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Le tribolazioni vietnamite di Ringier

La rivista di moda "Thoi Trang Tre" è oggi il piatto forte delle pubblicazioni di Ringier in Vietnam. Thoi Trang Tre

Unica casa editrice straniera in un mercato tuttora estremamente controllato dallo Stato, Ringier è attiva in Vietnam sin dal 1992. Ma i problemi non mancano.

Il gruppo editoriale elvetico è stato ad esempio costretto a ricorrere ai tribunali per tentare di riprendere il controllo di una sua pubblicazione economica, soffiatagli …dal partner locale.

“No, non penso ne sia valsa la pena”, dice a swissinfo Sen Hoa, responsabile di Ringier in Vietnam, tracciando un bilancio di quasi 15 anni d’attività nel paese asiatico.

“L’atmosfera per fare affari sarebbe anche molto buona. Il mercato delle inserzioni cresce del 30-40% l’anno. Ma poi molto dipende dal partner locale. Che, come ci è accaduto nel caso del Vietnam Economic Times (VET), non sempre gioca pulito…”, aggiunge.

Esclusi dal business

I problemi hanno inizio durante la crisi finanziaria asiatica, alla fine degli anni novanta. In quel periodo, molte compagnie straniere rivedono le loro attività in Vietnam e cercano di ridurre i costi.

Tra di loro pure Ringier che, a causa dello specifico settore nel quale opera, è tuttavia costretta a collaborare con società locali: in Vietnam i media sono sotto totale controllo dello Stato. Ancora oggi, l’intero contenuto editoriale delle pubblicazioni di Ringier è fornito dai partner vietnamiti, tutti in qualche modo legati al governo. L’editore svizzero, l’unico straniero ad aver ottenuto una licenza in Vietnam, si occupa soltanto della commercializzazione del prodotto finale.

Il parziale ritiro degli svizzeri coincide dunque con la delegazione di nuovi ruoli ai partner locali. L’Associazione degli economisti vietnamiti, con la quale il gruppo editoriale pubblica tra l’altro il VET, reinterpreta gli accordi conclusi e, nel 2001, s’impadronisce della rivista ritenendo che la Ringier abbia abbandonato il business durante gli anni di crisi e non abbia quindi più alcun diritto di rivendicare la suddivisione degli utili.

“Ringier ha investito 1 milione e 600’000 dollari per portare avanti il progetto. Quando il VET ha iniziato a generare dei benefici, ci hanno letteralmente tagliato fuori”, commenta, piuttosto amareggiata, Sen Hoa.

Ricorso alla giustizia

La vicenda si sta ora trascinando all’interno dei tribunali. Thomas Trüb, responsabile di Ringier Asia, parla di un conflitto di natura “politico-culturale” ma rimane ottimista. “Sono certo che riusciremo a trovare una soluzione di compromesso”, dice a swissinfo. “Ci vorrà del tempo, ma alla fine troveremo un accordo”.

Quel che è certo è che il settore dei media vietnamita continua a funzionare secondo regole proprie. Dal punto di vista dei contenuti, i capi-redattore di tutte le pubblicazioni sono convocati ogni giovedì mattina presso il Ministero della cultura e dell’informazione per la comunicazione delle linee editoriali della settimana. Tanta rigidità non trova però riscontro nelle condizioni quadro che guidano il mercato: in alcuni casi, leggi e regolamenti sembrano interpretabili in funzione degli attori in gioco.

“Abbiamo avuto dei contatti con autorità a diversi livelli. Tutti ci hanno assicurato il loro sostegno per rinegoziare un accordo”, ricorda Sen Hoa. “Ma il responsabile dell’associazione in questione sembra avere molti legami con il potere e riesce sempre ad insabbiare ogni discussione”.

Comunisti alla moda

Le cose funzionano invece più che bene per quel che riguarda la rivista “Thoi Trang Tre” (New Fashion), pubblicata da Ringier tre volte al mese. Dopo la perdita del business relativo al VET, il periodico è diventato la “nave ammiraglia” del gruppo elvetico in Vietnam. In questo caso il partner locale incaricato della redazione dei contenuti è nientemeno che …la gioventù comunista.

“Collaboriamo con questa organizzazione dal 1993 e non abbiamo mai avuto alcun problema. Lo scorso anno abbiamo finito di rimborsare gli investimenti iniziali e abbiamo finalmente ottenuto degli utili netti”, dice Sen Hoa. “Ecco la prova che, con un po’ di fortuna nella scelta dei partner, in Vietnam è possibile realizzare dei buoni affari”.

Ogni numero di “Thoi Trang Tre” vende circa 50’000 copie. La rivista si situa tra i leader di un segmento di mercato caratterizzato da una forte concorrenza.

“Rispetto al recente passato possiamo affrontare in modo molto più aperto ed attrattivo temi quali il sesso tra i giovani o il lifestyle”, aggiunge la manager vietnamita. Sullo slancio dell’apertura economica del paese, anche la tradizionale e conservatrice società vietnamita sta dunque mutando. Permangono tuttavia alcune barriere: ad esempio i censori del regime non tollerano le foto troppo sexy e gli oroscopi.

Il Vietnam continua dunque a rappresentare un mercato piuttosto particolare che sembra tuttavia stare a cuore ai vertici di Ringier. “Certo, ci sono stati dei problemi e l’Asia non rappresenta il fulcro delle nostre attività”, conclude Thomas Trüb. “Ma, dopo questa lunga permanenza, siamo legati al Vietnam anche a livello emozionale. Ci sono stati alti e bassi, ma siamo qui per restare”.

swissinfo, Marzio Pescia, Hanoi

Ringier, il principale editore svizzero, è attivo anche in Germania, in Serbia, in diversi paesi dell’Europa dell’est (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Ucraina), in Cina, in Vietnam, in India e in Indonesia.

In Vietnam, Ringier dispone di tre partners locali (associazione degli economisti, organizzazione dei giovani comunisti e una società privata specializzata in marketing e comunicazione) con i quali pubblica diverse riviste.

Tra queste, “Vietnam Economic Times”, in inglese e in vietnamita, la rivista di moda “New Fashion”, una guida per consumatori e una guida in inglese contenente informazioni turistiche e pratiche (eventi, ristoranti, intrattenimenti) sulle grandi città vietnamite.

Nel 2005 il gruppo Ringier ha ottenuto i migliori risultati della sua storia: 67.1 milioni di franchi di utile (+20.7% rispetto all’anno precedente) e 1.256 miliardi di franchi di cifra d’affari (+12.8%).
La cifra d’affari realizzata in Asia è cresciuta del 5% raggiungendo 54.5 milioni di franchi.
In autunno 2005, l’editore svizzero è entrato anche sul mercato indiano.

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