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La Svizzera vuole lottare contro l’antisemitismo

Tra le numerose personalità presenti a Gerusalemme vi erano pure Kofi Annan e Samuel Schmid. Keystone

In occasione dell'apertura del museo dell'Olocausto a Gerusalemme, Samuel Schmid ha ribadito l'impegno della Confederazione nella lotta contro l'antisemitismo.

La visita di Schmid in Israele giunge all’indomani dell’incendio che ha devastato una sinagoga a Lugano.

Il presidente israeliano Moshe Katzav ha ufficialmente aperto martedì a Gerusalemme il nuovo museo dell’Olocausto, quattro volte più ampio rispetto al precedente.

Un museo, ha detto il suo direttore Avner Shalev, che vuole soprattutto essere «il racconto della vittima e del sopravvissuto». Nel suo intervento, il segretario generale dell’ONU Kofi Annan ha dal canto suo sottolineato che «l’Olocausto non è solo un’esperienza ebraica, ma è un evento molto importante per il mondo intero».

Oltre al rappresentante delle Nazioni Unite, alla cerimonia erano presenti una quarantina di delegazioni straniere, tra cui quella elvetica, guidata dal presidente della Confederazione Samuel Schmid.

Per Schmid, la visita in Israele giunge in un momento assai particolare: lunedì a Lugano erano state appiccate le fiamme ad una sinagoga e ad un negozio gestito da ebrei.

«Incidenti eccezionali, ma da combattere»

In Svizzera «tutti sono scioccati» per questi due incendi criminali, ha dichiarato il consigliere federale poco prima di partecipare all’inaugurazione del nuovo museo dedicato alle vittime della Shoah.

«Si tratta d’incidenti eccezionali, inediti da 25 anni, che non corrispondono allo spirito della Svizzera», ha inoltre rilevato il presidente della Confederazione, promettendo che lo Stato veglierà alla protezione dei cittadini di credo ebraico.

«È importante combattere i movimenti antisemiti. E non si deve mai dimenticare quanto è successo, per questa ragione è fondamentale aver rinnovato questo luogo eccezionale che è il museo dello Yad Vashem», ha detto ancora Schmid.

Acquisti militari dovrebbero riprendere

Nella sua qualità di ministro della difesa, Schmid pure abbordato la questione degli acquisti svizzeri di materiale bellico israeliano.

Secondo Schmid, questi dovrebbero riprendere, con riserva dell’approvazione parlamentare. «Così, Israele sarà di nuovo trattato come un paese normale», ha dichiarato.

Il Dipartimento federale della difesa (DDPS) aveva confermato a fine febbraio il suo interesse ad acquistare materiale di telecomunicazione israeliano per 150 milioni di franchi. Schmid ha lasciato intendere che la transazione potrebbe aver luogo l’anno prossimo.

La cooperazione militare tra i due paesi è stata ridotta dall’aprile 2002, dopo la rioccupazione delle città palestinesi da parte dell’esercito dello Stato ebraico. Da quella data, le ordinazioni d’armamenti prodotti da Israele sono esaminate caso per caso dal DDPS.

swissinfo e agenzie

Il nuovo museo dell’Olocausto fa parte del memorial Yad Vashem a Gerusalemme, creato nel 1953 per commemorare i sei milioni di ebrei vittime del nazismo.

L’edificio, i cui lavori sono durati 10 anni, è quattro volte più grande del vecchio museo ed è opera dell’architetto israelo-canadese Moshe Safdie.

È costato 56 milioni di dollari ed è stato finanziato dallo Stato israeliano e dalla diaspora ebraica.

Il museo è stato inaugurato dal presidente israeliano Moshe Katzav. Alla cerimonia erano presenti diverse personalità, tra cui il segretario generale dell’ONU Kofi Annan. Era dai funerali del primo ministro Yitzhak Rabin che in Israele non erano giunte così tante delegazioni straniere.

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