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Le Corbusier, tra grandi passioni e qualche critica

Le Corbusier con la "Collection particulière" verso il 1931. FLC / VG Bild-Kunst, Bonn, 2007

È un incontro eccezionale quello proposto dal Vitra Design Museum, a pochi chilometri di distanza da Basilea: l'architetto svizzero Le Corbusier in tutte le sue sfaccettature.

Questa retrospettiva permette di apprezzare il genio di La Chaux-de-Fonds in tutta la sua ricerca di fusione delle arti. Nel museo tedesco di Weil am Rhein sono inoltre esposti alcuni pezzi molto rari.

Uno spirito universale, forse tipico del XX secolo, una ricerca contrassegnata dall’ottimismo e dalla fede nel progresso, malgrado l’esperienza della guerra: oggi ancora, Le Corbusier impressiona per la quantità dei campi in cui si è mosso, per le opere pionieristiche realizzate e per le pubblicazioni di scritti teorici.

È davvero raro poter confrontarsi con le molteplici forme espressive di questo geniale personaggio, la cui curiosità l’ha spinto a muoversi contemporaneamente in diverse direzioni, con un costante spirito di sintesi e di analisi estremamente vivace.

Un’impressionante varietà di oggetti

Eppure i curatori della mostra allestita al Vitra Design Museum di Weil am Rhein (Germania), a pochi chilometri da Basilea, ci sono riusciti grazie anche alla collaborazione di due istituzioni partner. Seguendo un percorso magnificamente definito, il visitatore attraversa tutto il XX secolo, e anche oltre, poiché l’ultima opera – la cappella di Firminy – è stata completata nel 2006.

I curatori hanno sicuramente avuto la brillante idea di dividere il percorso espositivo in tre tappe di dimensioni disuguali: “Contextes”, “Privacy and Publicity” e “Built Art”. Ogni sezione comprende disegni, modelli, piani, foto, oggetti, libri e piccoli filmati che invitano dolcemente e in modo diversificato, a seguire un itinerario pensato per facilitare la comprensione dell’opera di Le Corbusier.

Una serie di brevi testi – in francese, tedesco e inglese – permettono di approfondire la descrizione e la storia delle opere. Ma la loro lettura è assolutamente facoltativa.

I primi passi nel Giura

“Contextes” è l’inizio. A la Chaux-de-Fonds, il 6 ottobre 1887, nasce Charles-Edouard Jeanneret, il vero nome di Le Corbusier. Un quadro di Charles L’Eplattenier, il maestro della scuola di incisione, e alcune foto delle prime ville, ricordano le origini orologiere, ma anche le creste del Giura, dal profilo montuoso così geometrico.

I racconti di viaggio, a partire dal 1907, sono la testimonianza delle influenze subite dal giovane. Balcani, Italia (per tutta la sua vita non smetterà mai di evocare la Certosa di Galluzzo, vicino a Firenze), Germania: ovunque Le Corbusier disegna, colleziona, raccoglie idee e stimoli.

L’idea di fusione delle arti è piuttosto precoce e appare, in filigrana, già nel 1910 con il disegno di un progetto di laboratorio d’Arti Riunite per la Chaux-de-Fonds. Le prime visioni utopiche, come il viadotto circolare per degli appartamenti a Rio, mostrano il fascino che le città hanno sempre esercitato sull’architetto, durante tutto il suo cammino.

Lo sguardo critico di oggi

Un fascino che – analizzato con gli occhi di oggi – presenta anche il rovescio della medaglia: la fede nell’onnipotenza dell’automobile rende alcuni progetti, come il “Plan Voisin” per Parigi o il “Plan Obus” per Algeri, semplicemente impensabili.

Nell’esempio preso in considerazione i curatori non nascondono neppure che, benché affascinato dall’Algeria e desideroso di rendere omaggio alla sua popolazione, Le Corbusier voleva imporre un progetto piuttosto aggressivo, radendo al suolo il 60% della casbah (vecchio quartiere).

L’esposizione non dimentica nulla: la polemica sul progetto per la sede dell’ONU a New York, i progetti moscoviti, le case private, la Villa radiosa, le unità di abitazioni di Marsiglia mal copiate, le cappelle, il padiglione Philips per l’Esposizione universale di Bruxelles e, naturalmente, più tardi, Chandigarh, con uno straordinario modello in legno e degli spezzoni del film di Alain Tanner.

Il capitolo del design

Non poteva mancare, in un’esposizione a tutto tondo dedicata al grande maestro svizzero, il capitolo dedicato all’arredamento. Il mobilio disegnato con il cugino Pierre Jeanneret, costantemente al suo fianco fino al 1940, e la designer Charlotte Perriard, costituisce una parte importante della retrospettiva.

Si possono ammirare prototipi, modelli rari, riproduzioni. E si può anche scoprire il senso degli affari, dal momento che Le Corbusier e suo cugino avevano già creato nel 1911 a La Chaux-de-Fonds, un’agenzia di design.

È però a Parigi che nasce la “teoria degli oggetti-tipo”, come la poltrona coloniale che Le Corbusier considera universale. Altra teoria, sviluppata a partire dal 1927 da questo instancabile pensatore, quella concernente i cinque punti dell’architettura: pali di fondazione, tetto-terrazza, piano libero, finestre in lunghezza e facciata libera influenzeranno generazioni di architetti.

L’esposizione non manca di aprire una piccola finestra sulla questione dell’impatto Dada e surrealista, ancora poco studiato, respinto da Le Corbusier sul piano architettonico eppure molto presente, secondo i curatori della mostra tedesca.

Nella sezione dedicata all’arte costruita “Built Art”, l’esposizione illustra infine l’espansione di Le Corbusier verso l’arte plastica e figurativa e come autore di scritti teorici. La sua teoria degli “oggetti con reazione poetica” non è più forse attualissima, ma il titolo potrebbe calzare a pennello per l’esposizione, la cui visita è per molti aspetti un’esperienza poetica.

swissinfo, Ariane Gigon, Weil am Rhein
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Allestita con la collaborazione dell’Istituto olandese di architettura e del “Royal Institute of British Architects”, l’esposizione “Le Corbusier, l’arte dell’architettura”, è stata concepita da Stanislus von Moos, Arthur Rüegg e Mateo Kries, tra i maggiori conoscitori dell’architetto svizzero.

E’ stata inaugurata la scorsa estate a Rotterdam e fa tappa fino al 10 febbraio 2008 al Vitra Design Museum a Wheil am Rhein in Germania a pochi passi da Basilea.

La mostra comprende numerosi oggetti prestati dalla Fondazione Le Corbusier a Parigi, tra cui venti quadri originali, otto sculture, numerosi mobili originali, più di ottanta disegni e progetti, tra cui i primi schizzi e settanta oggetti dell’arredamento personale dell’architetto svizzero.

Trovano pure spazio nei locali del museo tedesco, anche alcuni modelli originali in scala come pure altri ricostruiti dal Vitra Museum per l’esposizione.

Prossime tappe: in Portogallo (Museu Berardo, Lisbona, dal 5 maggio al 15 agosto 2008), in Inghilterra (Royal Institute of British Architects, Liverpool, dal 2 ottobre 2008 all’11 gennaio 2009 e Royal Institute of British Architects, Londra, dal 12 febbraio al 17 maggio 2009)

1887: Le Corbusier – pseudonimo di Charles-Edouard Jeanneret-Gris – nasce il 16 ottobre a La Chaux-de-Fonds .
1902: Entra alla scuola d’arte locale per una formazione di incisore e cesellatore e viene influenzato dal suo maestro Charles l’Eplattenier, rappresentante della Nuova arte svizzera. Ottiene il suo primo successo a soli quindici anni: un premio all’Esposizione di Arti Decorative di Torino.
1906-1914: viaggi in varie città d’Europa, in primo luogo in Italia (tra la Toscana e il Veneto) dove studia dal vivo le architetture rinascimentali e sei-settecentesche. A Berlino conosce Gropius e Mies Van der Rohe.
1917: decide di stabilirsi definitivamente a Parigi, dove già aveva vissuto in periodi alterni dal 1908.
1919: creazione della rivita “L’Esprit Nouveau”
1920: comparsa dello pseudonimo Le Corbusier, da “Lecorbésier”, nome del bisononno materno.
1922: apre al numero 35 di Rue de Sèvres un atelier di architettura insieme al cugino Pierre Jeanneret.
1940: Occupazione tedesca, fuga verso Ozon, nei Pirenei
1946: lascia l’atelier parigino per New York, ormai celebre e stimato.
1948-1955: Unità abitative a Rézé-lès-Nantes, a Marsiglia
1951-1964: Ideazione e costruzione della città di Chandigarh, in India.
1965: il 27 agosto muore durante le sue vacanze in Costa Azzurra per un attacco cardiaco mentre fa il bagno a Roquebrune-Cap-Martin.

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