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Le sfide finanziarie del governo

Tempi di gelo finanziario a Palazzo federale Keystone

Abbattere il debito pubblico e rilanciare l’economia: il Consiglio federale ha definito il piano d’azione per i prossimi quattro anni.

Per la prima volta, il parlamento sarà chiamato ad esprimersi sui nove obbiettivi elaborati dal governo per la legislatura 2003-2007.

La Confederazione tira la cinghia. Lo dimostrano il programma di legislatura 2003-2007 e il piano finanziario 2005-2007 che il Consiglio federale ha licenziato giovedì. I due documenti mirano essenzialmente al rilancio della crescita economica e al risanamento delle finanze federali.

Il presidente della Confederazione Joseph Deiss ha sottolineato che il documento non è un programma di governo come all’estero, ma un piano d’azione. Per la prima volta, tuttavia, il parlamento sarà chiamato a pronunciarsi sui nove obiettivi del Consiglio federale. Finora doveva soltanto prenderne atto.

Concentrazione dei compiti

La disciplina budgetaria annunciata sarà severa. Visto il deficit miliardario cumulato, il governo analizzerà progressivamente tutti i compiti di cui si fa carico, concentrando le forze sulle funzioni chiave dello Stato.

In nove punti il governo annuncia la sua strategia. In primo luogo, l’azione politica e il rispettivo prezzo saranno sempre analizzati contemporaneamente, ha affermato anche la cancelliera della confederazione Annemarie Huber-Hotz. Anche nell’attività legislativa si intende essere parsimoniosi. Inoltre si annuncia già un’ulteriore manovra di risparmio che si aggiungerà al pacchetto varato lo scorso autunno.

Con 3,5 miliardi di franchi, la prima tornata di risparmi ha già assunto delle dimensioni mai viste negli oltre 150 anni di storia della Stato federale. Il governo vuole dunque fare sul serio. Gli osservatori notano come i due nuovi membri eletti in dicembre, rappresentanti della destra economica, abbiano già impresso il loro marchio nel programma presentato giovedì.

Un primo assaggio del cambiamento di rotta è già arrivato mercoledì, quando il governo ha annunciato il congelamento della revisione della legge sulla protezione dell’ambiente. Questa decisione frena la nascita di nuovi parchi nazionali. Alcuni progetti già in via di realizzazione subiranno una battuta d’arresto, poiché solo la revisione avrebbe potuto sbloccare i necessari fondi.

Tributo alla polarizzazione

La nuova costellazione politica, creatasi in parlamento con le elezioni federali dello scorso ottobre, il clima politico è cambiato radicalmente. Ricordando l’accresciuta polarizzazione emersa dalle urne, Joseph Deiss ha auspicato che le Camere non blocchino il lavoro del governo, ma s’impegnino in una collaborazione costruttiva. «La Svizzera è chiamata a prendere decisioni che possono far male, ma che sono necessarie per il futuro», ha aggiunto.

Joseph Deiss ha ricordato che la crescita è il tema principale del programma che comprende tre grandi capitoli (accrescere la prosperità e garantire lo sviluppo sostenibile, rispondere alle sfide dell’evoluzione demografica, rafforzare la posizione della Svizzera nel mondo) e 50 grandi progetti. «La crescita – ha sottolineato – è la maggiore sfida che ci attende». Ogni dipartimento è coinvolto. Spetta ora alle Camere pronunciarsi sul programma di legislatura.

swissinfo e agenzie

Le reazioni di partiti, ambienti economici e sindacali:

In generale tutti salutano il fatto che il Consiglio federale veda la crescita economica come l’obiettivo prioritario del suo programma di legislatura.

A destra, l’Unione democratica di centro vorrebbe ulteriori risparmi e denuncia la mancanza di volontà nel ritirare la domanda d’adesione all’UE, come pure l’obiettivo di risanare l’assicurazione invalidità. Viene invece considerata positiva la riforma della fiscalità delle imprese.

Per il Partito liberale radicale, il programma di legislatura va nella giusta direzione. Manca una maggiore attenzione alla formazione.

Il Partito socialista sostiene la priorità alla crescita, ma mantiene grosse riserve sulla politica finanziaria: non è possibile che da una parte si riduca il gettito fiscale e dall’altra si avviino giganteschi programmi di risparmio.

I verdi temono che «un vino relativamente buono potrebbe essere trasformato in aceto». Le recenti decisioni del parlamento sono state contrarie allo sviluppo sostenibile e alla promozione della coesione sociale, che pure figuravano nel programma di legislatura.

Soddisfatto il padronato che ritiene la direzione imboccata quella giusta. Inquieti i sindacati che temono uno smantellamento dello stato sociale.

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