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Lo sviluppo passa anche per l’uguaglianza

A livello mondiale il termine "povertà" si coniuga principalmente al femminile Keystone

Povertà, sfruttamento, ignoranza. Lo sviluppo sostenibile di determinate regioni necessita di un'effettiva uguaglianza tra uomini e donne.

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha presentato venerdi a Berna la sua nuova politica sul tema.

Al mondo ben 1.2 miliardi di persone vivono con meno di un dollaro al giorno. Il 70% di questi individui dimenticati sono donne.

In Asia del Sud la durata media della scolarizzazione delle ragazze è del 50% inferiore a quella dei maschi. In molti paesi, le donne non hanno diritto di possedere terreni o altre proprietà. A livello mondiale, le parlamentari donne sono soltanto il 14% del totale.

Nonostante alcune risoluzioni internazionali, molti dibattiti e tante buone intenzioni, in alcune parti del mondo, soprattutto in quelle povere, le ineguaglianze tra uomini e donne continuano ad accentuarsi. Ciò che si traduce in ulteriori difficoltà ad uscire dal sottosviluppo.

Circolo vizioso

L’esclusione delle donne da una formazione superiore o da un’attività professionale correttamente retribuita penalizza infatti l’economia. Il limitato accesso all’istruzione favorisce il propagarsi di malattie.

Secondo la DSC l’ineguaglianza in termini di accesso al potere e di partecipazione alle decisioni è una delle cause strutturali all’origine d’instabilità politica e sociale. Ciò che, in ultima analisi, rende cronica la povertà.

“L’uguaglianza tra uomini e donne è parte integrante dei diritti umani”, ha dichiarato la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey di fronte ad un folto pubblico prevalentemente di sesso femminile.

“La lontananza delle donne dai processi decisionali fa in modo che la politica non tenga conto dei loro bisogni. Pur se rappresentano il 50% della popolazione mondiale”.

Politica più attiva

Per segnare la propria volontà d’agire, la DSC, tramite il suo direttore Walter Fust, ha quindi presentato il suo nuovo concetto guida. D’ora in avanti qualsiasi progetto d’aiuto allo sviluppo o di cooperazione della Confederazione dovrà considerare l’obiettivo dell’uguaglianza tra i sessi.

“La promozione delle donne e la garanzia di un identico accesso alle risorse per tutti dovranno essere il fondamento di qualsiasi nostro intervento”, ha sottolineato Fust.

La Calmy-Rey, prima donna ad occupare la carica di ministro degli esteri in Svizzera, ha quindi ribadito l’importanza delle attività di promozione della pace promosse dal suo dipartimento. E, anche in questo ambito, ha promesso sostegno alle donne.

La consigliera federale intende infatti creare una funzione per prestare più attenzione agli aspetti femminili delle politiche di promozione della pace, dei diritti umani e contro il commercio di persone.

swissinfo, Marzio Pescia

1.2 miliardi di persone vivono con meno di 1 $ al giorno;
Il 70% sono donne;
1995: conferenza mondiale delle donne a Pechino;
L’uguaglianza tra i sessi è iscritta nella Costituzione svizzera dal 1981;
Le donne hanno diritto di voto dal 1971;

Gli esperti di politica di sviluppo svizzeri ed internazionali ne sono convinti: una maggior uguaglianza tra i sessi è fondamentale per combattere la povertà.

Perché la cooperazione allo sviluppo sia più efficace e vada nel senso di uno sviluppo sostenibile, la DSC intende dunque adattare la sua politica d’intervento.

D’ora in avanti, qualsiasi progetto della DSC dovrà promuovere il ruolo delle donne, favorirne un miglior accesso alle risorse e una maggiore integrazione nei processi decisionali.

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