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La Svizzera vuole risposte sui voli della CIA

I trasporti di sospetti terroristi sono transitati anche attraverso la Svizzera? Keystone

Berna chiede chiarezza sulle voci secondo le quali gli USA hanno trasportato sospetti terroristi in prigioni segrete attraverso lo spazio aereo svizzero.

La richiesta giunge mentre la segretaria di Stato USA Condoleezza Rice era in Germania, dove i colloqui sono stati dominati proprio dai controversi voli della CIA.

Dopo che lunedì in parlamento la ministra degli esteri svizzera Micheline Calmy-Rey aveva confermato l’inoltro di una richiesta d’informazioni agli Stati Uniti, pure la sezione elvetica di Amnesty International ha iniziato a fare pressione.

È la seconda volta che il Dipartimento degli affari esteri (Dfae) chiede dei chiarimenti riguardo a 4 aerei della CIA posatisi a Ginevra e ad altri 30 che hanno attraversato lo spazio aereo svizzero. Washington non ha ancora fornito risposte.

Voli sospetti

Secondo la portavoce del Dfae Carine Carey, a metà novembre l’ambasciata svizzera a Washington aveva sollevato la questione presso il Dipartimento di Stato USA.

“Questi sorvoli ed atterraggi in Svizzera sono supposti aver trasportato dei prigionieri”, ha rilevato. “Questo è uno dei punti sui quali vogliamo chiarezza”.

“I voli sono stati definiti privati e non abbiamo informazioni sui loro scopi o sull’identità dei passeggeri a bordo. Non sappiamo nemmeno se sono stati organizzati dalla CIA. Ecco un’altra domanda che abbiamo trasmesso agli Stati Uniti”.

“Se i sospetti saranno confermati, la Svizzera condannerà queste pratiche. Ma, al momento, non ci sono prove”.

Velo di segretezza

Amnesty International Svizzera è preoccupata dal velo di segretezza che circonda questo tipo di voli.

“Stiamo ponendo delle domande e facendo pressione sul governo elvetico per ottenere risposte”, ha sottolineato il portavoce Jürg Keller.

“Se i voli contenevano dei prigionieri, non abbiamo alcun modo di sapere se sono stati torturati o se hanno avuto accesso a dei legali”.

La visita della Rice in Europa è segnata da questa controversia, nata dalla pubblicazione da parte del Washington Post di informazioni su presunti campi di prigionia segreti nell’Europa dell’est. La segretaria di Stato americana ha ripetutamente smentito i casi di tortura.

Contro la legge

Già nel corso dell’estate, l’ambasciata americana di Berna aveva trasmesso a Washington domande delle autorità svizzere riguardanti alcuni voli. Il portavoce della rappresentanza diplomatica USA nella capitale federale ha rifiutato ulteriori commenti.

Carine Carey ha sottolineato come la Svizzera sia, di principio, contraria alla detenzione segreta dei prigionieri.

“Consideriamo questo tipo di detenzione una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. In questo modo i prigionieri sono privati di ogni tipo di protezione prevista dalla legge”.

Nella lotta contro il terrorismo, i diritti umani e la legge internazionale umanitaria devono essere rispettati, ha aggiunto.

swissinfo, Matthew Allen
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

La Svizzera ha richiesto delle informazioni riguardanti 4 atterraggi all’aeroporto di Ginevra e 30 sorvoli dello spazio aereo svizzero.

Il 2 novembre, il Washington Post ha annunciato che gli Stati Uniti hanno utilizzato dei campi di prigionia di “stile sovietico” per interrogare sospetti terroristi in Europa dell’est.

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