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Lo schermo del futuro sarà avvolgibile

17x19 centimetri, le dimensioni di questo prototipo. Philips

La realizzazione di schermi per computer con polimeri organici fa un passo avanti, grazie ad una scoperta scientifica del Politecnico federale di Zurigo.

I primi e-paper sul mercato a breve termine.

Uno schermo di computer flessibile ed a costi ridotti, con accesso permanente alla multimedialità e con la particolarità che si può riavvolgere e rimettere in tasca come un fazzoletto, oppure vaporizzare da una bomboletta al momento dell’utilizzo.

Sembra fantascienza, ma da un paio di decenni gli scienziati ci stanno lavorando e l’e-paper è ormai dietro l’angolo.

“Fra un anno o due i primi modelli saranno sul mercato e ciò darà maggiore impulso alla ricerca sui nuovi materiali”. Il dottor Walter Caseri, dell’Institut für Polymere della Scuola politecnica federale di Zurigo (ETHZ), ne è convinto.

Apripista svizzero

Il gruppo di ricercatori in scienza dei materiali che dirige ha appena annunciato la scoperta di un polimero ibrido organico/inorganico. Un ponte, l’anello mancante tra l’attuale tecnica e la futura tecnologia dei semiconduttori in polimeri organici.

“L’utilizzo dei polimeri quali conduttori, semi-conduttori ed isolanti offre importanti vantaggi rispetto alle tecniche convenzionali che impiegano il silicio quale materiale di base”, spiega il professor Caseri.

Leggere il giornale, un libro, guardare la televisione, un film, un clip ovunque ed in qualunque luogo: fantascienza ancora per pochi anni.

L’accelerazione delle innovazioni

Negli ultimi anni, la ricerca e la produzione in serie di schermi ultrapiatti hanno fatto importanti passi avanti.

Lo sa bene Fausto Gimondi, già direttore del portale italiano Virgilio ed attuale responsabile editoriale dei contenuti del Guppo Seat Pagine Gialle: internet, business information e televisione.

“Siamo partiti dall’informatica, ma siamo arrivati soprattutto all’elettronica di consumo e dalla parte opposta c’è stata una miniaturizzazione di tutti quegli oggetti che si collegano a questo visore”, puntualizza.

“Se pensiamo ai monitor che si usavano sino a cinque anni fa, ci rendiamo conto dell’evoluzione che c’è stata. Oggi sul mercato si trovano schermi ultrapiatti al plasma o LCD addirittura da 52 pollici”.

Gli obiettivi della ricerca

L’imperativo ora è la flessibilità: il prossimo passo anche la stabilità.

“I primi modelli di e-paper che verranno lanciati sul mercato a breve termine devono essere paragonati ai primi telefoni portatili: apparecchiature anti-diluviane per l’attuale mercato della telefonia mobile. Eppure la distanza temporale è di appena poco più di un ventennio. Lo stesso avverrà per l’e-paper”, precisa lo scienziato svizzero.

Le ricadute tecniche della scoperta effettuata dal team di ricercatori del Dipartimento di scienza dei materiali zurighese saranno sviluppate dalla Philips.

La cinghia di trasmissione

L’istituto del professor Caseri collabora con la multinazionale olandese dell’elettronica, perché “in Svizzera, in questo settore, non c’è praticamente quasi attività”.

“Olanda, Stati Uniti e Giappone sono i leader sia nella ricerca sia negli sviluppi industriali delle scoperte scientifiche”, sottolinea il libero docente del Politecnico di Zurigo.

“La Svizzera – prosegue il professor Caseri – ha invece un gap rispetto a queste nazioni. Abbiamo la competenza scientifica, ma ci manca l’industria che traduca in prodotti per il mercato le innovazioni e le scoperte”.

La ricerca non si ferma

L’assenza, in Svizzera, di una cinghia di trasmissione tra scienza ed industria in questo specifico settore dell’Information Technology, non riduce le potenzialità della ricerca, come ribadisce il professor Caseri.

“Quello che vogliamo provare adesso è la conducibilità elettrica del nuovo materiale ibrido inorganico/organico che abbiamo scoperto.

“Stiamo facendo degli esperimenti, introducendo modifiche chimiche nella metodica e nella tecnologia dei polimeri, un materiale più semplice da lavorare rispetto a materiali tradizionali quali metalli e composti di ceramica”.

“L’obiettivo – conclude il professor Walter Caseri – è di arrivare a schermi da computer facili da utilizzare e dai costi contenuti. Un obiettivo che si potrà raggiungere fra una decina di anni, con i nuovi materiali in polimeri organici”.

swissinfo, Sergio Regazzoni

Schermi da computer avvolgibili, da riporre in tasca come fazzoletti. Bombolette spray che nebulizzano terminali per collegarsi ad internet.

Quella che oggi appare ancora fantascienza sarà realtà invece fra una decina d’anni: lo consentirà la tecnologia dei polimeri organici.

Un importante passo verso questo traguardo è stato fatto grazie ad una scoperta dell’Istituto dei Polimeri del Politecnico federale di Zurigo.

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