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Le banche private svizzere sul chi vive

Da sinistra Niklaus Baumann, presidente dell'Associazione svizzera dei banchieri privati, con Ivan Pictet e Pierre Mirabaud Keystone

Bilaterali bis: l'associazione dei banchieri privati esige dal governo fedeltà al segreto bancario. Il referendum è l'arma di pressione.

Critici sulle concessioni, i rappresentanti della finanza temono per il futuro del settore.

I toni si fanno forti e in vista di un nuovo round di negoziati fra Unione europea e Svizzera. E i banchieri privati affilano le armi. Da difendere: il segreto bancario e la competitività dell’imposizione fiscale sui risparmi.

In una conferenza stampa, svoltasi giovedì a Berna, i rappresentanti delle piccole banche specializzate nell’amministrazione di patrimoni hanno presentato con chiarezza la loro volontà di difendere la competitività della piazza finanziaria.

Ricorso alla democrazia diretta

Con toni di inusitata veemenza, i banchieri minacciano di ricorrere al referendum contro gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea (UE) in materia di fiscalità dei risparmi. Ciò nel caso in cui tra Berna e Bruxelles si giunga ad un’intesa che comporti un’erosione del segreto bancario.

E Ivan Pictet, presidente dell’Associazione dei banchieri privati svizzeri (ABPS), ha alzato il dito monitore: “Il Consiglio federale non ha certamente dimenticato che il 72 per cento della popolazione svizzera ha rifiutato l’adesione all’Europa nella sua forma attuale”.

La posizione critica dei cittadini risulta quindi uno strumento di pressione verso un esecutivo che ufficialmente ambisce ancora ad un’adesione a medio termine all’Unione europea.

Seduta dei ministri europei

Martedì prossimo i ministri delle finanze dell’Unione si riuniranno per discutere del dossier, all’interno dei quindici, ma anche in rapporto ai paesi terzi, come la Svizzera.

Berna ha proposto una tassazione alla fonte del 35 per cento sugli interessi. Toccati sarebbero gli averi di cittadini europei con dei depositi presso una banca elvetica. Per il momento invece i negoziatori sono rimasti inflessibili sul passaggio di informazioni a scopo fiscale.

Capro espiatorio?

Ma l’offerta fiscale sembra già molto ai banchieri privati. «Ci dobbiamo chiedere» se i negoziatori «non siano già andati oltre a ciò che consideriamo un limite da non superare», ha detto Michel Dérobert, segretario generale dell’ABPS.

Pur riconoscendo che Berna finora è rimasta fermamente ancorata ai suoi principi nelle trattative in corso con l’UE, i banchieri si preoccupano degli ultimi sviluppi per ora tenuti segreti.

Per i banchieri, nelle trattative bilaterali con l’UE sulla tassazione dei risparmi, la Svizzera è stata messa nel ruolo di «capro espiatorio dei problemi interni dell’UE», ha affermato Pierre Mirabaud, presidente dell’Associazione dei banchieri privati ginevrini.

Strategie future

Non si conosce ancora il risultato delle trattative, ma le banche vogliono partecipare da subito ai dibattiti. Sarà l’Associazione svizzera a dover definire la posizione dell’insieme della piazza finanziaria, hanno affermato i banchieri privati, ammettendo che per il momento «è difficile esprimersi definitivamente» sul dossier.

Il traguardo è mantenere la competitività della macchina finanziaria, ha affermato Dérobert, aggiungendo che se le condizioni di tassazione sui risparmi dovessero essere migliori altrove «il nostro paese sarebbe chiaramente svantaggiato».

Oltre l’UE, l’OCSE

L’ABPS guarda già oltre i bilaterali. L’associazione teme che la questione del segreto bancario rifaccia capolino tramite l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che conta fra i suoi membri anche la Svizzera. Tale ente mira a ridurre la concorrenza fiscale, ritenendola dannosa, ha osservato Mirabaud.

A sostegno dell’inflessibilità sul segreto bancario, Mirabaud ha citato gli interessi della piazza finanziaria elvetica «che riguardano l’intero paese». Sono economici e fiscali, ma toccano anche la credibilità della Svizzera, che «non sarebbe degna» se si lasciasse impressionare da «minacce appena velate».

swissinfo e agenzie

I banchieri privati si preoccupano per la competitività del settore in un contesto di apertura all’Europa.

Il crollo delle borse pesa sul settore, di natura più esposto agli andamenti congiunturali.

Una tassazione esagerata e la perdita del segreto bancario potrebbero mettere in pericolo la piazza finanziaria elvetica.

Le banche private hanno registrato l’anno scorso una flessione degli utili del 20 – 30 per cento
Cancellati diecimila impieghi nel settore solo nel 2002
3’500 bancari a fine novembre figuravano nei registri dei disoccupati

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