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Le armi “meno che letali” della polizia svizzera

Il grande spartiacque sono state le proteste contro il nucleare nel 1968: fino ad allora la polizia svizzera non aveva un corpo anti-sommossa.

Nelle immagini sgranate dell’epoca, gli agenti sono in giacca, camicia e cravattino.

Dopo le manifestazioni di massa contro l’atomica, comincia l’evoluzione che porterà ai “Robocop” dei giorni nostri, agenti addestrati per il mantenimento dell’ordine e vestiti per resistere: sono protetti da caschi, corazze di plastica e scudi, ed equipaggiati con “armi meno che letali”.

Armi offensive ma non mortali?

Si tratta di una categoria specifica di armi che, se usate in modo opportuno, sono offensive senza uccidere. Sono strumenti che però possono diventare letali quando utilizzati in modo scorretto o su persone deboli o malate. Della categoria “armi meno che letali” fanno parte le pallottole di gomma, prismi di plastica dura che vengono sparati, raggruppati a decine, con un apposito lanciatore. Perché non siano pericolosi, devono essere utilizzati da una distanza di almeno 25 metri, con tiro diretto alla parte inferiore del corpo.

Di uso piuttosto comune nella Svizzera interna, a Zurigo le pallottole di gomma sono state più volte al centro di tempeste politiche e giudiziarie, per le ferite agli occhi riportate da alcuni manifestanti.

Tutte le polizie cantonali fanno uso di lacrimogeni. Si tratta di un’arma “non letale” diffusa in tutto il mondo, il cui uso è però proibito nei conflitti fra stati dalla Convenzione di Ginevra sulle armi chimiche. In Svizzera si usano lacrimogeni di due tipi. Il CN, dissolto in acqua e spruzzato con lanciatori a spalla o con camion-idranti ed il CS, diffuso in forma gassosa con candelotti o granate.

Secondo la Commissione tecnica della polizia svizzera, ha raccontato a Falò/TSI il comandante Peter Diethelm, il CS ha alcuni vantaggi: è leggermente meno tossico del CN ed è facile da stoccare, conservare ed utilizzare. “Per questo”, ha detto Diethelm, “in futuro la polizia svizzera continuerà ad utilizzare un solo lacrimogeno, il CS”.

Sul grado di tossicità del CS, soprattutto ad alte concentrazioni, gli scienziati però non si sono ancora messi d’accordo. Come ha spiegato a Falò il chimico Fausto Guidetti del Laboratorio federale di Spiez: “i risultati degli esperimenti sono molto contraddittori e secondo alcuni, il CS sarebbe cancerogeno”.

L’ultima “arma meno che letale” approvata dalla SPTK prima della Taser, è stato lo spray al peperoncino: la Commissione consiglia “di spruzzarlo a distanza ravvicinata e direttamente nelle mucose: occhi, naso, bocca”.

Anche pallottole marcanti


Nella scorsa primavera è salita alla ribalta dei media svizzeri un’altra “arma meno che letale”, l’FN303: un fucile che lancia pallottole riempite di vernice, per marcare in maniera indelebile una persona e poterla in seguito riconoscere. Nonostante sia ancora in fase di sperimentazione da parte dell’SPTK, è stato utilizzato alla fine di marzo alla stazione di Ginevra Cornavin, a margine di una manifestazione contro l’Organizzazione mondiale del commercio.

Denise Chervet, funzionaria quarantenne del sindacato dei giornalisti Comedia, è stata colpita alla tempia da un colpo di FN303, riportando danni permanenti: è stato impossibile per i sanitari rimuovere completamente i residui della pallottola, una miscela di plexiglas, vernice e frammenti di bismuto.

Mentre l’SPTK prosegue con i test balistici sull’arma, il caso ha provocato le dimissioni del comandante della polizia di Ginevra Christian Coquoz e l’apertura di tre inchieste giudiziarie.

Nel G8 di Evian, la polizia svizzera ha utilizzato altre due “armi meno che letali”: i manganelli di acciaio telescopici e le granate detonanti. I primi sono stati usati dai reparti speciali della polizia di Ginevra nell’irruzione al centro culturale Usine; le seconde sono ordigni esplosivi che producono un rumore ed un bagliore molto forti. Le granate detonanti sono pensate per spaventare e dunque disperdere assembramenti non autorizzati, ma secondo il servizio legale dei manifestanti almeno sette persone sono state ferite in maniera grave da questa “arma meno che letale”. Casi sui quali sarà la magistratura ad indagare.

swissinfo, Serena Tinari

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