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Le sfide del numero uno dello sci mondiale

Gian-Franco Kasper dirige da quasi un quarto di secolo la Federazione internazionale di sci AFP

I campionati del mondo di sci alpino si sono aperti lunedì a Val d'Isère, in Francia. In occasione di questo grande avvenimento, swissinfo ha chiesto a Gian-Franco Kasper, presidente della Federazione internazionale di sci, di fare il punto su uno sport in piena evoluzione.

Come molte altre organizzazioni sportive mondiali anche la Federazione internazionale di sci (FIS) ha la sua sede in Svizzera – e precisamente a Oberhofen, una piccola località del canton Berna situata sul Lago di Thun. A dirigerla da oltre 24 anni è lo svizzero Gian-Franco Kasper, un grigionese che ha fatto dapprima carriera nel settore del turismo.

In vista dei campionati del mondo di sci alpino, che si sono aperti lunedì a Val d’Isère, in Francia, il responsabile dello sci mondiale ha accolto swissinfo nel suo ufficio, da cui si gode una splendida vista sulle cime dell’Oberland bernese.

swissinfo: I campionati del mondo si sono aperti lunedì a Val d’Isère. Ma si può veramente parlare di campionati del mondo, quando si pensa che questo sport è praticato quasi soltanto in Europa e in America del nord?

G.-F.K.: Credo di sì. A questi campionati del mondo partecipano 69 nazioni. Sciatori giapponesi, coreani e cinesi hanno già vinto delle medaglie in una delle discipline dello sci alpino. Anche l’Asia fa quindi parte della grande famiglia dello sci. Per ragioni evidenti, legate al clima, l’Africa non è molto rappresentata. A Val d’Isère prendono parte però anche atleti algerini e marocchini.

swissinfo: Certi paesi, come il Senegal, considerano sfavorevoli i criteri di selezione per i campionati del mondo. Questa competizione è veramente aperta a tutti i paesi?

G.-F.K.: I senegalesi non criticano solo i campionati del mondo, ma anche i giochi olimpici. Non apprezzano il fatto di dover disputare delle prove di qualificazione per poter partecipare allo slalom gigante. Con oltre 200 sciatori iscritti soltanto per questa disciplina siamo però costretti ad imporre una selezione. Dobbiamo cedere uno dei quattro posti attribuiti alla Svizzera per permettere al Senegal di partecipare ai campionati? Non credo che questa opzione sia valida.

A titolo di paragone prendiamo l’atletica: è alquanto raro che uno svizzero riesca a superare le qualificazioni per la gara dei 100 metri. Anche le qualificazioni fanno parte di un grande evento sportivo come i campionati del mondo. Posso tuttavia capire la volontà di alcune nazioni di apparire maggiormente alla televisione.

swissinfo: Il problema della sicurezza degli sciatori è stato rimesso in discussione negli ultimi giorni, in seguito all’incidente di cui è stato vittima lo svizzero Daniel Albrecht. La FIS può compiere ancora dei progressi in quest’ambito?

G.-F.K.: La sicurezza sulle piste è nettamente migliorata negli ultimi anni. In seno alla FIS, numerose persone si occupano unicamente di questo problema. Ogni anno vengono compiuti miglioramenti, a esempio modificando le reti di sicurezza o il rilievo delle piste – ciò che comporta tra l’altro non poche spese supplementari per gli organizzatori.

Cerchiamo di fare il massimo per garantire la sicurezza, ma un rischio zero non esiste. L’incidente capitato a Daniel Albrecht non era dovuto ad una mancanza di sicurezza, ma ad un errore dello stesso sciatore.

swissinfo: Quali sono le grandi sfide per lo sci nei prossimi anni?

G.-F.K.: Per noi è fondamentale che rimanga vivo un forte interesse popolare nei confronti delle vacanze invernali e delle attività sportive sulla neve. Lo sci d’élite rappresenta in tal senso un fattore importante di promozione turistica. Questa prima parte dell’inverno è stata molto buona per l’industria dello sci e il turismo. Se le condizioni climatiche non subiranno grandi cambiamenti nei prossimi anni, possiamo guardare in modo sereno al futuro dello sci.

swissinfo: Il riscaldamento climatico del pianeta rappresenta per lei una fonte di preoccupazione?

G.-F.K.: Certamente! Senza neve, niente sport invernali. Si potrà chiaramente praticare dello sci indoor, ma non si tratta evidentemente della stessa cosa. Lo sci va di pari passo con la natura e le montagne. Ci preoccupiamo quindi seriamente per il riscaldamento del pianeta, che minaccia a medio termine le stazioni sciistiche situate a bassa e media altitudine.

Negli ultimi anni abbiamo già realizzato diversi studi e seminari assieme ai migliori specialisti di questioni climatiche. Inoltre pubblichiamo regolarmente delle raccomandazioni rivolte alle stazioni turistiche, invitandole ad esempio a diversificare la loro offerta di attività invernali. E cerchiamo pure di trovare un giusto equilibrio per quanto concerne l’innevamento artificiale, dal momento che questa attività necessita di un grande consumo di energia.

swissinfo: Si preoccupa anche per la crisi economica che si profila a livello mondiale?

G.-F.K.: Almeno per il momento, la FIS non è direttamente toccata. Ma la crisi finanziaria rimane comunque inquietante: non siamo impermeabili al mondo economico e alcune organizzazioni cominciano già a sentirne i primi effetti. A Vancouver, che accoglierà l’anno prossimo le Olimpiadi invernali, nessuna banca è attualmente disposta a concedere dei crediti per la costruzione del villaggio olimpico.

Credo tuttavia che, a lungo termine, lo sport riuscirà in ogni caso a sopravvivere. Bisognerà forse adeguarsi, sostituendo ad esempio il caviale con delle salsicce allo stand dei Vip nelle zone di arrivo delle gare.

swissinfo: Per concludere, quando faranno ritorno in Svizzera i campionati del mondo di sci?

G.-F.K.: San Moritz ha le carte in regola per accogliere di nuovo i campionati del mondo nel 2013. Altre candidature si profilano però all’orizzonte e non solo nei paesi tradizionali dello sci. Ad esempio, Bulgaria, Kirghizistan, Kazakhstan e Russia, dove si svolgeranno le Olimpiadi invernali del 2014, stanno investendo molti soldi per costruire stazioni di sci eccezionali.

Questi paesi vorranno organizzare a loro volta dei campionati mondiali, anche se la cosa non farà piacere alle grandi nazioni dello sci. Ma, se vogliamo veramente garantire un sport di portata mondiale, dobbiamo accordare delle competizioni anche alle nuove stazioni del circo bianco.

swissinfo, intervista a cura di Samuel Jaberg
(traduzione Armando Mombelli)

Lunedì 2 febbraio: cerimonia di apertura

Martedì 3: super-G donne

Mercoledì 4: super-G uomini

Venerdì 6: supercombinata donne

Sabato 7: discesa uomini

Domenica 8: discesa donne

Lunedì 9: supercombinata uomini

Mercoledì 11: coppa delle nazioni per squadra

Giovedì 12: slalom gigante donne

Venerdì 13 slalom gigante uomini

Sabato 14: speciale donne

Domenica 15: speciale uomini

Nato nel 1944 a San Moritz, nel canton Grigioni, Gian-Franco Kasper ottiene nel 1966 una licenza in giornalismo, filosofia e psicologia all’Università di Zurigo.

Dopo un’attività di editore presso il Corriere di San Moritz, nel 1974 crea un ufficio del turismo a Montreal, in Canada.

Nel 1975 Gian-Franco Kasper viene nominato segretario generale della Federazione internazionale di sci (FIS) e nel 1988 assume la presidenza di questa organizzazione sportiva mondiale.

Dal 1993 il presidente della FIS entra a far parte dei membri dell’Agenzia mondiale antidoping. Gian-Franco Kasper è inoltre attivo in seno alla Commissione di coordinazione dei Giochi olimpici invernali del 2010 a Vancouver.

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