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“Quella dei Verdi è un’avanzata incredibile”

Anche il Ticino ha la sua Greta: per la prima volta nella sua storia il Canton Ticino invia con Greta Gysin una deputata ecologista a Berna. Keystone / Samuel Golay

Le prime analisi del voto per il rinnovo del parlamento svizzero confermano le tendenze ampiamente annunciate dai sondaggi: i partiti ecologisti avanzano. Il successo dei Verdi ha dimensioni tali che bisogna risalire al 1919 per trovare un exploit analogo. 

“L’entità del cambiamento è massiccia, la crescita di cinque punti percentuali o più da parte dei Verdi è un’avanzata incredibile, un fenomeno molto raro in Svizzera”, ha osservato il politologo dell’istituto gfs Lukas Golder alla Televisione svizzera SRF.

Anche se i risultati definitivi ancora si fanno attendere, le proiezioni e i risultati che arrivano man mano sono chiari: i Verdi sono i grandi vincitori delle elezioni parlamentari svizzere del 2019. “L’effetto Greta ha investito in pieno le elezioni”, ha commentatoCollegamento esterno nella sua edizione online il quotidiano Neue Zürcher Zeitung (NZZ).

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Secondo le proiezioni il Partito ecologista svizzero ha guadagnato il 5,9% di consensi e si posiziona al quarto posto fra i partiti svizzeri, davanti al Partito popolare democratico. I Verdi liberali, vicini all’economia, guadagnano invece il 3,3%. 

In termini di seggi, l’avanzata dei Verdi potrebbe significare 17 seggi supplementari in Consiglio nazionale. Il Partito ecologista svizzero raggiungerebbe così quota 28 seggi.

“I Verdi sono i primi vincitori, i Verdi liberali i secondi”, ha riassunto Golder. Le elezioni 2019 sono state a suo avviso chiaramente marcate dal dibattito sul clima. La svolta è ancora più significativa perché cambia i rapporti di maggioranza nel parlamento svizzero, ha notato Golder.

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Vittoria storica

La politologa Chloé Jans dell’istituto gfs ha osservato ai microfoni della Televisione svizzera RSI che si tratta di un svolta storica. “L’ultima volta che un partito ha avuto un successo simile in termini di seggi è stato il 1919”, ha osservato Jans. All’epoca con l’introduzione del sistema proporzionale, i socialisti guadagnarono 21 seggi. Nel 1999 l’Unione democratica di centro (UDC) aveva guadagnato 15 seggi.

Tra i perdenti ci sono l’UDC e il Partito socialista svizzera (PS), che lasciano sul campo 3,6, rispettivamente 2,2 punti percentuali. 

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Nonostante le perdite l’UDC rimane comunque di gran lunga il maggiore partito svizzero con il 25,8% dei voti. “Ma dietro l’UDC si profila un conflitto tra quattro partiti; questo si traduce in un nuovo modello nel panorama partitico elvetico”, ha osservato Golder.

“Oltre che di vittoria dei Verdi si può parlare di crisi dei partiti storici”, ha detto dal canto suo Chloé Jans. 

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Maggioranza non è tutto

Tuttavia, avverte la NZZ, la frammentazione del panorama partitico e il dualismo tra Consiglio nazionale e Consiglio degli Stati fa sì che la maggioranza dei seggi sia solo uno dei fattori determinanti.

“Altrettanto importante è il modo in cui la parte aritmeticamente più forte usa la sua maggioranza”, scrive il quotidiano zurighese. “Se agisce in modo intelligente e aperto al compromesso può raggiungere buoni risultati. In caso contrario potrebbe fallire a fronte delle tante possibilità di veto che la costituzione ha saggiamente previsto.”

Anche il quotidiano Der Bund ritiene che la vittoria elettorale non corrisponda necessariamente alla possibilità di imporsi in parlamento. 

“Se l’alleanza per il clima in Parlamento esagera con le sue rivendicazioni, c’è il rischio che per la classe media il costo della vita aumenti sensibilmente. Se le forze ecologiche agiscono invece con troppa prudenza o se si infrangono regolarmente contro la maggioranza (sempre ancora) borghese, i loro sostenitori potrebbero essere rapidamente delusi”, scrive il quotidiano.

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Quattro inseguitori

Il PS si conferma come seconda forza con il 16,6%, seguito dal Partito liberale democratico (PLR) con il 15,3%, dai Verdi con il 13% e dal Partito popolare democratico (PPD) con l’11,4%. Notevole è il fatto che per la prima volta i Verdi abbiano superato un partito di governo.

Golder si è invece detto deluso per la partecipazione al voto: Secondo le proiezioni, solo il 45,5% degli aventi diritto di voto è andato alle urne, il 3% in meno rispetto alle ultime elezioni del 2015. “Questo è molto deludente perché in vista delle elezioni sono stati compiuti grandi sforzi per mobilitare i cittadini, ma a quanto pare non hanno funzionato”.


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