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La Svizzera vuole essere più vicina a Brasile e Cile

Il ministro Johann Schneider-Amman con la maglietta della nazionale brasiliana offertagli dal senatore Paulo Bauer. swissinfo.ch

Il ministro dell'economia Johann Schneider-Amman vorrebbe che la Svizzera fosse più presente nei mercati emergenti di Brasile e Cile. Le relazioni con i due paesi sono ottime, ma potrebbero essere ulteriormente migliorate, ha detto al termine del suo viaggio in Sudamerica.

Il consigliere federale ha chiuso lunedì la sua visita ufficiale in America latina con un incontro con i ministri cileni dell’economia e degli affari esteri. L’intenzione dei due paesi è di attualizzare l’accordo di libero scambio concluso nel 2004 tra il Cile e l’Associazione europea di libero scambio (AELS, di cui fa appunto parte la Svizzera).

Nei giorni precedenti, in Brasile, Johann Schneider-Amman e il ministro degli esteri Antonio Patriota hanno sottoscritto un accordo per favorire lo scambio di giovani professionisti tra i due paesi. È stata inoltre sollevata la possibilità di intavolare negoziati in vista di un accordo di libero scambio.

Nonostante alcuni momenti spiritosi – come quando Schneider-Amman ha affermato che la Svizzera potrebbe «mandare i suoi giovani calciatori in Brasile per imparare l’arte del pallone» – il viaggio di cinque giorni in Sudamerica aveva obiettivi seri e precisi: rafforzare le relazioni economiche con il Cile e il Brasile, il principale partner commerciale in America latina.

La Svizzera spera inoltre di fare avanzare le trattative in vista di un accordo di libero scambio tra l’AELS e il Mercosur, il mercato comune del Sudamerica.

Per i membri della delegazione economica al seguito del ministro elvetico, l’aspetto più interessante del viaggio non è stato tanto l’accordo in sé, quanto la possibilità di valutare con i propri occhi la realtà economica dei due paesi.

Nuovi impulsi

Il fatto di intrattenere relazioni commerciali più solide consentirebbe di trovare soluzioni al problema del franco forte, ha detto Schneider-Amman venerdì nel corso di un incontro con uomini d’affari brasiliani, organizzato dalla Federazione delle industrie dello Stato di San Paolo.

«Negli incontri degli scorsi giorni – ha aggiunto – ho chiesto a quattro ministri brasiliani di dare nuovi impulsi ai negoziati su un accordo tra l’AELS e il Mercosur».

Il Brasile/Mercosur, ha rammentato Schneider-Amman, sta negoziando un accordo di libero scambio anche con l’Unione europea. Ciò non dovrebbe tuttavia interferire con le trattative in corso con l’AELS. «Le discussioni vertono più sulla qualità che sulla quantità», spiega a swissinfo.ch. «Quando parlo della Svizzera in quanto membro dell’AELS, parlo della nazione più innovativa e competitiva, qualità molto apprezzate dai partner brasiliani».

Lo scorso anno, il volume commerciale tra Svizzera e Brasile ha raggiunto i 3,2 miliardi di franchi, in crescita del 19% rispetto al 2009. Per alcuni uomini d’affari, come il vicepresidente della Federazione delle industrie di San Paolo Benjamin Steinbruch, queste cifre sono tuttavia troppo basse.

Opportunità da cogliere

Secondo Schneider-Amman, si prospetta una grande opportunità per la Svizzera. «Il potenziale è ovviamente enorme. Sono convinto che un accordo di libero scambio, che permetterebbe di risolvere le questioni legate ai dazi doganali, alle misure protezionistiche e ad aspetti legali, consentirebbe di incrementare gli investimenti nelle due direzioni».

Una visione condivisa da Jean-Daniel Pasche, a capo dell’industria orologiera svizzera e membro della delegazione elvetica. «Accordi sulle questioni legali e sul libero scambio, come quelli sottoscritti con il Cile, non soltanto riducono i costi di esportazione ed importazione, ma rafforzano la fiducia degli investitori».

Per la maggior parte degli uomini d’affari della delegazione, gli accordi conclusi con il Cile – come quello sulla protezione degli investimenti (2002), sul libero scambio con l’AELS (2004) o sulla doppia imposizione (2010) – creano i presupposti ideali per gli investimenti.

Il Cile è poi l’unico paese del Sudamerica a far parte, dal 2010, dell’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica. «È un paese aperto e molto promettente», osserva Daniel Kündig, presidente dell’Associazione svizzera degli ingegneri e degli architetti.

Non sorprende dunque che nel corso della visita nel paese sudamericano siano già emersi segnali concreti. «La città di Valparaiso ci ha comunicato l’intenzione di rinnovare la sua funicolare. Vorrebbero disporre dell’aiuto e delle competenze della Svizzera».

Visioni condivise

Durante i tre giorni in Cile, Johann Schneider-Amman si è intrattenuto con il ministro dell’economia Pablo Nogueira e il ministro degli esteri Alfredo Moreno. Dagli incontri è emerso che per diverse questioni multilaterali i due paesi condividono posizioni simili.

«Entrambi i paesi hanno le stesse opinioni a riguardo degli incontri del G-20 ed entrambi stanno cercando il miglior modo per avanzare nei negoziati, inclusi quelli sul Ciclo di Doha», ha detto Schneider-Amman.

Le relazioni bilaterali sono buone, anche se possono essere ulteriormente migliorate, ha sottolineato. «Disponiamo da qualche anno di un accordo di libero scambio, che ha già dato parecchi risultati. Vorremmo tuttavia fare di più, ad esempio nel campo dei servizi. La riconoscenza reciproca dei diplomi permetterebbe agli svizzeri di lavorare qui, e viceversa».

La crescita economica di Brasile e Cile nel 2010 è stata rispettivamente del 7,5 e del 5,3%.

Sempre nel 2010, le esportazioni svizzere verso il Brasile hanno totalizzato 2,3 miliardi di franchi (importazioni: 849 milioni). Il commercio estero tra i due paesi ha registrato una crescita del 19% rispetto all’anno precedente.

Gli investimenti svizzeri in Brasile ammontavano, a fine 2009, a 12,8 miliardi di franchi. Le aziende elvetiche presenti sul posto davano lavoro a 106’000 persone.

In Cile le esportazioni svizzere hanno raggiunto nel 2010 il valore di 205,9 milioni di franchi (importazioni: 149,5 milioni).

A fine 2009 gli investimenti svizzeri ammontavano a 1,5 miliardi di franchi e le imprese elvetiche occupavano 13’300 persone.

Il Cile e l’Associazione europea di libero scambio (di cui fa parte anche la Svizzera) sono legate da un accordo di libero scambio dal 1. settembre 2004.

Traduzione e adattamento di Luigi Jorio

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