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Le banche private trovano nuova linfa

A immagine della banca Sarasin, gli istituti privati vivono un periodo di crescita. Keystone

Gli istituti di credito privati elvetici stanno vivendo un periodo estremamente positivo, legato a scelte strategiche azzeccate e alle condizioni economiche favorevoli.

Banche quali Julius Bär, Vontobel, Sarasin e EFG stanno raccogliendo i frutti dell’aggressiva espansione sui mercati emergenti e degli investimenti a livello di personale.

Il settore bancario privato sta ritornando all’antica prosperità, dopo i problemi legati alle aspettative non mantenute nel settore delle nuove tecnologie, nel periodo 2001-2002; tuttavia, sussiste sempre il rischio di euforia che potrebbe condurre a spese eccessive.

Attualmente, i risultati finanziari relativi alla prima metà dell’anno fanno stato di un settore in buona salute. A titolo di esempio, la banca Vontobel ha registrato un aumento dell’utile netto rispetto al 2006 del 27%, la Julius Bär del 28%, mentre la crescita della banca Sarasin e del gruppo EFG supera il 50%.

Le voci legate a possibili fusioni e acquisizioni sono diminuite dopo che la più grande banca elvetica, UBS, ha venduto in maggio la propria quota in Julius Bär. L’unico indizio che sembrava confermare la tendenza prefigurata è stata la vendita, da parte della banca Sarasin, della maggioranza del proprio capitale all’istituto olandese Rabobank.

Le banche hanno adottato strategie differenti, specializzandosi in ambiti diversi: Vontobel si è profilata quale banca d’investimento, Julius Bär ha acquisito il settore «wealth management» (gestione di fortuna) di UBS, mentre EFG è riuscita ad assicurarsi i servizi di specialisti nella relazioni con i clienti facoltosi; Sarasin ha venduto il proprio settore «brokerage business» e concretizzato la fusione con Rabobank.

Espansione internazionale

Nonostante le differenze a livello strategico, gli istituti in questione hanno in comune la decisione di espandere le proprie attività oltre i confini nazionali, al fine di sfruttare la crescente quantità di ricchezza generate dalla crescita economica.

«La buona situazione congiunturale è un fattore importante, ma non costituisce sicuramente l’unica spiegazione», sottolinea Hans Geiger, professore presso lo «Swiss Banking Institute» dell’Università di Zurigo: «Il modello di banca privata funziona in Svizzera, e gli istituti in questione hanno esportato questo tipo di sistema al fine di raggiungere nuovi clienti».

A titolo di esempio, aggiunge: «Cinque anni fa, Julius Bär era una banca svizzera con alcuni collaboratori negli Stati Uniti; ora, circa un terzo del personale lavora all’estero. Analogamente, la maggior parte dei dipendenti di EFG si trova fuori dai confini elvetici». Dal canto suo, Vontobel sfrutta la propria sede di Vienna per curare le relazioni con la clientela dell’Europa orientale, mentre Sarasin ha ricevuto in gestione, nella prima metà dell’anno, oltre 6 miliardi di franchi proveniente dai mercati emergenti.

Tuttavia, l’esigenza di assumere nuovo personale qualificato per quanto concerne la gestione patrimoniale comporta pure spese elevate: per esempio, nella prima metà del 2007, i costi per Julius Bär sono aumentati del 13% rispetto al 2007; per Sarasin, la crescita ammonta al 19%.

Necessaria prudenza

Oliver Müller, analista presso il Credit Suisse, sottolinea che le banche in questione dovranno comunque dar prova di prudenza in vista di un eventuale peggioramento della congiuntura.

«Gli istituti privati stanno raccogliendo buoni frutti, ma il prezzo è elevato. Anche se la situazione non è quella del periodo 2001-2002, il risultato potrebbe essere il medesimo, se la crescita dovesse rallentare e le spese rimanessero contemporaneamente invariate»

swissinfo, Matthew Allen, Zurigo
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Nel primo semestre 2007, l’utile netto della Banca Vontobel ammonta 168,4 milioni di franchi (+27% rispetto al 2006);
Julius Bär: 518 milioni di franchi (+28%);
EFG: 158 milioni di franchi (+56,9%);
Banca Sarasin: 111 milioni di franchi (+70%)

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