’assedio di Arafat a Ramallah e di ritirare le truppe dai territori palestinesi.

La Svizzera ha inoltre ricordato a Nabil Ramlawi che i palestinesi sono anch’essi responsabili della protezione dei civili nella regione. L’Autorità palestinese deve quindi fare in modo che gli attentati contro la popolazione cessino.

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