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La vertenza sugli emblemi riprende a Ginevra

Un cristallo rosso dovrebbe aggiungersi ai due emblemi attuali del Movimento della Croce rossa Keystone

La Svizzera ha convocato una conferenza diplomatica per inizio dicembre allo scopo di risolvere la vertenza sul terzo emblema del Movimento della Croce rossa.

La proposta è stata accolta positivamente anche da Israele, la cui ammissione all’organizzazione umanitaria viene respinta da oltre 50 anni.

Il governo svizzero e il Movimento internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa intendono risolvere definitivamente la questione del nuovo emblema, da affiancare ai due riconosciuti finora ufficialmente (croce rossa e mezzaluna rossa).

Dopo il nulla di fatto emerso dalla conferenza internazionale tenuta a Ginevra nel 2000, ci sono voluti praticamente 5 anni di mediazione per avvicinare le parti e lanciare un nuovo tentativo volto a chiudere il dossier.

Lunedì, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha infatti annunciato che una nuova conferenza diplomatica sulla creazione dell’emblema addizionale è in programma dal 5 al 6 dicembre.

Stella respinta

Il nuovo emblema proposto, un cristallo rosso in forma di rombo, potrà essere utilizzato dalle società nazionali affiliate al Movimento internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa che non vogliono ricorrere ai segni attuali per questioni politiche o religiose.

L’adozione del nuovo simbolo dovrebbe servire in particolare ad appianare la vertenza in corso con lo Stato ebraico, che dalla sua creazione oltre mezzo secolo fa rivendica un proprio emblema.

Finora, il Movimento della Croce rossa e della Mezzaluna rossa (che raggruppa il Comitato internazione della Croce rossa e la Federazione internazionale delle società della Croce rossa e della Mezzaluna rossa) ha respinto l’adesione, quale membro ufficiale, dell’organizzazione umanitaria israeliana Magen David Adom (MDA).

La ragione del rifiuto, sostenuto in particolare dagli Stati membri musulmani, è legata al simbolo utilizzato dalla società israeliana, ossia la stella di Davide.

Progressi nella mediazione

Sia da parte israeliana che da parte araba sembra ora delinearsi un consenso sulla proposta relativa al cristallo rosso.

Ulteriori progressi sarebbero stati raggiunti nel corso della visita in Medio Oriente effettuata alla fine di ottobre dalla responsabile del DFAE, Micheline Calmy-Rey.

Al termine del suo viaggio, la ministra elvetica degli affari esteri aveva infatti affermato di aver ottenuto sostegni supplementari in vista della convocazione di una conferenza diplomatica a Ginevra entro la fine dell’anno.

Davanti alla consigliera federale, sia il capo dell’MDA e che il presidente della Mezzaluna Rossa palestinese si erano impegnati ad avviare «senza indugi» negoziati sull’emblema e su una cooperazione.

Le autorità elvetiche, che avevano ripreso in marzo le consultazioni, hanno reso noto di aver già spedito gli inviti per la conferenza ai 192 paesi firmatari delle Convenzioni di Ginevra sul diritto umanitario.

«Sono rassicurata di aver potuto constatare che i miei interlocutori condividono l’aspirazione della Svizzera a condurre questo processo verso una conclusione armoniosa», aveva affermato Micheline Calmy-Rey dopo aver incontrato, tra gli altri, il primo ministro israeliano Ariel Sharon e il presidente palestinese Mahmud Abbas.

Reazioni positive

Quale Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, la Svizzera è stata incaricata in settembre di convocare entro la fine dell’anno una conferenza diplomatica che dovrà decidere sull’introduzione del terzo emblema per il Movimento.

L’annuncio della convocazione è stato accolto positivamente dal Movimento della Croce rossa e della Mezzaluna rossa, secondo il quale «il nuovo emblema procurerà una protezione supplementare al personale medico ed umanitario nelle zone in conflitto in cui non vengono riconosciuti i simboli attuali».

Reazioni positive sono giunte anche dallo Stato ebraico. Il ministro israeliano degli affari esteri Silvan Shalom ha ringraziato il governo elvetico per i suoi sforzi.

L’integrazione del MDA costituisce un’ulteriore tappa «nella normalizzazione della posizione israeliana sulla scena internazionale» e permette di correggere «una storica ingiustizia».

Anche il rappresentante palestinese a Berna Anis Al-Qaq ha reso noto di sostenere il progetto, seppure con alcune riserve: «Non abbiamo nulla contro il nuovo simbolo. Ma il vero problema concerna la continua violazione del diritto umanitario nei territori palestinesi».

swissinfo e agenzie

L’emblema con la croce rossa su sfondo bianco è stato approvato ufficialmente nel 1864 a Ginevra, un anno dopo l’istituzione del Comitato internazionale della Croce rossa (CICR).

Con tale scelta, i sedici Stati che hanno aderito alla prima Convenzione di Ginevra sul diritto umanitario volevano rendere omaggio all’impegno manifestato dalla Svizzera nei confronti del CICR.

La mezzaluna rossa è stata invece introdotta per la prima volta dai volontari del CICR dell’Impero ottomano, durante la guerra russo-turca del 1876-78.

Questo emblema, approvato ufficialmente nel 1929, è stato adottato finora da 25 Stati islamici.

Le autorità israeliane rivendicano un emblema con la stella di Davide dal 1949, subito dopo la nascita dello Stato ebraico.

Finora il Movimento della Croce rossa e della Mezzaluna rossa non ha però ammesso, quale membro ufficiale, la Società israeliana Magen David Adom (il cui emblema è la stella di Davide).

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