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«Cosa rappresenta Merkel? L’incarnazione di temi che vanno per la maggiore»

Frau Merkel in roter Kleidung winkt
La cancelliera Angela Merkel, da 12 anni alla guida della Germania. Keystone

Data per vincente a tre settimane dalle legislative in Germania, la cancelliera Angela Merkel ha saputo capitalizzare i temi che vanno per la maggiore e riempire il vuoto lasciato al centro. È l’analisi del giornalista tedesco Markus Wiegand, che fino alla fine del 2015 è stato a capo della rivista “Schweizer Journalist”.

Di ritorno in Germania, la sua terra natia, Markus Wiegand lavora come caporedattore del periodico “Kress Pro”, dalle cui colonne osserva in modo critico l’evoluzione del settore giornalistico.

Ein Mann schaut keck in die Kamera
Markus Wiegand. Ludwig Schedl

swissinfo.ch: La campagna sembra scorrere tranquilla in Germania. È un’impressione corretta?

Markus Wiegand: Sì, ma è anche una conseguenza del calendario. Nei Länder più popolosi è ancora tempo di vacanze estive. Ci si può dunque interrogare sul perché sia stata fissata questa data per le elezioni. Quando la campagna è breve, è la persona in carica a beneficiarne.

swissinfo.ch: Cosa ne è di Martin Schulz?

M. W.: Schulz ha un problema. Chi persegue il cambiamento, ha bisogno di un cambiamento d’umore nella popolazione e dunque di un tema che si presti. L’opzione più evidente sarebbe quella di attaccare la politica dei rifugiati portata avanti da Angela Merkel. Ma Schulz non può farlo, perché una campagna diffamatoria contro i rifugiati non corrisponde né a lui né ai socialdemocratici della SPD. A questo ci pensa l’Alternativa per la Germania (AfD). Schulz non ha alcun tema, ha solo la sua persona.

swissinfo.ch: E la sua persona sembra aver perso influenza.

M. W.: Quando Schulz è entrato in corsa, la sua quota di popolarità nei sondaggi è salita a picco nel giro di qualche settimana. Era difficile da credere. È però stato un fenomeno mediatico. Gli osservatori politici a Berlino erano da tempo paralizzati dalla noia, manifestatasi già quattro o otto anni fa. Poi è arrivato Schulz e tutti pensavano che ci sarebbe finalmente stata una vera e propria corsa al Bundestag, che sarebbe stato entusiasmante e che avrebbero avuto qualcosa su cui scrivere. I sondaggi e i media si sono condizionati a vicenda, e quando Schulz ha perso punti nei sondaggi, tutti hanno reagito come se fosse stata colpa sua, sebbene gli stessi media avessero partecipato a questa svolta.

Schulz spricht ins Mikrophon
Martin Schulz non sembra rimettere più rappresentare un pericolo per Angela Merkel. Keystone

swissinfo.ch: I giornalisti tedeschi volevano una campagna all’americana?

M. W.: Negli Stati Uniti c’è stato un vero duello tra Hillary Clinton e Donald Trump. In Germania è stata una messa in scena artificiale. Si personalizza la campagna, anche se qui non viene eletta nessuna persona. E la Merkel ne approfitta. Quattro anni fa, lo slogan era «Mi conoscete già». Non c’è stata nessuna dichiarazione politica d’impatto della cancelliera, ma soltanto quel «Mi conoscete già». Questo messaggio è ancora al centro della campagna della Merkel, che oggi afferma: «Non potete sbagliarvi con me».

swissinfo.ch: E sembra funzionare…

M. W.: Sì, non conosco nessun giornalista politico che pensi davvero che Schulz possa diventare cancelliere, anche perché è difficile immaginare una costellazione nella quale ciò sarebbe possibile. Per questo oggi la campagna manca di spirito. Quando parlo con i corrispondenti a Berlino, mi dicono che gli stessi quadri dell’SPD oggi sanno che la corsa è già finita da tempo.

swissinfo.ch: Regna dunque una sorta di calma svizzera?

M. W.: Se paragono le campagne elettoraliin Svizzera e in Germania, qui i numeri sono naturalmente più importanti, ma il contenuto è vuoto. Dato che il popolo svizzero è regolarmente chiamato alle urne, è abituato a chinarsi sui diversi temi. Chi vuole comprendere il tasso di conversione dei fondi pensione, deve fare un certo sforzo. D’altra parte, la Svizzera non sceglie un cancelliere, bensì dei partiti.

swissinfo.ch: Qualcosa si sta muovendo tra le formazioni politiche tedesche?

M. W.: Qualcosa si muove, anche se i Verdi sono paralizzati dopo il risultato delle elezioni regionali [nel Nord Reno-Westfalia hanno totalizzato solo il 6% di voti, ndr] e oggi non hanno un tema portante. C’era il Dieselgate, ma Angela Merkel se ne è appropriata molto in fretta. Il Partito democratico libero (FDP) sta invece andando sorprendentemente bene, mentre l’AfD raccoglie i voti di una fetta di delusi, dal 7 al 10% de votanti di destra, che si sentono destabilizzati dalla politica sui rifugiati e da quella sull’euro.

swissinfo.ch: Il numero di scontenti potrebbe però essere più alto. Angela Merkel ha relativizzato la sua politica di benvenuto nei confronti dei rifugiati e ha deluso molte persone anche all’interno del suo partito, l’Unione cristiano democratica (CDU).

M. W.: Sì, ma è stata anche fortunata, perché la crisi dei rifugiati è arrivata a metà legislatura. Se il tema dell’asilo fosse ritornato d’attualità più tardi, avrebbe potuto causarle un danno considerevole. Il calcolo della Merkel, secondo cui il flusso di rifugiati e il sentimento di rigetto nei loro confronti sarebbe diminuito con l’accordo con la Turchia, è riuscito. Tuttavia, il fatto che la CDU si sia spostata a sinistra, ha lasciato da parte un 10% circa di voti dell’estrema destra, che Merkel non è più riuscita a raccogliere. Allo stesso tempo, la CDU oggi ha una presenza molto forte al centro dello scacchiere politico, ossia dove a suo tempo Schröder aveva vinto le elezioni con la SPD. Il matrimonio per tutti? Per la CDU non è un problema. L’abbandono del nucleare? Nemmeno. Questo vuoto al centro oggi non c’è più.

swissinfo.ch: Dietro all’operato di Angela Merkel ci sono dunque calcoli elettorali?

M. W.: Cosa rappresenta la Merkel? L’incarnazione di temi che vanno per la maggiore e che possono anche cambiare col tempo. Lo si è visto per la prima volta con Fukushima, quando ha trasformato in pochi giorni tutta la politica energica di un’industria orientata sull’Europa e ciò seguendo la corrente dominante. Col tempo, ha perfezionato la sua tattica.


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