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Libertà di stampa: risultato mediocre per la Svizzera

Anche la scelta della fonte di informazione è una libertà fondamentale Keystone

Uno studio condotto da "Reporters sans Frontières" relega la Svizzera al 15esimo posto fra i paesi con le migliori condizioni per una stampa libera.

Il presidente del Consiglio della Stampa elvetico, Peter Studer, non si dice sorpreso, ma auspica miglioramenti.

La libertà di stampa è un bene prezioso per la circolazione delle idee e per il funzionamento della democrazia. Un bene da difendere ancorato anche nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite.

“Ogni individuo – recita infatti l’articolo 19 della Dichiarazione – ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.

Questa è anche l’idea di fondo dell’organizzazione internazionale “Reporters sans Frontières” che ha stilato una classifica dei paesi dei quattro angoli della terra.

Risultati sorprendenti

Lo studio indica come la situazione per il giornalismo sia migliore nei paesi sviluppati, ma non mancano le sorprese. Stati come il Costa Rica (15esimo a pari merito con la Svizzera) e il Benin (21esimo con La Gran Bretagna e l’Uruguay) offrono condizioni migliori di molti stati ricchi.

Fra i criteri scelti c’è infatti la libertà di espressione, il pericolo di censura e repressione. Ma anche la concentrazione editoriale gioca un ruolo nel funzionamento di un sistema veramente libero. Così l’Italia, dove il primo ministro Berlusconi detiene di fatto un monopolio sulle emittenti private e pubbliche, si quota solo al 40esimo posto.

Ci sono anche dei cambiamenti legati all’attualità. Negli Stati Uniti, per esempio, le misure applicate dopo l’11 settembre hanno portato ad un irrigidimento della tolleranza delle istituzioni. La curiosità dei media è stata più volte repressa a favore del segreto di Stato.

Svizzera mediocre?

La Svizzera si posiziona ad un mediocre 15esimo posto. Viene quindi da chiedersi, perché abbia tanto scarto dai primi posti in cui primeggiano molti paesi del continente? In fondo è una delle democrazie più vecchie d’Europa e ha fissato già nel 1848 la libertà di stampa nella sua Carta costituzionale.

“La Svizzera dovrebbe ambire ai primi posti”, sostiene Peter Studer, presidente del Consiglio svizzero della stampa. “Abbiamo una Costituzione moderna e il paese ha aderito alla convenzione europea dei diritti dell’uomo da 25 anni – continua l’ex caporedattore del Tages Anzeiger e della Televisione svizzera di lingua tedesca – bisognerebbe apporre le correzioni necessarie”.

I punti deboli in terra elvetica

I problemi sono identificati dallo studio e Studer conferma le debolezze del sistema elvetico: “La pratica di polizia e tribunali suscita alcuni dubbi. In caso di protesta un giudice può per esempio bloccare una pubblicazione o una trasmissione senza aver parlato con l’editore”.

“Anche il diritto penale pone delle riserve alla pubblicazione di documenti riservati. Basta scrivere in alto “riservato” e la pubblicazione è illegale, anche se il documento non contiene dati veramente sensibili”.

Unico in Europa è poi il caso della concorrenza sleale applicata anche alla stampa: se un giornalista paragona dei prodotti può essere denunciato per infrazione della norma. Altrove avrebbe fatto il suo lavoro in maniera critica. “I tribunali poi – continua Studer – applicano con rigore le norme”.

Situazione soddisfacente

Malgrado tutto però per Studer le cose non “sono poi messe così male. Penso che chi precede la Svizzera nella graduatoria non sia poi così distante”.

Certo si potrebbero migliorare alcuni punti della legislazione. “Ma la politica non sembra particolarmente disponibile. Ancora recentemente il Parlamento non ha voluto apporre modifiche al diritto penale. Delle fughe di informazioni dall’amministrazione hanno portato i deputati al mantenimento di posizioni rigide”.

Per l’osservatore Studer, quello che conta è che in Svizzera la situazione generale e del mercato permette la libera espressione e non giudica affatto male lo stato del “quarto potere”.

Addirittura non intende enfatizzare troppo il termine: “La definizione di ‘quarto potere’ è un’invenzione propria della stampa, nessuno ci ha eletti”. Ma l’importanza di una stampa che si occupi criticamente del ruolo dello stato e del suo funzionamento rimane importante.

Daniele Papacella, swissinfo

Reporter senza frontiere è un’organizzazione internazionale che difende i diritti e la libertà del giornalismo e dei giornalisti a livello internazionale. Si ispira all’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. L’organizzazione ha nove sezioni nazionali in Europa e delle sedi di rappresentanza nei cinque continenti.

Lo studio sulla libertà della stampa è stato condotto per la prima volta in 139 paesi
Gran parte dei paesi europei sono ben qualificati. A pari merito conquistano il primo posto: Finnlandia, Islanda, Norvegia, Olanda
La Svizzera si colloca al 15esimo posto con il Costa Rica, prima degli Stati Uniti
Fanalino di coda: Cina e Corea del Nord

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