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Le banche a corto di specialisti

Il settore bancario impiega oltre 100mila persone in Svizzera Keystone

Uno dei tradizionali motori dell'economia svizzera, il settore bancario, è a corto di dipendenti. UBS e Credit Suisse sono alla ricerca di 1200 nuovi collaboratori.

La notizia è certo positiva, ma pur sempre sorprendente. Cosa è cambiato rispetto a pochi anni fa, quando all’orizzonte si prospettavano al contrario migliaia di soppressioni di impieghi?

Tutto fila per il verso giusto nell’universo bancario elvetico. I due istituti più grandi del paese – UBS e Credit Suisse – hanno archiviato un 2006 con risultati da record, i salari minimi sono aumentati e i responsabili delle risorse umane sono alla ricerca di nuovi impiegati.

Come annunciato dai presidenti dei consigli di amministrazione, Marcel Ospel (UBS) e Oswald Grüber (Credit Suisse), presso le due banche sono vacanti 1’200 posti.

«Finalmente gli effetti della ripresa congiunturale si fanno sentire anche sul mercato del lavoro», afferma a swissinfo Emanuela Capra, direttrice dello studio di consulenza bancaria e commerciale Luisoni Consulenze Professionali.

1’200 posti vacanti

L’UBS, prima banca del paese con 27’600 dipendenti in Svizzera (75’600 nel mondo), sta cercando personale per occupare circa 600 impieghi a livello nazionale. Al di fuori delle frontiere i posti vacanti sono invece 5’000. Già l’anno scorso la grande banca ha creato oltre 6’000 nuovi impieghi a livello mondiale.

«L’effettivo del personale si sviluppa parallelamente alle possibilità di crescita», osserva il portavoce di UBS, Christoph Meier.

Anche in casa Credit Suisse si stanno cercando nuove forze per adattare la produzione alla domanda. Dalla metà dell’anno scorso – ha rilevato Oswald Grüber – sono permanentemente disponibili 600 posti, distribuiti sui vari settori dell’istituto.

Alla fine del 2005, il settore bancario occupava oltre 100mila persone in Svizzera, la metà delle quali attive presso UBS e Credit Suisse.

Prima il pessimismo, poi il boom

Passati il periodo di stagnazione degli anni Novanta e la crisi borsistica d’inizio Millennio – caratterizzati da ristrutturazioni e soppressioni d’impieghi – il ramo bancario appare definitivamente ristabilito, anche dal profilo lavorativo.

Una rinascita sorprendente, se si considera che soltanto pochi anni fa le prospettive per il settore dei servizi finanziari in Svizzera (banche e assicurazioni) erano decisamente fosche: nel 2003, l’Istituto di Banca e Finanza dell’Università di San Gallo aveva previsto, entro il 2010, la soppressione di 40-60mila impieghi.

«Le previsioni erano innanzitutto molto condizionate dalla difficile situazione dell’epoca. Si credeva inoltre che le razionalizzazioni in corso e lo sviluppo tecnologico avrebbero influito negativamente sul personale», spiega a swissinfo Fritz Stahel, del settore «Economic Research» di Credit Suisse.

«L’inaspettato boom ha invece cambiato le carte in tavola. La buona congiuntura nel settore bancario in atto da 2-3 anni, il consolidamento della posizione dalla piazza finanziaria elvetica nel contesto internazionale e lo sviluppo del mercato borsistico si sono ripercosse anche sull’effettivo: in un periodo di crescita, per guadagnare di più servono più dipendenti», prosegue.

Non bisogna tuttavia lasciarsi ingannare dalle cifre: ingaggiare centinaia di collaboratori non significa forzatamente aumentare gli effettivi. «Parte delle assunzioni rientrano nella fluttuazione naturale del nostro personale», ci conferma Christoph Meier di UBS.

Specialisti cercasi

«La creazione di impieghi rappresenta sempre una buona notizia. Il problema è che i posti disponibili richiedono competenze qualificate», rileva Mary-France Goy, segretaria centrale dell’Associazione svizzera degli impiegati di banca.

UBS e Credit Suisse confermano in effetti di essere principalmente alla ricerca di consulenti di alto livello, per occuparsi di gestione patrimoniale o consulenza alle imprese.

«Lo specialista è ricercato un po’ in tutte le banche – dice Emanuela Capra – dal momento che rappresenta un valore aggiunto e che si inserisce nell’azienda senza necessitare di grandi formazioni».

«In seguito ai nuovi metodi di transazione, resi possibili soprattutto da internet, abbiamo al contrario bisogno di meno personale amministrativo nel back office», osserva Fritz Stahel.

Non sarà tuttavia facile reclutare in Svizzera, data la scarsità di personale bancario specializzato. I posti vacanti rischiano così di essere occupati da «immigrati ultra diplomati», in provenienza da Germania, Francia o Gran Bretagna.

swissinfo, Luigi Jorio

A fine 2005, 100’564 persone erano attive nel settore bancario elvetico (dati della Banca nazionale svizzera).
2003: 99’547 persone.
2001: 106’871.
Circa la metà è impiegata da UBS e Credit Suisse.

Vittima del suo successo, anche il mondo orologiero (in piena espansione) è alla ricerca di ulteriori collaboratori in Svizzera.

Il patron del gruppo Swatch, Nick Hayek, ha dichiarato di necessitare di 500 nuovi dipendenti. Questi andranno ad aggiungersi agli attuali 12’000 impiegati attivi nella Confederazione (21’000 nel mondo).

Oltre a rinforzi nei settori dell’informatica, del marketing e delle vendite, il gruppo intende in particolare assumere orologiai qualificati.

Secondo Hayek, gli orologiai sono oggi una merce rara siccome durante la crisi degli anni ’70 nessuno ha voluto seguire tale professione in quanto considerata «senza futuro».

UBS
Utile netto: 12,3 miliardi di franchi.
Volume degli attivi gestiti: 2’989 miliardi.
Dipendenti: 78’140 (di cui 25’900 in Svizzera).

Credit Suisse
Utile netto: 11,3 miliardi
Volume degli attivi gestiti: 1’485 miliardi.
Dipendenti: 44’870.

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